Il neologismo della settimana
Moderatore: Cruscanti
cyberspazzatura
1 contenuti presenti sul web di scarsissimo valore, di pessimo gusto, di nessuna utilità
2 computer guasti, che devono essere smaltiti o rottamati
Comp. di cyber- e spazzatura.
Ma perché non si scrive ciberspazzatura, cibercaffè, ciberpoliziotto, cibernauta, cibersesso, ciberspazio, ecc.?
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Ma perché non si scrive ciberspazzatura, cibercaffè, ciberpoliziotto, cibernauta, cibersesso, ciberspazio, ecc.?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
L’aspettavo al varco, lo sploggo.Il Garzanti in linea ha scritto:splog n.m. invar.
(Internet) blog fasullo, creato a scopo pubblicitario per attirare utenti su un altro sito, di solito commerciale; anche, inserimento automatizzato di numerosissimi articoli fasulli in blog veri, sempre a scopo pubblicitario
Voce ingl.; comp. di sp(am) e (b)log.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Veramente, awareness sarebbe piú vicino a consapevolezza, coscienza. In italiano, in questo caso, si direbbe semplicemente notorietà.awareness
grado di diffusione, a livello di conoscenza e notorietà, di un marchio, un prodotto, una campagna pubblicitaria ecc.
Voce ingl.; propr. ‘conoscenza’.
Ma è ovvio che awareness ha il vantaggio della novità e dell’opacità (meno si capisce e meglio è).Il Battaglia ha scritto:Notorietà 3. Statist. Indice di notorietà: nei sondaggi di opinione e in partic. nelle ricerche di mercato, rapporto fra il numero di quanti conoscono l’esistenza di un fatto, di un personaggio o di un prodotto determinato e il numero complessivo delle persone intervistate.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Veramente incorporiamo un dizionario di falso inglese, perché a quanto mi risulta (ma ora controllo) awareness in inglese è sempre riferito al conoscente, non al conosciuto - o almeno io non l'ho mai incontrato riferito al conosciuto, e non è proprio traducibile nemmeno lontanamente con "notorietà".
Parlare di "awareness" di un prodotto mi sembra un obbrobrio in inglese, non (sol)tanto in italiano.
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Ahimè, vedo che è in effetti usato in inglese come brand awareness (pur non snaturando il fatto che l'awareness è riferita al consumatore, non al marchio)
Parlare di "awareness" di un prodotto mi sembra un obbrobrio in inglese, non (sol)tanto in italiano.
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Ahimè, vedo che è in effetti usato in inglese come brand awareness (pur non snaturando il fatto che l'awareness è riferita al consumatore, non al marchio)
Comunque scusate, non vorrei essere di nuovo accusato di fare polemiche sterili e suonare la grancassa, ma qual è lo scopo di questo filone?Incarcato ha scritto:Praticamente, a star dietro a loro, stiamo incorporando il dizionario d'inglese nel nostro.
Ormai l'abbiamo capito, che il Garzanti in linea ogni settimana ci propone quello che lui chiama "neologismo" e in realtà è un forestierismo crudo più o meno usato.
E allora? Dobbiamo ogni santa settimana ripetere la tiritera del "ma dove andremo a finire"?
Tra l'altro, ho appena verificato che ad esempio "awareness" e "splog" non sono inseriti come voci nel dizionario italiano in linea. Dunque tutta la polemica del filone si riduce al contestare questa decisione editoriale da parte del sito.
Scrivete una lettera al sito medesimo in cui esprimete la vostra protesta, e facciamola finita. Che senso ha ogni singola settimana riportare qui sopra la nuova voce?
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Allora propongo di creare - non dovrebbe essere difficile - un programma che ogni settimana copia automaticamente l'inserto del Garzanti Online e lo trascrive direttamente qui, aggiungendo un bel "dove andremo a finire" sotto.fabbe ha scritto:lo sfogo.Bue ha scritto:Che senso ha ogni singola settimana riportare qui sopra la nuova voce?
O meglio, per risparmiare spazio, lasciamo al posto del filone un linco permanente al sito e chiamiamolo O tempi, o mori! ovvero Signora Mia
Ultima modifica di Bue in data lun, 09 lug 2007 14:45, modificato 2 volte in totale.
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AWARENESS
Brand awareness è comunque una consapevolezza o conoscenza soggettiva perché qui, come ad esempio nell’espressione environmental awareness, è implicito public o social. Nel nostro caso il significato è dunque «conoscenza del marchio di fabbrica da parte del pubblico»)Bue ha scritto:Veramente incorporiamo un dizionario di falso inglese, perché a quanto mi risulta (ma ora controllo) awareness in inglese è sempre riferito al conoscente, non al conosciuto - o almeno io non l'ho mai incontrato riferito al conosciuto, e non è proprio traducibile nemmeno lontanamente con "notorietà".
Parlare di "awareness" di un prodotto mi sembra un obbrobrio in inglese, non (sol)tanto in italiano.
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Ahimè, vedo che è in effetti usato in inglese come brand awareness (pur non snaturando il fatto che l'awareness è riferita al consumatore, non al marchio)
Cordialmente,
Uri Burton
No, poco spontaneo.Bue ha scritto:Allora propongo di creare - non dovrebbe essere difficile - un programma che ogni settimana copia automaticamente l'inserto del Garzanti Online e lo trascrive direttamente qui, aggiungendo un bel "dove andremo a finire" sotto.fabbe ha scritto:lo sfogo.Bue ha scritto:Che senso ha ogni singola settimana riportare qui sopra la nuova voce?
O meglio, per risparmiare spazio, lasciamo al posto del filone un linco permanente al sito e chiamiamolo O tempi, o more! ovvero Signora Mia
Consiglierei, per motivi di visibilità, di aprire, anche in questo caso, una nuova discussione per ogni termine.
Inoltre riporterei solo i prestiti integrali, cioè quei termini riportati, come neologismi, sul dizionario italiano oppure che abbiano comunque una discreta diffusione in Italia: non vedo la necessità di proporre traducenti per neologismi inglesi inseriti nel dizionario inglese.
Non si tratta in questo caso di forestierismi.
Inoltre riporterei solo i prestiti integrali, cioè quei termini riportati, come neologismi, sul dizionario italiano oppure che abbiano comunque una discreta diffusione in Italia: non vedo la necessità di proporre traducenti per neologismi inglesi inseriti nel dizionario inglese.
Non si tratta in questo caso di forestierismi.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Lo scopo è anche quello, credo (il filone non l’ho aperto io), di segnalare/proporre tempestivamente un possibile (spesso ovvio, I give you that) traducente: quindi, un «Signora mia» costruttivo.fabbe ha scritto:lo sfogo.Bue ha scritto:Che senso ha ogni singola settimana riportare qui sopra la nuova voce?

Chiaramente.Infarinato ha scritto:Lo scopo è anche quello, credo (il filone non l’ho aperto io), di segnalare/proporre tempestivamente un possibile (spesso ovvio, I give you that) traducente: quindi, un «Signora mia» costruttivo.fabbe ha scritto:lo sfogo.Bue ha scritto:Che senso ha ogni singola settimana riportare qui sopra la nuova voce?
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