La locutionAu niveau de ne doit être employée au sens figuré que lorsqu’elle exprime une comparaison entre deux termes. C’est à tort qu’on la substitue à d’autres tours comme En ce qui concerne, pour ce qui touche, du point de vue de...
nivel. a(l) nivel de. El significado básico del sustantivo nivel es ‘altura’ y, en sentido figurado, ‘categoría o rango’. Se usa con frecuencia en la locución a(l) nivel de, que significa, propiamente, ‘a la altura de’. Cuando se refiere a altura física, es más normal el uso con artículo (al nivel de) que sin él (a nivel de), aunque se dan ambos: «Se encontraban de nuevo al nivel de la calle» (PzReverte Maestro [Esp. 1988]); «El rostro sin sangre del jinete colgaba a nivel de los estribos» (Quintero Danza [Ven. 1991]); en sentido figurado, en cambio, es más normal el uso sin artículo: «Las voces que habían comenzado a nivel de cabo furriel fueron empinándose en el escalafón» (Arrabal Torre [Esp. 1982]). Hoy se ha extendido enormemente el uso figurado de a nivel de + sustantivo, así como el de a nivel + adjetivo. Ambas construcciones son admisibles siempre que en ellas la palabra nivel conserve de algún modo la noción de ‘altura’ o de ‘categoría u orden jerárquico’: «Han decidido establecer relaciones diplomáticas a nivel de embajada» (HdzPadilla Política [Méx. 1988]); «No existía un programa de rehabilitación a nivel nacional» (Cibeira Bioética [Arg. 1997]). Por el contrario, la lengua cuidada rechaza su empleo cuando no está presente ninguna de estas nociones y se emplea, indebidamente, con los sentidos de ‘con respecto a’, ‘en el ámbito de’, ‘entre’ o, simplemente, ‘en’: *[compare la croce rossa nel cerchio, che sostituisco coll’asterisco]«A nivel de mucosas digestivas también hay gran irritación» (Arranbide/Talamoni Plaguicidas [Arg. 1992]).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Mi associo a Federico. A livello di (come l'insopportabile e per fortuna oggi scomparso nella misura in cui) temo venga usato non perché è naturale, ma per darsi un tono, per segnalare l'appartenenza a un gruppo socio-culturale o a un ambiente che conosce e impiega normalmente parole o locuzioni considerate "alte". E' come voler indossare una camicia firmata per non sfigurare. Si ha paura di passare per sprovveduti o sempliciotti se si adopera un'espressione più semplice e chiara. Ricordo, ai tempi della mia giovinezza, ridicoli interventi nelle assemblee universitarie zeppi di misure in cui, livelli di, problemi che erano sempre altri, non a caso e via gergalizzando.
A proposito: è vero che per lo più erano calchi dal francese?
Forse. Io ricordo vari professori universitari che dicevano in continuazione ‘dans la mesure où’. Ma rimonta a molti anni fa, forse le mode ora saranno diverse.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sfogliando in libreria una recente raccolta di scritti di Luciano Canfora su Gramsci ho trovato una citazione proprio di Gramsci nella quale compare nella misura in cui.
Su due piedi non ho controllato la fonte; ma il testo deve risalire almeno agli anni '30, se non addirittura agli anni '20. Il prestito dal francese è dunque più antico di quanto non pensassi. Evidentemente negli anni '60 e nei primi anni '70 se ne è soltanto intensificato (anche a sproposito) l'uso. Nei suoi interventi su "Linus" Oreste Del Buono mi pare usasse talvolta, in alternativa, nella misura che.
Mi sembra che l’uso si sia abbastanza stabilizzato: a livello di senza preposizione articolata col senso di ‘nell’ambito di, per quanto riguarda’; al livello di con preposizione articolata quando ‘livello’ mantiene autonomia semantica: Questa cantante non è al livello di Maria Callas, ecc. Beninteso, è possibile al livello di anche nel primo caso, ma direi che sarebbe ormai un uso marcato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.