Un apostrofo «spallato»
Moderatore: Cruscanti
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Un apostrofo «spallato»
Stupisce il constatare il fatto che molte “firme” del giornalismo non conoscano l’uso corretto del troncamento. Molto spesso mi imbatto in articoli “culturali” in cui la forma tronca di frate viene apostrofata o, addirittura, accentata: fra’ Pasqualino; frà Genesio. La forma tronca di frate, come tutti i troncamenti, non richiede né apostrofo né accento. Le forme corrette sono, dunque, fra Pasqualino e fra Genesio. Sentite ciò che scrive, in proposito, il linguista Luciano Satta: Anche Firenze fa arrabbiare i grammatici. Nelle targhe di vie o piazze che essa ha intitolato a frati, il troncamento ha l’apostrofo: fra’. Si è fatto dare allo scalpellino un inutile colpo in piú: fra per frate non ha punto bisogno dell’apostrofo.
PS. Dimenticavo di riportare quanto dice anche il Prof. Antonio Margherini in un sito di lingua: Il nome frate si tronca in fra davanti a nome che inizia per consonante ("Fra Cristoforo"). E non si elide mai. Perciò si dice: "Frate Emilio" (e non Frat'Emilio), "Frate Angelo" (e non Frat'Angelo).
PS. Dimenticavo di riportare quanto dice anche il Prof. Antonio Margherini in un sito di lingua: Il nome frate si tronca in fra davanti a nome che inizia per consonante ("Fra Cristoforo"). E non si elide mai. Perciò si dice: "Frate Emilio" (e non Frat'Emilio), "Frate Angelo" (e non Frat'Angelo).
Giustissimo. Tuttavia, il prof. Margherini avrebbe dovuto scrivere: «Però si scrive Frate Emilio e non Frat’Emilio» (anche se questo è discutibile), perché quando si dice, cioè si pronuncia, si fa il legato.
Ne approfitto per ricordare che fra (come la preposizione) richiede in pronuncia tipo la cogeminazione: fra Cristoforo /frakkris'tOforo/.
Ne approfitto per ricordare che fra (come la preposizione) richiede in pronuncia tipo la cogeminazione: fra Cristoforo /frakkris'tOforo/.
Re: Un apostrofo "spallato"
...e, ormai, anche davanti a nome che inizia per vocale. Perciò, va bene anche fra Emilio.Il prof. Margherini ha scritto: ... Il nome frate si tronca in fra davanti a nome che inizia per consonante...

Anche in quest'àmbito sarebbe auspicabile una (utopica?) tendenza uniformatrice dall'alto: fra, fra' frà, pie', piè, mo'...
Dico anche, perché un'altra cosa che, se mai fossi in grado, mi piacerebbe proprio fare, è inserire la segnalazione degli accenti sui cartelli indicanti i toponimi. Anche questa purissima utopia.
Dico anche, perché un'altra cosa che, se mai fossi in grado, mi piacerebbe proprio fare, è inserire la segnalazione degli accenti sui cartelli indicanti i toponimi. Anche questa purissima utopia.
L’uniformazione sarebbe difficile, per via del conservatorismo dell’ortografia. Comunque, se fosse immaginabile una riforma, io sarei per segnare l’accento in questi casi: frà (da frate), piè, mò, pò, ecc.Incarcato ha scritto:Anche in quest'àmbito sarebbe auspicabile una (utopica?) tendenza uniformatrice dall'alto: fra, fra' frà, pie', piè, mo'...
Dico anche, perché un'altra cosa che, se mai fossi in grado, mi piacerebbe proprio fare, è inserire la segnalazione degli accenti sui cartelli indicanti i toponimi. Anche questa purissima utopia.
La segnalazione dell’accento tonico sui toponimi nei cartelli, invece, non mi pare cosa impossibile. Bisognerebbe solo suggerirlo all’ente che di segnaletica stradale si occupa.
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Gli è vero. M’era sfuggito questo particolare.Infarinato ha scritto:Non su po’, però, Marco: l’accento grafico implica automaticamente cogeminazione… E’ ’un siamo mi(h)a romani!Marco1971 ha scritto:Comunque, se fosse immaginabile una riforma, io sarei per segnare l’accento in questi casi: frà (da frate), piè, mò, pò, ecc.

Infatti qua si accennava solo alle proposte di usare per tutti questi casi l'apostrofo o al contrario di eliminarlo (assieme all'accento).
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Buongiorno a tutti. Ho fatto una ricerca e mi sembra che l'argomento più vicino alla mia richiesta sia questo.
Vorrei avere un vostro parere.
L'altro giorno studiavo dalle dispense di un mio professore. Ho notato che compaiono spesso frasi del tipo:
"Indicare la espressione corretta..."
"La camera di ionizzazione misura la Esposizione e la Intensità di Esposizione".
Io ho pensato (forse male, in tal caso correttemi pure) che nel secondo caso possa esser considerato "anche" passabile perché mi sembra voglia metter in luce che Esposizione e Intensità di Esposizione sono due grandezze fisiche (in tutto il capitolo hanno sempre la lettera maiuscola iniziale). Ma nel primo caso mi rimane un dubbio: perché non scrivere "l'espressione"?
Non è un professore anziano, avrà al massimo 45 anni.
Grazie in anticipo per le vostre opinioni.
Vorrei avere un vostro parere.
L'altro giorno studiavo dalle dispense di un mio professore. Ho notato che compaiono spesso frasi del tipo:
"Indicare la espressione corretta..."
"La camera di ionizzazione misura la Esposizione e la Intensità di Esposizione".
Io ho pensato (forse male, in tal caso correttemi pure) che nel secondo caso possa esser considerato "anche" passabile perché mi sembra voglia metter in luce che Esposizione e Intensità di Esposizione sono due grandezze fisiche (in tutto il capitolo hanno sempre la lettera maiuscola iniziale). Ma nel primo caso mi rimane un dubbio: perché non scrivere "l'espressione"?
Non è un professore anziano, avrà al massimo 45 anni.
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Se vuole conoscere «la norma», cara Italiana, si ricordi che per questo genere di quesiti abbiamo la fortuna di avere il DOP in linea:l'italiana ha scritto:L'altro giorno studiavo dalle dispense di un mio professore. Ho notato che compaiono spesso frasi del tipo:
"Indicare la espressione corretta..."
"La camera di ionizzazione misura la Esposizione e la Intensità di Esposizione".

…dal che si evince che, se la vocale iniziale non è tonica, la forma piena dell’articolo determinativo [femminile singolare] è solo «meno comune».
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Vorrei aggiungere che, contrariamente a quanto riportano alcuni "sacri testi", l'articolo determinativo femminile plurale "le" si può apostrofare davanti ai sostantivi che cominciano con la stessa vocale (e): le erbe, ma anche l'erbe. È lo stesso caso, insomma, dell'articolo maschile gli: gli italiani o gl'italiani.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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