«Ma tu quanto sei str****?»
Moderatore: Cruscanti
Magari i dizionari cominciassero almeno a migliorare il sistema dei rimandi, e a privilegiare la forma italiana quando già esiste. Ma temo che i lessicografi siano generalmente indifferenti a queste cose… Certo è che ci vorrebbe, come il Diccionario Panhispánico de Dudas, un Dizionario Italiano dei Dubbi Terminologici (DIDUTE, prima che si coni una sigla inconsulta) consultabile anche in linea e reso noto a chi parla e scrive per le masse.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Queasto è indubbiamente vero; purtuttavia, non capisco perché questa estensione semantica (non del tutto arbitraria, lo ammetterà) dovrebbe avere effetti tanto devastanti.Marco1971 ha scritto:[...] Non cosí digitale e pesticida: in latino digitus vale ‘dito’ e non ‘cifra’ (e che si conti sulle dita non cambia nulla), pestis vale ‘peste, pestilenza, epidemia’ e, al figurato ‘flagello, peste, calamità, rovina, distruzione, sventura, morte’ e non ‘pianta o animale nocivo’.
Ammetto che, sulla scala delle priorità, è una cosa secondaria. Però in italiano ha poco senso dire digitale perché dito non può significare cifra, sicché il derivato non trova rispondenza nella parola madre. Lo stesso per pesticida, che può essere logicamente solo un prodotto che uccide la peste. In tal senso queste parole sono in aperto contrasto col nostro lessico.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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