Transgender

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Bue
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Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

So che si va fuori tema, ma tanto in questo filone ci si era già andati abbondantemente, dunque re-intervengo.
methao_donor ha scritto:In particolare sul fatto che "omosessuale" e "transessuale" sarebbero da evitare perché pongono troppo l'accento sul comportamento sessuale...
Scusate, nel caso di "omosessuale" non è proprio quello il punto?
Non credo che in questa sede qualcuno abbia sostenuto che "omosessuale" o "transessuale" sono da evitare. La discussione era nata - come forse ha potuto notare - da un preteso fastidio per il termine, che in realtà mascherava molto malamente un molto più cospicuo fastidio debordante nel disprezzo nei confronti di transessuali e omosessuali in genere, e di uno in particolare ossia il deputato Vladimir Luxuria. La mia risposta si riconduceva alle motivazioni addotte dalla stessa Luxuria nel giustificare l'uso di quel termine.

Personalmente io devo dire che seppure non mi trovi del tutto d'accordo con gli eccessi a cui fa riferimento lei nell'uso degli eufemismi, in questo caso capisco abbastanza il punto.

E' vero, "tecnicamente", nel caso di "omosessuale" il punto sta proprio nell'orientamento (NON nel comportamento) sessuale. Ma rimane il fatto che, stanti i secolari pregiudizi sociali che ancora ci portiamo dietro, insistere sulla parola sesso nell'unico termine neutro che definisce la categoria ha degli aspetti negativi che non si possono totalmente trascurare.

Pensi alla differenza tra un adolescente etero e uno gay: il primo non si deve mai porre il problema di definirsi, di dare un nome alla propria identità: è quello che tutto il resto della società si aspetta, ciò che tutti danno per scontato. Il secondo invece è costretto a darsi un nome, e il nome, se vuole evitare - ma non ci riuscirà - tutti quelli attinti dalla ricchissima classe di sinonimi per lo più contenenti raffinati riferimenti a orifizi posteriori più o meno integri, se non vuole ricorrere all'anglismo "gay" è costretto a usare "omosessuale", un termine che - ripeto - intanto è stato creato inizialmente per designare una patologia, e in secondo luogo fa esplicito riferimento al sesso. D'accordo, stiamo parlando di quello, ma teniamo presente che l'eterosessuale questo problema non ce l'ha, che non deve mai pensare con angoscia che forse dovrà spiegare un giorno alla mamma, alla nonna e alla prozia baciapile "sono eterosessuale".

Non so se è così difficile da capire o se bisogna per forza aver vissuto tutto ciò sulla propria pelle. Ma anche se le cose stessero così, la storia degli affrancamenti dalle discriminazioni ci ha insegnato che per stabilire se un termine è o no offensivo o se ha o no valenze offensive bisogna sentire il parere degli interessati, cioè di quelli che l'offesa la subiscono.
methao_donor ha scritto:A meno che non si vogliano sostenere le idiozie in stile cultura-gay, con articoli atti a dimostrare come un artista debba essere omosessuale…
A cosa si riferisce in particolare?
methao_donor ha scritto:Per quanto riguarda "transessuale", il termine intrinsecamente NON PUO' porre l'accento sul comportamento sessuale
Secondo me nel caso di "transessuale" c'è anche la necessità di distinguere - ad esempio - tra chi decide di cambiare sesso chirurgicamente e chi no, tra chi si sente completamente e indiscutibilmente appartenente al sesso opposto e chi invece opta per una specie di via di mezzo, come il suddetto Luxuria sembrava lasciar intendere di sé.
In questo caso io mi sento di rispettare di più l'opinione degli interessati, rispetto a quella dei vari moralisti e moralizzatori di una parte e dell'altra.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Bue ha scritto:Non credo che in questa sede qualcuno abbia sostenuto che "omosessuale" o "transessuale" sono da evitare. La discussione era nata - come forse ha potuto notare - da un preteso fastidio per il termine, che in realtà mascherava molto malamente un molto più cospicuo fastidio debordante nel disprezzo nei confronti di transessuali e omosessuali in genere, e di uno in particolare ossia il deputato Vladimir Luxuria. La mia risposta si riconduceva alle motivazioni addotte dalla stessa Luxuria nel giustificare l'uso di quel termine.
Difatti non mi pare di aver tirato in ballo lei o qualcun altro qui presente, né vedo perché senta l'esigenza di "giustificarsi" in risposta a un discorso del tutto generico.
E' vero, "tecnicamente", nel caso di "omosessuale" il punto sta proprio nell'orientamento (NON nel comportamento) sessuale. Ma rimane il fatto che, stanti i secolari pregiudizi sociali che ancora ci portiamo dietro, insistere sulla parola sesso nell'unico termine neutro che definisce la categoria ha degli aspetti negativi che non si possono totalmente trascurare.

Pensi alla differenza tra un adolescente etero e uno gay: il primo non si deve mai porre il problema di definirsi, di dare un nome alla propria identità: è quello che tutto il resto della società si aspetta, ciò che tutti danno per scontato. Il secondo invece è costretto a darsi un nome, e il nome, se vuole evitare - ma non ci riuscirà - tutti quelli attinti dalla ricchissima classe di sinonimi per lo più contenenti raffinati riferimenti a orifizi posteriori più o meno integri, se non vuole ricorrere all'anglismo "gay" è costretto a usare "omosessuale", un termine che - ripeto - intanto è stato creato inizialmente per designare una patologia, e in secondo luogo fa esplicito riferimento al sesso. D'accordo, stiamo parlando di quello, ma teniamo presente che l'eterosessuale questo problema non ce l'ha, che non deve mai pensare con angoscia che forse dovrà spiegare un giorno alla mamma, alla nonna e alla prozia baciapile "sono eterosessuale".

Non so se è così difficile da capire o se bisogna per forza aver vissuto tutto ciò sulla propria pelle. Ma anche se le cose stessero così, la storia degli affrancamenti dalle discriminazioni ci ha insegnato che per stabilire se un termine è o no offensivo o se ha o no valenze offensive bisogna sentire il parere degli interessati, cioè di quelli che l'offesa la subiscono.
Mi scusi, ma tutto ciò mi sembra prossimo all'assurdo.
Come lei stesso dice, il punto sta tutto nell'orientamento sessuale. E quindi dov'è il problema? L'eterosessuale non ha problemi a definirsi tale proprio perché è una cosa normale, e non v'è alcun problema nel riferimento al sesso. L'omosessuale che si sente offeso dall'uso di tale termine a me pare molto sciocco, dacché l'offesa proviene da se medesimo nei propri confronti.
SE il fatto di avere tale orientamente SESSUALE è una cosa normale e lecita, non vedo dove sia il problema.
SE invece trova che non lo sia, non dovrebbe indignarsi, bensì vergognarsi di sentirsi così nominare.

Per concludere, ripeto per l'ennesima volta il discorso sugli eufemismi.
Chi si offende nel sentirsi definire PER CIO' CHE E', per quanto mi riguarda è in primis uno sciocco, e soprattutto forza attiva della discriminazione che subisce lui stesso e chi è come lui.

Ultima cosa... io non l'avrò provato sulla mia pelle, è vero...
Ma, sinceramente, laddove m'è capitato di sentire (e, anche se di rado, m'è capitato) qualcuno desideroso di offendere l'interlocutore gay, l'ho sentito sfoggiare un ricco e colorito repertorio che certo non comprende il termine omosessuale.
Anzi, tale evenienza mi parrebbe quasi surreale.
methao_donor ha scritto:A meno che non si vogliano sostenere le idiozie in stile cultura-gay, con articoli atti a dimostrare come un artista debba essere omosessuale…
A cosa si riferisce in particolare?
Non mi chieda di recuperarli, ché non saprei neanche dove partire. :D
Mi riferisco, comunque, ad alcuni articoli che "teorizzavano" la necessità, per un artista, di essere omosessuale.
Secondo me nel caso di "transessuale" c'è anche la necessità di distinguere - ad esempio - tra chi decide di cambiare sesso chirurgicamente e chi no, tra chi si sente completamente e indiscutibilmente appartenente al sesso opposto e chi invece opta per una specie di via di mezzo, come il suddetto Luxuria sembrava lasciar intendere di sé.
Ecco, il fatto della distinzione può essere invece un argomento interessante. Ma son troppo stanco per risponderle ora. :D
In questo caso io mi sento di rispettare di più l'opinione degli interessati, rispetto a quella dei vari moralisti e moralizzatori di una parte e dell'altra.
Io no, per quanto suddetto.
Io non ho scelto il mio nome. Ma, visto che non ho alcun motivo di nasconderlo o di vergognarmi di esso, non c'è alcun bisogno di chiedermi come voglio essere chiamato. Il mio nome, semplicemente, basta e avanza.
Se per altri non è così, problema loro. Da chi li conosce si facciano chiamare come meglio credono. L'anagrafe faccia invece per conto suo.
Il sonno della ragione genera mostri.
Bue
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Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

methao_donor ha scritto:Difatti non mi pare di aver tirato in ballo lei o qualcun altro qui presente, né vedo perché senta l'esigenza di "giustificarsi" in risposta a un discorso del tutto generico.
Perché ero stato io a introdurre l'argomentazione del riferimento al sesso nelle parole "transessuale" e "omosessuale".
L'eterosessuale non ha problemi a definirsi tale proprio perché è una cosa normale, e non v'è alcun problema nel riferimento al sesso.
Allora non ci siamo capiti, o non mi sono spiegato. L'eterosessuale il riferimento al sesso non lo fa affatto, perché la parola "eterosessuale" non la usa proprio mai, se non molto sporadicamente quando si trova a confrontarsi su problemi simili a quelli che stiamo discutendo ora. Io sono convinto che mia madre - laureata - non abbia MAI pronunciato in vita sua la parola "eterosessuale", figuriamoci mia nonna buonanima, e lo stesso dicasi per almeno uno dei miei fratelli (lo stesso che anni fa disse che avrebbe buttato fuori di casa a botte in testa un eventuale figlio omosessuale)
L'omosessuale che si sente offeso dall'uso di tale termine a me pare molto sciocco
Non credo esistano persone che si sentono offese dal termine. Mi è però capitato di sentire da più parti definire il termine come brutto, per le diverse ragioni che ho cercato di spiegare. Resta il dato di fatto che internazionalmente si è imposto gay, e non per semplice anglofilia, dato che esiste anche homosexual. Le analisi socio-politico-antropo-linguistiche che ho letto, riguardanti questo fatto, in genere mettono in luce gli aspetti poco appealing del termine scientifico-medico.
Chi si offende nel sentirsi definire PER CIO' CHE E', per quanto mi riguarda è in primis uno sciocco, e soprattutto forza attiva della discriminazione che subisce lui stesso e chi è come lui.
Su questo sono con lei, ma anche se io personalmente trovo che ad esempio in Italia non sussistano i motivi per considerare offensivo l'aggettivo negro, rimane un fatto innegabile che - per motivi giusti o sbagliati - nella società odierna è considerato tale, e dunque cerco di evitarlo.
Ultima cosa... io non l'avrò provato sulla mia pelle, è vero...
Ma, sinceramente, laddove m'è capitato di sentire (e, anche se di rado, m'è capitato) qualcuno desideroso di offendere l'interlocutore gay, l'ho sentito sfoggiare un ricco e colorito repertorio che certo non comprende il termine omosessuale.
Anzi, tale evenienza mi parrebbe quasi surreale.
Beh, le ricordo tuttavia che diversi membri del nostro parlamento (Tremaglia, un altro politico di AN di cui ahimè non ricordo il nome, Calderoli e altri "onorevoli" leghisti) usando - sicuramente in malafede - un argomento del tutto simile al suo hanno pubblicamente usato una parola che inizia per Q e finisce per -lattoni, sostenendo che bisogna chiamare le cose col loro nome, che non c'è niente di offensivo, che in Padania si chiamano così (come ben so sulla mia padana pelle), ecc.
Avatara utente
Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Signori, lo so che con questo argomento non è facile, ma cerchiamo di mantenere la discussione s’un terreno linguistico. Grazie.
fiorentino90
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Intervento di fiorentino90 »

Nella lista s'è scritto: transgender: transessuale, trasgenere. "Trasgenere" sarebbe preferibile a "transgenere", ma nella seconda forma esiste già e si può evitare di scriverlo in corsivo. Inoltre, "transgenere" sta tanto per "transessuale" quanto per "travestito", come riportato nella settima edizione dell'Oxford Advanced Learner's Dictionary
transgender: relating to transsexuals and transvestites
Quindi, io direi:
transgender: transgenere, transessuale/travestito, trasgenere
marmaluott
Interventi: 21
Iscritto in data: gio, 03 mag 2007 23:08

Re: Transgender

Intervento di marmaluott »

Bue ha scritto:Quella "certa persona che ha disconosciuto il suo sesso" (ed è quindi disposta anche a disconoscere la Patria e merita il confino: chi non è buono per la Regina non è buono nemmeno per il Re) ...
Bue ha scritto:Abbasso la Perfida Albione e viva l'Autarchia, presumo. Si rivolga a chi ha voluto il ministero del welfare, la devolution e altre amenità simili.
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