«Sapevo che Mario era strano»
Moderatore: Cruscanti
«Sapevo che Mario era strano»
La frase in questione è: «Sapevo che Mario era strano, ma anche i suoi gusti sono strani.» Un mio collega ritiene che sia scorretta, e propone: «Sapevo che Mario fosse strano, ma anche i suoi gusti sono strani.» Io sostengo che la prima versione è corretta; anzi, mi pare più corretto dire: «Sapevo che Mario è strano, ma anche i suoi gusti sono strani.» L'uso dell'imperfetto infatti mi pare suggerisca che Mario potrebbe nel frattempo essere cambiato, mentre sappiamo che il parlante ritiene che Mario sia strano ancora oggi.
Come al solito vi chiedo lumi, scusandomi in anticipo se l'argomento è gia stato trattato.
Come al solito vi chiedo lumi, scusandomi in anticipo se l'argomento è gia stato trattato.
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- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Concordo con lei, Daniele. L'uso del congiuntivo mette in dubbio la... certezza; l'indicativo, invece, conferma quanto già si sapeva. SAPEVO che eri strano.
Spero che concordi anche il gentile Marco.
Spero che concordi anche il gentile Marco.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Su questo mi ero espresso qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ho letto con attenzione il suo intervento, caro Marco, e come purtroppo spesso mi capita, la mia confusione è aumentata. Ancora una volta dunque non si può mettere un punto fermo? Che cosa devo dire al mio collega? Che ha ragione lui oppure io?
Forse la frase di partenza non è felicissima, ma mi pare non corrisponda a nessuna delle quattro frasi esemplificative da lei riportate. E comunque non so… L'argomento del sentimento mi pare così volatile…
Se la frase di patenza fosse stata: «Sapevo che Mario era strano, ma non fino a questo punto!» avremmo una corrispondenza con la seconda delle sue frasi esemplificative. Ma il congiuntivo mi sembrerebbe ancora sbagliato. Il congiuntivo lo vedrei solo se fosse esplicito nella seconda parte della frase: «Sapevo che Mario è/era strano, ma non pensavo che lo fosse fino a questo punto!»
Ah, come è difficile l'italiano!
Forse la frase di partenza non è felicissima, ma mi pare non corrisponda a nessuna delle quattro frasi esemplificative da lei riportate. E comunque non so… L'argomento del sentimento mi pare così volatile…
Se la frase di patenza fosse stata: «Sapevo che Mario era strano, ma non fino a questo punto!» avremmo una corrispondenza con la seconda delle sue frasi esemplificative. Ma il congiuntivo mi sembrerebbe ancora sbagliato. Il congiuntivo lo vedrei solo se fosse esplicito nella seconda parte della frase: «Sapevo che Mario è/era strano, ma non pensavo che lo fosse fino a questo punto!»
Ah, come è difficile l'italiano!
Al suo collega può dire che sono corrette entrambe le versioni, con connotazioni lievemente diverse: il congiuntivo sottolineerebbe un maggior coinvolgimento emotivo, mentre l’indicativo indicherebbe – appunto – una mera realtà fattuale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Caro Daniele,
in un certo senso (almeno credo) Marco le ha 'confermato' la mia risposta.
in un certo senso (almeno credo) Marco le ha 'confermato' la mia risposta.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Crede bene.Fausto Raso ha scritto:Caro Daniele,
in un certo senso (almeno credo) Marco le ha 'confermato' la mia risposta.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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