«Cascare dal pero»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

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Federico
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«Cascare dal pero»

Intervento di Federico »

Tutti i dizionari riportano la locuzione fare pero, che non non ricordo di aver mai sentito né letto in vita mia, ma non trovo cascare dal pero (o cadere; anche dal melo, leggo – ma non sento mai –), che pure mi sembra molto piú comune, anche se non quanto cadere dalle nuvole, che comunque i dizionari non mi sembrano definire sempre in modo soddisfacente, dal momento che molti parlano di sbigottimento, che non mi sembra molto appropriato, mentre il Treccani come al solito è impeccabile: «mostrare grande sorpresa, spec. per cosa di cui non si sapeva assolutamente nulla».
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ho trovato questo nel Dizionario dei modi di dire della lingua italiana di B. M. Quartu (Milano, Rizzoli, 1993):

cascare dal pero Dover prendere atto, in genere dolorosamente, di una data realtà. Anche essere costretti a cambiar vita, peggiorandone il tenore, a causa di un rovescio economico e simili. Oppure essere costretti ad abbandonare un atteggiamento di superiorità, di snobismo, di altezzosità.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Ho sentito poche volte questa espressione. Ma sempre a significare "essere sorpresi, scoprire una situazione non prevista e/o non immaginata". Questo collima con il testo citato da Marco, ma solo in parte. Mi pareva che chi parlava non alludesse a un declassamento, un peggioramento delle condizioni di vita, ma semplicemente a una sorpresa.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E questo sarebbe il primo significato citato (su tre). È anche molto probabile che l’espressione abbia diverse sfumature secondo le zone in cui viene usata.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Anch'io non l'ho sentita usare in modo tale da giustificare quell'inciso «in genere dolorosamente»: chi casca dal pero lo fa spesso per piccole cose stupide, e fa magari una figuraccia perché mostra di non sapere qualcosa che ci si aspettava sapesse, ma in genere niente di particolarmente grave; altrimenti non si userebbe un'espressione come questa, leggera e scherzosa.
Marco1971 ha scritto:È anche molto probabile che l’espressione abbia diverse sfumature secondo le zone in cui viene usata.
Questa è probabilmente la spiegazione.
Bue
Interventi: 866
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Intervento di Bue »

Non so se cascare dal pero sia collegata a scendere dal pero, che significa "aprire gli occhi sulla realtà", e che io ho sempre pensato derivata dalla novella del Decameron in cui due amanti convincono il marito di lei a salire su un pero "incantato" che permette di vedere scene erotiche "inesistenti".
Boccaccio ha scritto:- Ahi rea femina, che è quel che tu fai? E tu Pirro, di cui io più mi fidava? - e così dicendo cominciò a scendere del pero.
Ultima modifica di Bue in data ven, 27 giu 2008 11:12, modificato 1 volta in totale.
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Fabio48
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Intervento di Fabio48 »

Dalle mie parti, "Non sono mica sceso dal pero" è come dire "non sono uno sprovveduto!" Praticamente equivale a "'Un son mi'a venuto giù colla piena..."

Cordialità.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Due osservazioni molto interessanti.
Chissà perché il pero ha tanta fortuna nella simbologia italiana.
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Black Mamba
Interventi: 95
Iscritto in data: sab, 13 ott 2007 19:41

Intervento di Black Mamba »

È un'espressione che ho sentito raramente e soltanto in Toscana, nell'accezione di trasecolare. Piú frequenti, invece, espressioni simili come restare a bocca aperta o cadere dalle nuvole.
Hoc unum scio, me nihil scire.
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Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Forse sbaglio, ma direi che è piú comune cascare dalle nuvole.

In effetti, non so perché il pero (e la pera: Al contadin non far sapere com’è buono il cacio colle pere) ricorra cosí spesso in espressioni e proverbi.

Sarà stato l’albero dei poveri?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Black Mamba
Interventi: 95
Iscritto in data: sab, 13 ott 2007 19:41

Intervento di Black Mamba »

Non credo lei si sbagli.
In effetti la maggior parte dei dizionari riporta cascare dalle nuvole.
Treccani e De Mauro in linea riportano entrambe le versioni. Garzanti Linguistica solo cascare dalle nuvole e DISC in linea solo cadere dalle nuvole.

Tornando ai peri e alle pere, il De Mauro in linea riporta anche la locuzione cascare come una pera (o addirittura come una pera cotta).
Hoc unum scio, me nihil scire.
CarloB
Interventi: 444
Iscritto in data: mar, 01 feb 2005 18:23

Intervento di CarloB »

Caro Marco, e se in questo caso la fiorentinità le facesse velo? :wink: A nord della Linea Gotica cadere dalle nuvole , stando alla mia esperienza, anche di parlante, ho l'impressione che ricorra con frequenza molto maggiore che non cascare dalle nuvole. E in generale cadere è preferito a cascare, nell'italiano dei settentrionali; quanti tra loro direbbero o scriverebbero: è cascato dal settimo piano? Credo ben pochi.
Avatara utente
Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Il Battaglia registra solo cascare dalle nuvole: sotto nuvola rimanda a cascare, dove c’è una discreta esemplificazione d’autore: Settembrini, Collodi, Verga, Pirandello, Gadda.

Tuttavia nella LIZ[a], cercando la sequenza dalle nuvole, s’incontrano un certo numero di occorrenze del verbo cadere (a naso direi 1/3 cadere e 2/3 cascare). E si trova alternato a cascare anche presso un medesimo autore.

Il verbo cascare, comunque, non è ristretto alla sola Toscana, è ampiamente usato nel Centro e nel Mezzogiorno. Ecco quel che ne dice il Treccani:

Lo stesso che cadere, ma più familiare e più espressivo, e perciò usato spec. in alcune locuz. e modi fig. o proverbiali.

Possiamo quindi considerarlo tranquillamente panitaliano (pane italiano :D).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 726
Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03

Intervento di Brazilian dude »

E da esso deriviamo le cascate, che sono entrate in altre lingue, come lo spagnolo, il portoghese, il francese e l'inglese, non le cadute. :)
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u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
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Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

CarloB ha scritto:Caro Marco, e se in questo caso la fiorentinità le facesse velo? :wink: A nord della Linea Gotica cadere dalle nuvole , stando alla mia esperienza, anche di parlante, ho l'impressione che ricorra con frequenza molto maggiore che non cascare dalle nuvole. E in generale cadere è preferito a cascare, nell'italiano dei settentrionali; quanti tra loro direbbero o scriverebbero: è cascato dal settimo piano? Credo ben pochi.
Concordo, nel nord(e) si cade dalle nuvole e non si casca.
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