Elisione di «gli»
Moderatore: Cruscanti
Elisione di «gli»
Non mi ha convinto del tutto questa risposta del Treccani: non mi sembra che gl'Italiani e negl'anni siano la stessa cosa; non si diceva ad esempio che non si può scrivere ci ho come c'ho perché non esiste in italiano la c dolce seguita dalla h?
Una precisazione, perché forse non c’è nulla di chiaro in questo filone: gli si può apostrofare solo davanti a i: gl’italiani, gl’interventi, gl’inganni, ecc. In tutti gli altri casi è sbagliato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Non sostiene il contrario, è solo scritto coi piedi (scusate), cioè poco chiaro. Azzeccagarbugliesco, insomma. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
A me invece è sembrata chiarissima, e cioè: inutile stare a imparare distinzioni tra cosa è errato e cosa è accettabile ma desueto/obsoleto; dovendo imparare una "regola" e non volendo sbagliare e/o apparire antiquati, meglio attenersi all'uso moderno che è quello di usare sempre la forma intera gli.
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Sí, ma mettere sullo stesso piano *negl’anni e gl’Italiani è [quantomeno] forviante, anzi non mi perito di dire sbagliato (…da questo nasceva —mi sembra— la perplessità di Federico).Bue ha scritto:A me invece è sembrata chiarissima, e cioè: inutile stare a imparare distinzioni tra cosa è errato e cosa è accettabile ma desueto/obsoleto; dovendo imparare una "regola" e non volendo sbagliare e/o apparire antiquati, meglio attenersi all'uso moderno che è quello di usare sempre la forma intera gli.
E non lo è soltanto dal punto di vista della norma [grafica] tradizionale, ma anche sul piano fonetico. Infatti, negli anni non può che pronunciarsi /,neLLi 'anni/ e, a ritmo allegro, /neL'Lanni/, mentre *negl’anni si potrebbe solo leggere un assurdo /negl'anni/. Una grafia quale gl’Italiani, invece, rende legittimamente conto della pronuncia /*Lita'ljani/, che non solo è l’unica possibile a ritmo allegro, ma direi che è anche la piú comune a ritmo lento quando non si ricerchi un’enfasi ad hoc (…inutile dire che il Canepàri, che purista [strutturale] non è di certo, è [giustamente] a favore d’un’apostrofazione che non abbia timore di rappresentare la realtà fonetica).
- giulia tonelli
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A voler ben guardare, si tratta forse solo di una svista nella chiusura della parentesi, che andava spostata a dopo gl'Italiani.
Se vogliamo una grafia fonetica e non ambigua di /L/ dovremmo proporla per tutti i casi, non solo per alcuni, no?
Beh, sull'altro piatto della bilancia metterei allora che la grafia "separata" nel caso ad esempio di "gli uomini" porta a casi di spelling pronunciation come l'orribile (al mio orecchio) pronuncia /Li'wwOmini/ che si sente ahimè anche adottare da attori professionisti.Infarinato ha scritto: Una grafia quale gl’Italiani, invece, rende legittimamente conto della pronuncia /*Lita'ljani/, che non solo è l’unica possibile a ritmo allegro, ma direi che è anche la piú comune a ritmo lento quando non si ricerchi un’enfasi ad hoc (…inutile dire che il Canepàri, che purista [strutturale] non è di certo, è [giustamente] a favore d’un’apostrofazione che non abbia timore di rappresentare la realtà fonetica).
Se vogliamo una grafia fonetica e non ambigua di /L/ dovremmo proporla per tutti i casi, non solo per alcuni, no?
Concordo.Infarinato ha scritto: mettere sullo stesso piano *negl’anni e gl’Italiani è [quantomeno] forviante, anzi non mi perito di dire sbagliato (…da questo nasceva —mi sembra— la perplessità di Federico).
La risposta poteva distinguere meglio tra l'uso consigliato e quello sbagliato.
Personalmente apostrofo quasi sempre quand'è possibile ma capisco e condivido anche le riflessioni di Bue sull'uso moderno di forme grafiche univoche.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
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Mah, secondo me, questo è uno di quei casi in cui la frase del buon Alberto calza a pennello: «Everything should be made as simple as possible, but not simpler».Bue ha scritto:A voler ben guardare, si tratta forse solo di una svista nella chiusura della parentesi, che andava spostata a dopo gl'Italiani.
A voler semplificare troppo, si fa una frittata, che finisce coll’essere forviante per il lettore meno esperto. Se si voleva essere stringati [e normativi], bastava dire: «No, non si può scrivere negl’anni, ché quel gl’a si può leggere solo come il gla di gladio».
No, codesto, caro Bue, è un caso di Roman spelling pronunciationBue ha scritto:Beh, sull'altro piatto della bilancia metterei allora che la grafia "separata" nel caso ad esempio di "gli uomini" porta a casi di spelling pronunciation come l'orribile (al mio orecchio) pronuncia /Liw'wOmini/ che si sente ahimè anche adottare da attori professionisti.

Proprio questo era il mio dubbio.Infarinato ha scritto:Sí, ma mettere sullo stesso piano *negl’anni e gl’Italiani è [quantomeno] forviante, anzi non mi perito di dire sbagliato (…da questo nasceva —mi sembra— la perplessità di Federico).
Capisco che si suppone che il lettore medio di quelle pagine non voglia in nessun caso usare una forma desueta e perciò, che una forma sia errata o marginale, il risultato è lo stesso, tuttavia questa non mi sembra una distinzione difficile da capire e quindi da riservare agli esperti per non confondere gli altri: anzi, mi pare utile dare qualche informazione sull'uso dell'apostrofo.
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ogg'innanzi
Su GoogleLibri ho trovato ogg'innanzi con grafia elisa; sembra forma comunque desueta e dal gusto letterario, ma sul DOP non ho trovato alcuna indicazione sull'elisione di oggi. Come sono da considerarsi oggi grafie del genere?
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