«La condanna era stata ‹eseguita›»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Gianluca
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Intervento di Gianluca »

Fausto Raso ha scritto:Dirò una sciocchezza, comunque...
Ho sempre sentito: "L'imputato è stato condannato alla pena capitale e la sentenza è stata eseguita all'alba".
Caro Fausto, quello che ho scritto è testimoniato da una fonte del diritto (art. 600 c.p.p., V. sopra).
Fausto Raso ha scritto:Voglia perdonarmi, gentile Gianluca, la legge commina, non il giudice.
Chiedo scusa, ha ragione. Ho commesso un errore grossolano: il verbo «comminare», infatti, ci è venuto dal latino comminari che vuol dire alla lettera ‘minacciare insieme’ composto com’è di un prefisso cum, ‘con’, indicante generalità di effetto, di azione, e minari, ‘minacciare’. Perciò «comminare una pena» significa minacciarla collettivamente, prescriverla genericamente per tutti coloro che si rendessero colpevoli di quel determinato reato. Chi può comminare una pena, cioè minacciarla, stabilirla, non può essere perciò che la legge. [V. Aldo Gabrielli, Il Museo degli Errori, Oscar Mondadori n. 728, Milano 1977.]

La pena viene inflitta!

A tal proposito, l'art. 20 del c.p. afferma (sotto la rubrica Pene principali e accessorie): – Le pene principali sono inflitte dal giudice con sentenza di condanna; [...]"

Usando un linguaggio strettamente giuridico: il giudice applica la pena.

P.S. Caro Prof. Marco mi ha preceduto... Stavo correggendo il messaggio. Ma allora írrogo o irrògo? :roll:
Ultima modifica di Gianluca in data dom, 21 ago 2011 16:08, modificato 5 volte in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il De Mauro, come sa, Gianluca, riflette anche gli usi non raccomandabili. Sotto comminare, nel Treccani, c’è scritto:

Erroneo l’uso del verbo nel sign. di infliggere (una pena).

In maniera simile mette in guardia il Devoto-Oli, e, naturalmente, il Gabrielli bivolume.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Di comminare s'è parlato già qui e qui (strano che non abbia trovato altre discussioni, ma in effetti non c'è molto da dire), e c'è qualcosa anche nella Crusca per voi (n.° 32, pp. 9-10).

Per il resto, mi sembra abbastanza chiaro: la norma di legge commina; il giudice, applicando la legge, irroga la pena prevista; qualcun altro la esegue materialmente (ad esempio il boia; non certo il giudice, che prescrive, e non mette in atto o attua alcunché).
In effetti, applicare e infliggere sono sinonimi piú generici di irrogare, che si possono riferire anche all'esecuzione.
La pena di morte è un caso estremo; talvolta l'irrogazione è tutt'uno coll'esecuzione, di fatto, tanto che non credo che si possa dire che il vigile irroga una multa per divieto di sosta; le multe cui si riferisce il Treccani saranno piú probabilmente sanzioni pecuniarie inflitte da un giudice – ma queste sono solo mie suppozioni sulla base dell'etimologia: qualcuno ne sa di piú? –.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Federico ha scritto:Di comminare s'è parlato già qui e qui (strano che non abbia trovato altre discussioni, ma in effetti non c'è molto da dire), e c'è qualcosa anche nella Crusca per voi (n.° 32, pp. 9-10).
Ho letto l'articolo della Crusca per voi di cui sopra, è una lunga risposta di Bice Mortara Garavelli alla domanda sull'uso di comminare da parte di avvocati e magistrati per infliggere una condanna, e la linguista, esperta di linguaggio giuridico, spiega, riportando vari esempi presi da decreti legislativi, che il senso di comminare sta per l'appunto slittando per un "rapporto di solidarietà, o di consequenzialità, tra 'minacciare' ('stabilire', 'assegnare') una pena da parte della legge, e mettere in esecuzione la minaccia, assegnare in concreto la pena da parte di chi applica la legge'. Analogamente, aggiunge la linguista, a quanto è accaduto per irrogare in cui la trasposizione dell'etimo originario avvenuta in latino è stata ereditata dall'italiano. Conclude la linguista: "Basta sfogliare un dizionario per rendersi conto di quanta parte abbiano nella formazione e nell'evoluzione del lessico l'estensione del significato, l'acquisto e la perdita di valori figurati, le improprietà rispetto agli etimi istituite e legittimate dall'uso".
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Federico
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Intervento di Federico »

Un po' di confusione non è un gran male, e spesso è anche logica, quando corrisponde a una confusione di ruoli, cioè quando non c'è precisa distinzione fra chi irroga e chi esegue; d'altro canto è giusto che dei termini o quantomeno delle accezioni tecniche mantengano la propria precisione, per quei pochi che ne hanno bisogno.
Ecco perché a volte torna comodo irrogare, poco consigliabile nel linguaggio comune.
Gianluca
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Intervento di Gianluca »

[...]il senso di comminare sta per l'appunto slittando per un "rapporto di solidarietà, o di consequenzialità, tra 'minacciare' ('stabilire', 'assegnare') una pena da parte della legge, e mettere in esecuzione la minaccia, assegnare in concreto la pena da parte di chi applica la legge.'
Sí, anch'io ho usato il verbo comminare in questo senso. (Assegnare in concreto la pena da parte di chi applica la legge, cioè da parte del giudice. Ma il suo reale significato è ‘minacciare’, quindi... Abbiamo già detto.)

Il problema è se si può dire eseguire una condanna. Cercherò di essere chiaro e preciso:
Fausto Raso ha scritto:Ho sempre sentito: "L'imputato è stato condannato alla pena capitale e la sentenza è stata eseguita all'alba".
Certo, le sentenze si eseguono. La condanna, però, è contenuta in una sentenza e, come tale, si esegue: la condanna – ripeto – è la decisione dell'autorità giudiziaria, contenuta in una sentenza e motivata in un dispositivo.
In materia civile, si concreta nell'ordine di dare o fare, diretto a una parte nell'interesse dell'altra parte. In materia penale, si concreta nell'irrogazione di una pena, inflitta all'imputato ritenuto colpevole.
Ora – per fare un esempio –, il giudice può condannare una parte al pagamento di una somma di denaro che il giudice stesso liquida a favore della parte danneggiata come anticipo di quanto le spetterà definitivamente, rinviando ad un momento successivo la determinazione dell'importo complessivo del danno (c.d. provvisionale).
Tuttavia, se ricorrono gravi motivi, il giudice può disporre che sia sospesa l'esecuzione della condanna al pagamento della provvisionale (art. 600 c.p.p., co. 3).
Ultima modifica di Gianluca in data dom, 21 ago 2011 16:10, modificato 3 volte in totale.
Bue
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Re: La condanna era stata "eseguita"

Intervento di Bue »

Fausto Raso ha scritto:Nella trasmissione TV "Voyager" di Rai2 [...] Povera lingua italica!
…e povera scienza e cultura italica, se le trasmissioni "culturali" del servizio pubblico raggiungono lo spaventoso livello di cialtroneria di Voyager, di cui a mio avviso la scarsa attenzione all'italiano e` il meno grave dei difetti.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Nell'esempio citato da Gianluca non si può intendere che il giudice sospende l'esecuzione della [sentenza di] condanna?
La condanna si sconta, anche. La sentenza si esegue, sempre. E' in libreria un volume sul caso Moro intitolato per l'appunto Eseguendo la sentenza, citazione dal famoso comunicato delle Brigate rosse, per l'occasione attente al lessico. Eseguire la condanna, non so perché, non riesce a convincermi.
Gianluca
Interventi: 128
Iscritto in data: sab, 25 ago 2007 18:34

Intervento di Gianluca »

CarloB ha scritto:Nell'esempio citato da Gianluca non si può intendere che il giudice sospende l'esecuzione della [sentenza di] condanna?
Sí, ma l'ho specificato nell'ultimo messaggio...
CarloB ha scritto:Eseguire la condanna, non so perché, non riesce a convincermi.
La rimando all'ultimo messaggio...
Le ricordo il titolo/rubrica dell'art. 600 del c.p.p.: Provvedimenti in ordine all'esecuzione delle condanne civili.

Ricordo anche l'art. 612 del c.p.p. Sospensione dell'esecuzione della condanna civile: A richiesta dell'imputato o del responsabile civile, la corte di cassazione può sospendere, in pendenza del ricorso, l'esecuzione della condanna civile, quando può derivarne grave e irreparabile danno. La decisione sulla richiesta di sospensione della condanna civile è adottata dalla corte di cassazione con ordinanza in camera di consiglio.
Ultima modifica di Gianluca in data dom, 21 ago 2011 16:11, modificato 1 volta in totale.
CarloB
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Iscritto in data: mar, 01 feb 2005 18:23

Intervento di CarloB »

Caro Gianluca, esprimevo semplicemente una preferenza di gusto personale. Eseguire la condanna, anche se si trova nel codice di procedura penale, non mi suona bene. Un mio capriccio, forse. Certo, immagino che mi capiterà di usare quell'espressione; ma cercherò di sorvegliarmi.
Colgo l'occasione per ringraziarla per le preziose informazioni sul lessico giuridico e per le citazioni dai codici.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

CarloB ha scritto:Eseguire la condanna, anche se si trova nel codice di procedura penale, non mi suona bene. Un mio capriccio, forse.
Si rassicuri, caro Carlo, non suona punto bene neanche a me, e non lo dirò mai, con buona pace dell’uso giuridico. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Fatte salve le preferenze personali, è un'innocua metonimia.
Gianluca
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Iscritto in data: sab, 25 ago 2007 18:34

Intervento di Gianluca »

CarloB ha scritto:Colgo l'occasione per ringraziarla per le preziose informazioni sul lessico giuridico e per le citazioni dai codici.
Si figuri! Un vero piacere.
Marco1971 ha scritto:Sarà accettabile nella lingua meno sorvegliata e in sensi figurati, ma credo che, nel linguaggio giuridico, non si associno molto spesso i due termini... Attendiamo l’eventuale smentita del mondo forense.
Io mi sono limitato a sottolineare l'uso di eseguire una condanna nel linguaggio giuridico...

Nel linguaggio giuridico esecuzione è la parola usata per designare l'attività o il complesso di attività volte a dare attuazione pratica a quanto disposto da una sentenza (ad es., la condanna), da un provvedimento: esecuzione capitale (o, semplicemente, esecuzione), di una condanna a morte...
CarloB ha scritto:Caro Gianluca, esprimevo semplicemente una preferenza di gusto personale. Eseguire la condanna, anche se si trova nel codice di procedura penale, non mi suona bene. Un mio capriccio, forse. Certo, immagino che mi capiterà di usare quell'espressione; ma cercherò di sorvegliarmi.
Marco1971 ha scritto:Si rassicuri, caro Carlo, non suona punto bene neanche a me, e non lo dirò mai, con buona pace dell’uso giuridico. :wink:
Voi che proponete?
CarloB
Interventi: 444
Iscritto in data: mar, 01 feb 2005 18:23

Intervento di CarloB »

Tenderei a dire che si pronuncia una condanna, si applica o si infligge una pena, si esegue una sentenza.
Ma, ripeto, è una questione di gusto personale. E se nel linguaggio forense e giuridico si dice e si scrive correntemente eseguire/esecuzione con riferimento a condanna non contesto che sia un uso legittimo e prevedo anzi che si generalizzerà.
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Black Mamba
Interventi: 95
Iscritto in data: sab, 13 ott 2007 19:41

Emettere una decisione.

Intervento di Black Mamba »

Buonasera!
Credo il mio quesito possa essere ospitato in questo filone, senza doverne aprire uno nuovo.

Mi è stato chiesto di modificare la frase "La Commissione prenderà una decisione che sarà sempre vincolante per la società."
in questo modo:
"La Commissione emetterà una decisione che sarà sempre vincolante per la società."

È corretto dire che una decisione si emette?

Non saprei dire perché, ma l'uso del verbo emettere con decisione non mi convince.

Ringrazio sin d'ora chi vorra rispondermi.
Hoc unum scio, me nihil scire.
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