Verbi fraseologici
Moderatore: Dialettanti
Verbi fraseologici
Credo di non sbagliare nell’inserire qui il filone per la questione che intendo proporvi, poiché la gran parte delle espressioni che elencherò, le sento fortemente autoctone, in particolare veronesi.
Preciso che ho scelto, tra i molti verbi fraseologici di uso consueto nell’ambito cittadino, quelli le cui preposizioni o avverbi non siano mere precisazioni direzionali (venire giú, che vale scendere) e che in genere si discostino dal loro significato originario. Se piace, chiamerò puri i verbi con tali caratteristiche.
Venire su: giungere, appressarsi (spec. di pioggia o nebbia).
Andare su: essere eletto.
Saltare/venire fuori: risultare, comparire, rivelarsi (spec. inaspettatamente): «adesso viene fuori che tu sei bravo in latino» (leggi: non lo sei).
Dire su: rimproverare, redarguire.
Mangiare fuori: appropriarsi con impeto/zelo/forza.
Mettere su: predisporre qualcosa onde raggiungere uno scopo.
Trovar fuori: trovare con abilità.
Attaccare dentro (a qualcosa): sbattere involontariamente contro qualcosa: «ci ho attaccato dentro al mobile».
Stare dietro a: occuparsi/curarsi di qualcuno o qualcosa.
Prendere su: riunire le proprie cose (spec. nella locuzione «prendo su e vado via» che vale: raccolgo le mie cose e me ne vado).
In particolare, fuori viene usato accoppiato al verbo per darne un valore perfettivo: scaldarsi fuori (scaldarsi completamente), svegliarsi fuori (svegliarsi completamente/acquistare o recuperare il senno).
Simili usi sono veri e propri calchi dal dialetto o espressioni di questo tipo esistono anche nelle vostre realtà?
Preciso che ho scelto, tra i molti verbi fraseologici di uso consueto nell’ambito cittadino, quelli le cui preposizioni o avverbi non siano mere precisazioni direzionali (venire giú, che vale scendere) e che in genere si discostino dal loro significato originario. Se piace, chiamerò puri i verbi con tali caratteristiche.
Venire su: giungere, appressarsi (spec. di pioggia o nebbia).
Andare su: essere eletto.
Saltare/venire fuori: risultare, comparire, rivelarsi (spec. inaspettatamente): «adesso viene fuori che tu sei bravo in latino» (leggi: non lo sei).
Dire su: rimproverare, redarguire.
Mangiare fuori: appropriarsi con impeto/zelo/forza.
Mettere su: predisporre qualcosa onde raggiungere uno scopo.
Trovar fuori: trovare con abilità.
Attaccare dentro (a qualcosa): sbattere involontariamente contro qualcosa: «ci ho attaccato dentro al mobile».
Stare dietro a: occuparsi/curarsi di qualcuno o qualcosa.
Prendere su: riunire le proprie cose (spec. nella locuzione «prendo su e vado via» che vale: raccolgo le mie cose e me ne vado).
In particolare, fuori viene usato accoppiato al verbo per darne un valore perfettivo: scaldarsi fuori (scaldarsi completamente), svegliarsi fuori (svegliarsi completamente/acquistare o recuperare il senno).
Simili usi sono veri e propri calchi dal dialetto o espressioni di questo tipo esistono anche nelle vostre realtà?
Dalle mie parti (Bologna) ci sono; non conosco "mangiare fuori" nel senso da te descritto (lo conosco solo nel senso "andare al ristorante" et similia); non conosco invece per nulla "attaccare dentro"" e "trovare fuori". Anche il "fuori" perfettivo deve far parte solo del veronese: io quelle due frasi le trovo molto strane.
Aggiungo che i Parmigiani hanno per sostantivo di "trovare fuori" la "gallata" (esteso anche alle azioni), da cui deriva anche "gallo", nomen agentis; invece "cavata" è semplicemente la "pensata", senza connotazione di qualità (questo, però, credo che sia internazionale in tutta l'Emilia
).
A Bologna abbiamo "dare il tiro" per "aprire il portone (del palazzo) con il pulsante apposito del citofono".
Aggiungo che i Parmigiani hanno per sostantivo di "trovare fuori" la "gallata" (esteso anche alle azioni), da cui deriva anche "gallo", nomen agentis; invece "cavata" è semplicemente la "pensata", senza connotazione di qualità (questo, però, credo che sia internazionale in tutta l'Emilia

A Bologna abbiamo "dare il tiro" per "aprire il portone (del palazzo) con il pulsante apposito del citofono".
In mantovano esistono decine e decine di verbi di questo tipo. Che io sappia il loro uso in italiano è però sempre un dialettismo consapevole.
Tra i più usati anche in italiano "gergale" i primi che mi vengono in mente sono
dire su = rimproverare e - conseguentemente -
prendere su = venire rimproverati;
far su = avvolgere
trovar fuori = escogitare
Stare dietro a qc. = occuparsi di
Tener dietro a qc. = occuparsi di, seguire (in senso traslato: seguire in senso proprio si dice "andar dietro")
Essere dietro fare = stare facendo [Interessante parallelismo anche fonico col francese être en train de, (dré vs. train) nonché col catalano, in cui l'espressione - che non ricordo esattamente - è molto simile]
Altri invece più specificamente confinati al dialetto:
lavar giù: lavare i piatti, o fare il bucato
cavarsi giù: spogliarsi
cat(t)ar(e) su: raccogliere (da terra) , raccattare (mentre catar = trovare)
Quanto al mangiare fuori: io l'ho sentito usare in dialetto per "dilapidare", tipicamente un patrimonio. "Si è/Ha mangiato fuori tutto".
Tra i più usati anche in italiano "gergale" i primi che mi vengono in mente sono
dire su = rimproverare e - conseguentemente -
prendere su = venire rimproverati;
far su = avvolgere
trovar fuori = escogitare
Stare dietro a qc. = occuparsi di
Tener dietro a qc. = occuparsi di, seguire (in senso traslato: seguire in senso proprio si dice "andar dietro")
Essere dietro fare = stare facendo [Interessante parallelismo anche fonico col francese être en train de, (dré vs. train) nonché col catalano, in cui l'espressione - che non ricordo esattamente - è molto simile]
Altri invece più specificamente confinati al dialetto:
lavar giù: lavare i piatti, o fare il bucato
cavarsi giù: spogliarsi
cat(t)ar(e) su: raccogliere (da terra) , raccattare (mentre catar = trovare)
Quanto al mangiare fuori: io l'ho sentito usare in dialetto per "dilapidare", tipicamente un patrimonio. "Si è/Ha mangiato fuori tutto".
Grazie per le risposte. 
Mentre ero pressoché certo dell’origine vernacolare di tali usi, non ne intuivo l’estensione né la frequenza fuor di Veneto; ora ho le idee meno confuse.
Bue, lei è di origine toscana, se non sbaglio; espressioni simili sono particolarmente invise al vostro orecchio?
A proposito di parallelismi, da parte mia tutto è nato dal raffronto con la lingua inglese. Si paragoni per esempio:
Mangiar fuori con to eat up (that’s going to eat up all my savings / me magna fora tuti i schei);
Dir su con to tell off (he told me off in front of everybody / el m’ha dito su davanti a tuti);
Venir fuori con to come up (he came up with a new idea / el l’è vegnú fora co’ ‘na nova idea).
E ce ne sono altri. Io trovo questa comunanza molto interessante, ma probabilmente è un mio personale feticcio.

Mentre ero pressoché certo dell’origine vernacolare di tali usi, non ne intuivo l’estensione né la frequenza fuor di Veneto; ora ho le idee meno confuse.
Bue, lei è di origine toscana, se non sbaglio; espressioni simili sono particolarmente invise al vostro orecchio?
A proposito di parallelismi, da parte mia tutto è nato dal raffronto con la lingua inglese. Si paragoni per esempio:
Mangiar fuori con to eat up (that’s going to eat up all my savings / me magna fora tuti i schei);
Dir su con to tell off (he told me off in front of everybody / el m’ha dito su davanti a tuti);
Venir fuori con to come up (he came up with a new idea / el l’è vegnú fora co’ ‘na nova idea).
E ce ne sono altri. Io trovo questa comunanza molto interessante, ma probabilmente è un mio personale feticcio.

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Non diciamo eresie: il nostro «pio Bove» è mantovano.pocoyo ha scritto:Bue, lei è di origine toscana, se non sbaglio; espressioni simili sono particolarmente invise al vostro orecchio?

Faccio notare che venirsene fuori è italiano normale:pocoyo ha scritto:A proposito di parallelismi, da parte mia tutto è nato dal raffronto con la lingua inglese. Si paragoni per esempio:
[…]
Venir fuori con to come up (he came up with a new idea / el l’è vegnú fora co’ ‘na nova idea).
Il [i]GRADIT[/i] ha scritto:~ venirsene fuori loc.v. CO avere un’uscita inaspettata: se ne venne fuori con una battuta delle sue lasciando tutti a bocca aperta.
Delle espressioni indicate da pocoyo, non conosco dire su, mangiare fuori (se non nei significati indicati da Vittorio e Bue), trovar fuori, attaccare dentro, mentre le altre mi paiono comprensibili e anche piuttosto comuni.
Di quelle indicate da Bue invece conosco far su (forse), stare dietro, tener dietro; essere dietro la capisco ma l'ho sentita usare solo in dialetto, cat(t)ar(e) su anche (forse anche in italiano, ma non sono sicuro).
Di quelle indicate da Bue invece conosco far su (forse), stare dietro, tener dietro; essere dietro la capisco ma l'ho sentita usare solo in dialetto, cat(t)ar(e) su anche (forse anche in italiano, ma non sono sicuro).
Chiedo venia. Pensavo studiasse solo, a Mantova.Infarinato ha scritto:Non diciamo eresie: il nostro «pio Bove» è mantovano.pocoyo ha scritto:Bue, lei è di origine toscana, se non sbaglio; espressioni simili sono particolarmente invise al vostro orecchio?

Forse non per l’accezione dell’esempio sul latino, portato da me qualche messaggio innanzi: viene/salta fuori che (si scopre che, o espressioni simili).Infarinato ha scritto:Faccio notare che venirsene fuori è italiano normale:…
Fra queste comprende anche svegliarsi fuori e scaldarsi fuori?Federico ha scritto:Delle espressioni indicate da pocoyo, non conosco dire su, mangiare fuori (se non nei significati indicati da Vittorio e Bue), trovar fuori, attaccare dentro, mentre le altre mi paiono comprensibili e anche piuttosto comuni.
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Veramente, egli «ricerca» a… Pisa!pocoyo ha scritto:Chiedo venia. Pensavo studiasse solo, a Mantova.

E` maleducato parlare degli assenti!
Comunque, caro pocoyo, io sono mantovano purosangue, emigrato a Pisa per ragioni di studio.
Quanto al parallelismo con l'inglese, l'avevo notato anch'io e mi ha sempre molto affascinato. Nell'intervento sopra avevo azzardato anche parallelismi col francese e col catalano.
Comunque, caro pocoyo, io sono mantovano purosangue, emigrato a Pisa per ragioni di studio.
Quanto al parallelismo con l'inglese, l'avevo notato anch'io e mi ha sempre molto affascinato. Nell'intervento sopra avevo azzardato anche parallelismi col francese e col catalano.
No, come tutte le espressioni simili con fuori.pocoyo ha scritto:Fra queste comprende anche svegliarsi fuori e scaldarsi fuori?Federico ha scritto:Delle espressioni indicate da pocoyo, non conosco dire su, mangiare fuori (se non nei significati indicati da Vittorio e Bue), trovar fuori, attaccare dentro, mentre le altre mi paiono comprensibili e anche piuttosto comuni.
Dimenticavo di dire che sono di Milano ma per metà veneto (di Padova), se può essere interessante.
Suggerirei di principiare un filone apposito, dato l’interesse riscosso; nel frattempo si potrebbe fare un’accocciata per il rogo: un covoncello per uno non fa male a nessuno. Chi porta l’esca?Infarinato ha scritto:Veramente, egli «ricerca» a… Pisa!pocoyo ha scritto:Chiedo venia. Pensavo studiasse solo, a Mantova.

Sono state quelle sue ipotesi a farmi intromettere la mia. Ne aggiungerò quando me ne verranno in mente.Bue ha scritto:E` maleducato parlare degli assenti!
Comunque, caro pocoyo, io sono mantovano purosangue, emigrato a Pisa per ragioni di studio.
Quanto al parallelismo con l'inglese, l'avevo notato anch'io e mi ha sempre molto affascinato. Nell'intervento sopra avevo azzardato anche parallelismi col francese e col catalano.
Colgo l’occasione per farle i miei complimenti per l’orchiolisi, mi ha fatto ridere assaje.
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Oui, on le sait : les Pisans t’ont... ravi !Bue ha scritto:MANTVA ME GENVIT PISANI RAPVERE

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- u merlu rucà
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