Mi piacerebbe conoscere il vostro parere su questo argomento.

Moderatore: Cruscanti
Il DiPI registra ancora la voce alla grafia tie' ma l'entrata verrà cambiata dando la preferenza alla grafia tiè (sul grado di accettabilità delle altre grafie [tie', tié] la discussione col Canepari è ancora aperta).Incarcato ha scritto:... che è anche quella registrata nel DiPI.
A dire il vero, passando in rassegna le forme interiettive analoghe, in cui pure non è avvertita la derivazione dagl'imperativi apocopati (to'/toh, va'/vah, ve'/veh) o dall'avverbio (be'/beh), è evidente la tendenza dell'italiano moderno a preferire l'apostrofo o il grafema h, quest'ultimo «diventato ormai un marchio distintivo dei monosillabi esclamativi» (Serianni, X.5). In nessun caso è possibile la variante con accento, la quale, di conseguenza, è assolutamente ingiustificata.bubu7 ha scritto:In passato era più avvertita la derivazione, per apocope, da tieni ma, oggi, è più avvertito il suo stato di semplice interiezione che giustificherebbe, a mio avviso, la preferenza per la più immediata versione tiè.
È sicuro? Eppure dalla sua esemplificazione appare ancor più chiara la giustificazione. Ci pensi ancora un po'.Decimo ha scritto: ... la quale, di conseguenza, è assolutamente ingiustificata.
Invece è pertinente.Decimo ha scritto:Inoltre... mi pare tutt'altro che pertinente l'esempio di piè/pie'...
Non la seguo. A meno che lei non abbia voglia di dileggiarmi ancora, lasciando implicite le sue osservazioni, la prego di renderle note. Io, per me, posso limitarmi a congetturarne il contenuto: forse ha immaginato l'improbabile rischio di confusione nella pronuncia. Dunque, se cosí fosse, dovremmo ritenere preferibile la rimozione dell'apostrofo da mie' (apocope di miei) e l'illogica sostituzione di questo con un accento.bubu7 ha scritto:È sicuro? Eppure dalla sua esemplificazione appare ancora più chiara la giustificazione. Ci pensi ancora un po'.![]()
Non s'è capito che il problema è anche di natura fonologica... Un monosillabo ageminante contrassegnato da accento è semplicemente inaccettabile.bubu7 ha scritto:Invece è pertinente.Decimo ha scritto:Inoltre... mi pare tutt'altro che pertinente l'esempio di piè/pie'...
Non mi è mai passata per la mente l'idea di prenderla in giro.Decimo ha scritto: A meno che lei non abbia voglia di dileggiarmi ancora...
bubu7 ha scritto:Forse la grafia tie' potrebbe essere indicata come tradizionale…
È forse forviante parlare di «pronuncia tradizionale» [o «normativa»] per una parola quale tie’/tiè, entrata nella lingua nazionale —c’informa il GRADIT— solo nel XX secolo.Decimo ha scritto:Un monosillabo ageminante contrassegnato da accento è semplicemente inaccettabile.
Questo è sostanzialmente vero, ma sarebbe sbagliato erigerlo a regola assoluta: [anche in toscano, persasi la percezione del troncamento] una parola «[fonologicamente] accentata» (ovvero «potenzialmente accentabile») tende ad acquistare potere cogeminante [a meno che non ricorra esclusivamente in posizione protonica].Decimo ha scritto:Osservando poi che tutte le apocopi cogeminanti sono nate dalla caduta dell'elemento sillabico [dV], per «aplologia prodottasi [...] in sintagmi in cui il sostantivo era seguito dalla preposizione di» (Serianni, I.78a)…
Grazie della risposta, Infarinato.Infarinato ha scritto:È forse forviante parlare di «pronuncia tradizionale» [o «normativa»] per una parola quale tie’/tiè, entrata nella lingua nazionale —c’informa il GRADIT— solo nel XX secolo.
Interessante… anche se l’unico che farebbe testo [per una pronuncia normativa] sarebbe qui il Degli Agazzari (che, linguisticamente, è piú XIV che XV secolo) —mi piacerebbe sapere però registro, contesto e cotesto: poesia [non credo] o prosa? contesto esclusivamente prepausale? (sennò, RF notato graficamente?) 2ª imperativo o 3ª indicativo? Grazie.bubu7 ha scritto:Ma è l'indicazione del Gradit a essere incompleta: non è segnalata la variante tie' attestata, seppur sporadicamente, nella nostra letteratura (LIZ 4.0).
Abbiamo il senese Filippo Degli Agazzari (XV sec.), Ruzante (che non fa testo), Carlo Dossi e Pirandello.
L'esempio sembrerebbe contraddire la sua ipotesi della sola posizione prepausale della forma tronca in toscano. L'autore esprime graficamente il raddoppiamento e, come si vede, non lo specifica dopo tie' in quanto l'apocope era ben avvertita....almeno voglio che tu pruovi loro che amore eglino ànno a tte, e tie’ questo modo: chiama uno de’ tuoi figluoli da tte…
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