Aggettivi derivati da nomi propri in -s
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Aggettivi derivati da nomi propri in -s
Prendo l’esempio di Maria Callas. Nella critica musicale prevale l’aggettivo callasiano /kalla'zjano/, mentre mi pare che si dovrebbe dire e scrivere callassiano /kallas'sjano/ (qualche ricorrenza gugoliana). Lo stesso varrebbe per zeusiano (registrato nel GRADIT colla pronuncia /dzeu'zjano/), che io scriverei zeussiano /dzeus'sjano/. Che ne pensate?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: Aggettivi derivati da nomi propri in -s
Dice questo per una sua insindacabile preferenza personale oppure per qualche considerazione linguistica generale?Marco1971 ha scritto: mentre mi pare che si dovrebbe dire e scrivere callassiano /kallas'sjano/ ...

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Re: Aggettivi derivati da nomi propri in -s
Avevo scritto qualcosina io in proposito un po’ di tempo fa… Per quanto riguarda Callas /'kallas/ (penultimale), io sarei per callasiano (s scempia, ma sorda: /kalla'sjano/).bubu7 ha scritto:Dice questo per una sua insindacabile preferenza personale oppure per qualche considerazione linguistica generale?
Grazie, caro Infarinato, per il collegamento interessante e istruttivo.
Consiglio la consultazione del suo rimando alla Grammatica del Serianni (XV.9).
Anch'io propendo per callasiano (mi darebbero fastidio le due doppie così ravvicinate); anche gli altri derivati in -ssiano da nomi propri in -s mi suonano male.
Una ricerca sulla versione elettronica del GRADIT non fornisce esempi significativi di questo tipo di derivazione.
Diverso il caso, ad esempio, di murattiano, che avrei difficoltà a pronunciare con la t scempia.
Consiglio la consultazione del suo rimando alla Grammatica del Serianni (XV.9).
Anch'io propendo per callasiano (mi darebbero fastidio le due doppie così ravvicinate); anche gli altri derivati in -ssiano da nomi propri in -s mi suonano male.
Una ricerca sulla versione elettronica del GRADIT non fornisce esempi significativi di questo tipo di derivazione.
Diverso il caso, ad esempio, di murattiano, che avrei difficoltà a pronunciare con la t scempia.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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Perché Callas esce in s sorda, ergo /'kallas/ > /kalla'sjano/, mentre venusiano ci viene bell’e formato dal francese vénusien, che ha ovviamente(*) la sonora.Fabio48 ha scritto:Mi scusi Infarinato, perché callasiano con la s sorda?
In venusiano non è sonora?
Incidentalmente, come ricordava Marco, in «italiano italiano» si dovrebbe dire veneriano (da Venere, che in francese si dice Vénus, donde appunto vénusien).
___________________
(*) L’s intervocalica è sempre sonora in francese.
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Se ho capito bene, "l'italiano italiano" è una lingua costruita a tavolino, come l'esperanto, in cui tutto viene filtrato attraverso un esame etimologico ideale, senza tener conto della reale derivazione delle parole, dei suoi rapporti con altre lingue.Infarinato ha scritto:Incidentalmente, come ricordava Marco, in «italiano italiano» si dovrebbe dire veneriano (da Venere, che in francese si dice Vénus, donde appunto vénusien).
O non è così?
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Se l’aggettivo ci venisse [indirettamente] dal latino, dovrebbe essere appunto veneriano, ché, tranne rare eccezioni, in italiano nomi e aggettivi derivano dall’accusativo latino, non dal nominativo.Fabio48 ha scritto:Pensavo a Venus in latino.

P.S. Se ci venisse invece direttamente dal latino, sarebbe ovviamente venereo (o *venerio), che in italiano ha però altri, piú specifici, significati.
Per una volta (è cosí raro!
) non condivido la posizione del nostro caro Infarinato: spontaneamente mi viene da pronunciare /kallas'sjano/, non /kalla'sjano/. Di solito, infatti, i derivati (o adattamenti) di parole uscenti in vocale + consonante raddoppiano:
ananas > ananasse, ananasso;
gas > gassare, gassificare, gassoso;
caos > caosse;
cuscus > cuscussu, cuscussú.
Questo almeno nell’italiano piú genuino. In toscano, come meglio di me sa Infarinato, si dice lapisse, vermutte, picchinicche, ecc. E cosí da Internet(te) abbiamo internettista e non *internetista.
Non capisco quindi perché preferire callasiano (sia pure con ‘s’ sorda) a callassiano.

ananas > ananasse, ananasso;
gas > gassare, gassificare, gassoso;
caos > caosse;
cuscus > cuscussu, cuscussú.
Questo almeno nell’italiano piú genuino. In toscano, come meglio di me sa Infarinato, si dice lapisse, vermutte, picchinicche, ecc. E cosí da Internet(te) abbiamo internettista e non *internetista.
Non capisco quindi perché preferire callasiano (sia pure con ‘s’ sorda) a callassiano.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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