Se n’era parlato anni fa nell’ormai chilometrico e ingestibile megafilone sui forestierismi, ma vorrei riportare alla luce alcune considerazioni:
1. L’inglese partner è alterazione, attraverso vari passaggi, dell’antico francese par(e)çon (dal latino partitio ‘divisione, ripartizione, distribuzione’).
2. Il francese moderno ha partenaire.
3. In italiano esiste il derivato partenariato.
Perché, dunque, ostinarsi a respingere partenario? In Ticino è stato accolto e si trova in documenti tutt’altro che umoristici, ad esempio qui:
Opera divulgativa di fondamentale importanza sui ca[s]telli di Bellinzona, scritta dallo storico che ha diretto i primi importanti scavi negli anni sessanta e che svolse il ruolo di partenario scientifico nella candidatura presso l’UNESCO.
Naturalmente non sto dicendo di sostituire sempre partner con partenario: secondo i casi e le circostanze si possono usare compagno, socio, ecc.
«Partenario»
Moderatore: Cruscanti
«Partenario»
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
In questa pagina di Wikipedia si parla di partner fungini e partner fotosintetici:
http://it.wikipedia.org/wiki/Lichene
Quale traducente usare in questo contesto?
http://it.wikipedia.org/wiki/Lichene
Quale traducente usare in questo contesto?
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