«La condanna era stata ‹eseguita›»
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«La condanna era stata ‹eseguita›»
Nella trasmissione TV "Voyager" di Rai2, una voce fuori campo ha detto: "La condanna era stata eseguita".
Povera lingua italica! Da quando in qua le condanne si eseguono?
Povera lingua italica! Da quando in qua le condanne si eseguono?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Sarà accettabile nella lingua meno sorvegliata e in sensi figurati, ma credo che, nel linguaggio giuridico, non si associno molto spesso i due termini... Attendiamo l’eventuale smentita del mondo forense.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Freelancer
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Senz'altro una condanna capitale la si esegue e non è lingua meno sorvegliata né uso figurato, infatti a esempio il Devoto-Oli alla voce ghigliottina scrive "Macchina per l'esecuzione di condanne capitali mediante decapitazione".
Dipende anche dalla collocazione temporale della frase: una condanna viene pronunziata, ma quando il condannato ha finito di scontarla, allora si può ben dire che è stata eseguita.
Dipende anche dalla collocazione temporale della frase: una condanna viene pronunziata, ma quando il condannato ha finito di scontarla, allora si può ben dire che è stata eseguita.
Ultima modifica di Freelancer in data mer, 14 mag 2008 17:18, modificato 1 volta in totale.
Sí, eseguire una condanna.
Irrogare, infliggere una condanna, ma anche eseguire.
La condanna è l'affermazione di responsabilità penale (e non solo) di un soggetto in relazione ad un fatto costituente reato, pronunciata con sentenza o con decreto e con conseguente applicazione della pena. Il giudice pronuncia la sentenza di condanna comminando una pena determinata. In sintesi, è un provvedimento con cui il giudice infligge una pena o impone un obbligo.
Una caratteristica di tutti i provvedimenti giurisdizionali irrevocabili (e non solo) è la c.d. esecutività, cioè l'attitudine piena di un provvedimento giurisdizionale ad essere formalmente eseguibile, la sua idoneità ad essere posto in esecuzione.
Quanto alle sentenze di condanna, l'art. 28 co. 4 delle attuali disposizioni regolamentari per l'esecuzione del c.p.p. si limita a disporre genericamente (cioè senza indicare espressamente un termine per l'esecuzione) che «il pubblico ministero promuove senza ritardo l'esecuzione del provvedimento».
L'art. 600 del c.p.p. è rubricato Provvedimenti in ordine all'esecuzione delle condanne civili. Qualora la parte civile abbia ragione di temere per l'esecuzione della condanna in suo favore, rivolgendo istanza al giudice e indicando i «giustificati motivi» può ottenere l'immediata esecuzione (definita «provvisoria» perché la sentenza non è divenuta definitiva).
Irrogare, infliggere una condanna, ma anche eseguire.
La condanna è l'affermazione di responsabilità penale (e non solo) di un soggetto in relazione ad un fatto costituente reato, pronunciata con sentenza o con decreto e con conseguente applicazione della pena. Il giudice pronuncia la sentenza di condanna comminando una pena determinata. In sintesi, è un provvedimento con cui il giudice infligge una pena o impone un obbligo.
Una caratteristica di tutti i provvedimenti giurisdizionali irrevocabili (e non solo) è la c.d. esecutività, cioè l'attitudine piena di un provvedimento giurisdizionale ad essere formalmente eseguibile, la sua idoneità ad essere posto in esecuzione.
Quanto alle sentenze di condanna, l'art. 28 co. 4 delle attuali disposizioni regolamentari per l'esecuzione del c.p.p. si limita a disporre genericamente (cioè senza indicare espressamente un termine per l'esecuzione) che «il pubblico ministero promuove senza ritardo l'esecuzione del provvedimento».
L'art. 600 del c.p.p. è rubricato Provvedimenti in ordine all'esecuzione delle condanne civili. Qualora la parte civile abbia ragione di temere per l'esecuzione della condanna in suo favore, rivolgendo istanza al giudice e indicando i «giustificati motivi» può ottenere l'immediata esecuzione (definita «provvisoria» perché la sentenza non è divenuta definitiva).
Ultima modifica di Gianluca in data dom, 21 ago 2011 16:03, modificato 1 volta in totale.
Freelancer dixit:

È una sbadataggine per irrogare o no?una condanna prima di essere erogata viene [...]

I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
In effetti, il giudice írroga e non èroga una condanna, una pena, una sanzione. Si dice anche «emettere una condanna». Non mi pare, però, che erogare significhi emettere...
Ultima modifica di Gianluca in data dom, 21 ago 2011 16:04, modificato 1 volta in totale.
- Freelancer
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Riguardo alla pronuncia, il DOP ritiene preferibile irrògo (ma sempre èrogo).Gianluca ha scritto:In effetti, il giudice írroga e non èroga...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Quale edizione dello Zingarelli? Nella mia (undicesima) – fonetica a cura di Piero Fiorelli – írrogo è data come seconda pronuncia, senza commenti.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Dirò una sciocchezza, comunque...
Ho sempre sentito: "L'imputato è stato condannato alla pena capitale e la sentenza è stata eseguita all'alba".
Ho sempre sentito: "L'imputato è stato condannato alla pena capitale e la sentenza è stata eseguita all'alba".
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Voglia perdonarmi, gentile Gianluca, la legge, il codice, il regolamento commina, non il giudice.Gianluca ha scritto:Il giudice pronuncia la sentenza di condanna comminando una pena determinata. In sintesi, è un provvedimento con cui il giudice infligge una pena o impone un obbligo.
Si veda QUI.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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