Fausto Raso ha scritto:Marco1971 ha scritto:Non v’è nulla di piú innocuo, per la lingua, della sostantivazione, cred’io (e non sol io).

Potrebbe fare un bell'esempio di sostantivazione? Grazie
Dalla grammatica di Luca Serianni [III.8]:
In italiano, come nella maggior parte delle lingue indeuropee, l’autonomia del nome dalle altre categorie grammaticali appare saldamente garantita sul piano morfologico; tuttavia, qualunque parola che non sia un nome può assumere, senza modificare la sua forma, funzione nominale (si parla in questi casi di uso sostantivato). Ecco una serie di esempi di varie parti del discorso usate come sostantivi:
a) (verbo): «il rimembrar delle passate cose» (Leopardi, Alla luna, 15);
b) (avverbio): «quando si veniva a quel punto oscuro della fuga de’ nostri tre poveretti, e del come, e del perché, e del dove» (Manzoni, I Promessi Sposi, XI 25); «il troppo stroppia» (proverbio);
c) (aggettivo): «con tanta pratica degli uomini e delle cose, con tanto meditare, con tanta passione per il buono e per il bello» (Manzoni, I Promessi Sposi, XXII 46); per gli aggettivi sostantivati del tipo il pubblico, il privato, il politico cfr. V.47);
d) (congiunzione): «ma, ci fu un ma» (Viani); «su questa ‘versione’ di Santi ci sono però dei se e dei ma» («La Repubblica», 24.4.1987, 17);
e) (pronome): «torna a casa, perché i tuoi non abbiano a star piú in pena per te» (Manzoni, I Promessi Sposi, VIII 71);
f) (numerale): «avendo la bocca ancora aperta, per un gran ‘sei’ che n’era scoppiato fuori» (Manzoni, I Promessi Sposi, VII 64);
g) (preposizione): «l’infinito retto da ‘desiderare’ non vuole il di».
A questa lista si possono aggiungere anche locuzioni avverbiali, come
un faccia a faccia, un tu per tu, ecc., o sintagmi verbali quali
un fuggi fuggi, un parapiglia, un tiremmolla, un nontiscordardimé, e via sostantivando.
