giulia tonelli ha scritto:Ma lei veramente pensa che in Francia o in Spagna sia l'esistenza di un'autorita', che "impone" una parola?
Arrigo Castellani ha scritto:In Francia la coscienza del problema è maggiore [...]. E in Francia non mancano interventi statali. [...] Si tratta d’interventi [...] che non dipendono dal partito al governo, ossia rispondono a una convinzione, se non generale, almeno largamente diffusa della loro opportunità.
[...] La Real Academia española ha un prestigio enorme nel mondo ispanico: le sue decisioni sono accettate da tutti gli ambienti responsabili della cultura e influiscono sull’uso di centinaia di milioni di persone.
Arriva in Francia il
computer, e subito ci si chiede come chiamare quell’oggetto. Si sceglie
ordinateur,
ordinateur si vede scritto nei negozi, sui giornali, se ne parla per televisione, e il gioco è fatto. Nessuno, nei paesi francofoni, usa un altro termine. Lo stesso per
logiciel, souris, fichier, ecc. (qui parlo della lingua comune e ufficiale, non di quello che si può leggere in
certi – non
tutti i – fòri d’informatica).
Il potere dell’industria è portentoso: si pensi che ha quasi del tutto cancellato dall’uso voci come
acquaio e
cacio – come almeno si dice[va] in Toscana – per imporre in maniera geograficamente uniforme i termini
lavello e
formaggio. Basterebbe appunto che ci fosse in Italia una commissione neologica nota, alla quale potessero rivolgersi quei produttori che desiderassero un nome per ogni oggetto nuovo.
giulia tonelli ha scritto:A me riesce veramente difficile da credere... anche perche' senno' dovrei credere che le lingue di popoli meno organizzati (e che quindi chiaramente non hanno autorita' competenti sulla lingua) sono per forza poco reattive e fanno fatica a inventare parole nuove, e questo mi e' MOLTO difficile da credere.
Le lingue di popoli meno organizzati
non fanno fatica a inventare parole nuove (e ne abbiamo la prova con tutte le denominazioni di «quei cosi blu»), solo che nascono parole diverse secondo le zone (e in italiano abbiamo centinaia di geosinonimi: ricordo, per farla breve, solo
calze/calzini/calzerotti/pedalini). Il «termine unico», «panitaliano», non può imporsi, a mio parere, che dal prevalere d’una denominazione diffusa attraverso l’industria.