«Dar franchigia»

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Federico
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«Dar franchigia»

Intervento di Federico »

Non trovo questa espressione dar franchigia da nessuna parte, eppure mi pare di averla sentita o letta come perfetto equivalente di dar forfait: ricordo male?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ho trovato solo donare a franchigia e donare a franchezza: ‘liberare, affrancare’.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Grazie. Devo essermi preso un abbaglio.
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Tecumseh
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Re: «Dar franchigia»

Intervento di Tecumseh »

Federico ha scritto:dar forfait
Ho notato che nella lista dei traducenti l'accezione in oggetto non è contemplata: svista, precisa scelta editoriale o, magari, pratica in itinere?

Aggiungo, per quel che vale (poco, oggettivamente, stanti le modeste conoscenze linguistiche complessive), che l'adattamento [solo] morfologico forfè sarebbe la mia prima scelta.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E il Battaglia registra solo forfè. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Oggi mi fate lavorare!
Aggiungo forfè alla lista.
Per dare forfait guardando i dizionari c'è l'imbarazzo della scelta (forse dandolo per scontato ci siamo dimenticati di metterlo in lista): ho messo per il momento «abbandonare, rinunciare, ritirarsi» (e quindi il forfait sarà il ritiro), ma solo io l'ho sentito usare in un'accezione (probabilmente figurata) piú simile a dare buca, a un appuntamento o altro impegno?
CarloB
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Intervento di CarloB »

…ma solo io l'ho sentito usare in un'accezione (probabilmente figurata) piú simile a dare buca, a un appuntamento o altro impegno?
Anch'io l'ho sentito proprio nell'accezione di dare buca.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ecco la trattazione completa del Battaglia.

Forfè, sm. Prezzo o compenso globale che deve restare invariato qualunque sia il valore o il costo effettivo della prestazione e della controprestazione.

Panzini, IV-272: ‘Forfait (À)’:voce francese usata nel linguaggio commerciale: vendere e comperare ‘à forfait’, trattare ‘à forfait...’. In italiano si dice ‘a rischio e pericolo’; in Sicilia ‘strasatto’. Vero è che nell’uso prevale il modo francese, talvolta con la grafia italianizzata ‘forfè’. Prezzo ‘à forfait’ = prezzo in blocco, senza specifica.

2. Sport. Rinuncia o mancata presenza di una squadra o di un concorrente a un incontro. – Dichiarare o dare forfè: ritirarsi da una competizione dando automaticamente la vittoria all’avversario. – Al figur.: abbandonare un lavoro o rinunciare a un incarico o alle proprie possibilità di successo.

= Adattamento del fr. forfait (sec. XVII), propriamente ‘mercato fatto, accordo fatto’, comp. da for- (alterazione di fur, lat. forum ‘mercato’) e fait, part. pass. di faire ‘fare’; per il significato n. 2 cfr. l’inglese forfeit, che è dal francese.
Ultima modifica di Marco1971 in data gio, 14 ago 2008 22:36, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

CarloB ha scritto:Anch'io l'ho sentito proprio nell'accezione di dare buca.
Che sia un uso milanese? A ogni modo l'aggiungo alla lista.
Marco1971 ha scritto:Ecco la trattazione completa del Battaglia.
Grazie.
Marco1971 ha scritto:In italiano si dice ‘a rischio e pericolo’; in Sicilia ‘strasatto’.
Questo mi sorprende un po': vale la pena di mettere in lista?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Federico ha scritto:
Marco1971 ha scritto:In italiano si dice ‘a rischio e pericolo’; in Sicilia ‘strasatto’.
Questo mi sorprende un po': vale la pena di mettere in lista?
Direi di no, basta forfè.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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