GERVASO
Moderatore: Cruscanti
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- giulia tonelli
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A me sembra una risposta superficiale, e anche un po' fallace. Prima Gervaso si lamenta che gli italiani preferiscono qualsiasi cosa che venga da fuori piuttosto che quelle fatte in casa, e poi dice: "Tutto ciò perché?
Perché siamo provinciali e ignoranti, non abbiamo uso di mondo e quando andiamo all’estero, come diceva Sordi, ci facciamo subito riconoscere."
Ora, a me pare che un' "analisi" di questo tipo sia esattamente il tipo di ragionamento in base al quale tanti italiani preferiscono le "cose" fatte all'estero rispetto a quelle fatte in casa. Se davvero siamo provinciali e ignoranti e non abbiamo uso di mondo, allora forse facciamo bene, a preferire le cose straniere rispetto alle nostre.
Perché siamo provinciali e ignoranti, non abbiamo uso di mondo e quando andiamo all’estero, come diceva Sordi, ci facciamo subito riconoscere."
Ora, a me pare che un' "analisi" di questo tipo sia esattamente il tipo di ragionamento in base al quale tanti italiani preferiscono le "cose" fatte all'estero rispetto a quelle fatte in casa. Se davvero siamo provinciali e ignoranti e non abbiamo uso di mondo, allora forse facciamo bene, a preferire le cose straniere rispetto alle nostre.
Beh, non necessariamente.Se davvero siamo provinciali e ignoranti e non abbiamo uso di mondo, allora forse facciamo bene, a preferire le cose straniere rispetto alle nostre.
Che il ragionamento complessivo sia un po' superficiale, pare anche a me; però può benissimo darsi che uno abbia un tesoro in casa e non sappia riconoscerlo perché "ignorante". Le ultime generazioni, perché provinciali e ignoranti, non sono piú in grado di riscoprire la propria storia e cosí s'affidano all'estero perché gli dia del suo.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Re: GERVASO
Voglio dire questo: che anche se dissento continuamente da Marco, almeno in lui apprezzo la sua rigorosa coerenza nel voler tradurre/adattare tutto. Ha il coraggio dei suoi principi.Uri Burton ha scritto:A qualcuno può interessare questa risposta di Gervaso.
Invece il signor Gervaso prima mi fa la solita tiritera sul provincialismo e sullo snobismo e sull'esterofilia degli italiani e poi dice che trova ridicolo vitaiolo per viveur - senza forse sapere che Bruno Migliorini aveva già spiegato bene i motivi sociolinguistici (mi scusi Marco per l'uso della parola sociolinguistico) che facevano apparire inadeguato vitaiolo quando il termine teoricamente perfetto, ma mai usato, sarebbe stato vivitore. Ma non credo che Gervaso userebbe vivitore.
Migliorini aveva già spiegato che, poiché non era più possibile usare vivitore, bisognava ormai tenersi vitaiolo, che sarebbe diventato ben accetto a tutti solo se fosse prevalso veramente uno spirito antisnobistico. A quanto pare Gervaso, checché scriva, è anche lui uno snob.
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Re: GERVASO
Non scopra la polvere, caro Freelancer: questo lo sanno pure le pietre. Le dirò di piú: Roberto Gervaso è uno snob proprio per come scrive.Freelancer ha scritto:A quanto pare Gervaso, checché scriva, è anche lui uno snob.
Aggiungo due cose. 1. Vedo che è partito citando me: guardi che ho usato interessare nel senso di incuriosire. 2. Non si aspetti che ogni giornalista italiano che parla degli anglismi si nutra del Migliorini come un parroco di campagna si nutre del breviario.
Cordialmente,
Uri Burton
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Re: GERVASO
Spero di non averla offesa, caro Uri Burton. Ho citato lei solo perché preferisco, per quanto possibile, dare sempre un riferimento quando intervengo, e in questo caso ho preso il primo intervento perché mi sono voluto riferire esclusivamente all'articolo di Gervaso.Uri Burton ha scritto:Non scopra la polvere, caro Freelancer: questo lo sanno pure le pietre. Le dirò di piú: Roberto Gervaso è uno snob proprio per come scrive.Freelancer ha scritto:A quanto pare Gervaso, checché scriva, è anche lui uno snob.
Aggiungo due cose. 1. Vedo che è partito citando me: guardi che ho usato interessare nel senso di incuriosire. 2. Non si aspetti che ogni giornalista italiano che parla degli anglismi si nutra del Migliorini come un parroco di campagna si nutre del breviario.
Cordialmente,
Su Migliorini e i giornalisti, aggiungo che in genere non ho aspettative riguardo a nessuno - purtroppo ho quasi sempre il pessimismo della ragione, forse perché sono siciliano - ma direi che da un giornalista sarebbe lecito aspettarsi che prima di pontificare sugli anglismi e dintorni, si informi e si vada a leggere i testi sacri.
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GIORNALISTI
Ha ragione sui giornalisti, ma purtroppo il ritmo del lavoro li allontana dallo studio. Anche perché la professione, cosí com’è congegnata, non premia chi ci si dedica. Le dirò di piú: se conoscessero meglio i tempi del fascismo dal punto di vista sociale saprebbero che allora, nella buona società, il viveur veniva chiamato spregiativamente «mondanello». Comunque sia, da buon siciliano apprezzerà una massima di quel grande diplomatico che fu Antonino di San Giuliano: «Non confondiamo il desiderabile con il possibile.»
Nessuna offesa: un saluto da Albione,
Nessuna offesa: un saluto da Albione,
Uri Burton
Riguardo all’esempio di pied-à-terre volevo ricordare di passata che esiste (ed è, oltre che nella lista, anche nel GRADIT, nel Battaglia, nel Devoto-Oli in due volumi, nel Gabrielli, nel Sabatini-Coletti, nel Garzanti in linea, nello Zingarelli 11ª edizione e nel Dàrdano) l’italianizzazione piedatterra. Scusate la parentesi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Per quanto ne sappia, Gervaso è la più bella penna del giornalismo italiano: nessuno ha il suo ritmo e il suo brio. L'unico difetto è che si ripete e pontifica, ma stilisticamente resta un modello.
Mi segnalereste altri giornalisti grandi penne? Per quelli che furono, consiglio Eugenio Marcucci, Giornalisti grandi firme.
Mi segnalereste altri giornalisti grandi penne? Per quelli che furono, consiglio Eugenio Marcucci, Giornalisti grandi firme.
- Infarinato
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La mia l’ho già detta qui: lo so che ormai fa parte di «quelli che furono», ma devo ancora trovare qualcuno alla sua altezza tra «quelli che sono»…Andrea D'Emilio ha scritto:Mi segnalereste altri giornalisti grandi penne?
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