«Tanto paghi tanto hai»
Moderatore: Cruscanti
«Tanto paghi tanto hai»
L'espressione in oggetto può essere considerata un calco dall'inglese You get what you pay for? È un'espresione che usereste scrivendo, la si può considerare entrata nell'uso?
Lo chiedo perché io non l'ho mai sentita, e mi domando se potrei usarla in una traduzione dall'inglese.
Lo chiedo perché io non l'ho mai sentita, e mi domando se potrei usarla in una traduzione dall'inglese.
Neanch’io l’avevo mai sentita. Non sembra diffusissima, stando a Google (71 occorrenze), ma ha la struttura d’un’espressione idiomatica e rende il concetto della locuzione inglese.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Sí, ma questa non è una struttura correlativa di quel tipo (quanto piú lavori, tanto piú guadagni): qui tanto esprime identità tra qualità e prezzo, mi sembra.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Non per cercare il pelo nell'uovo, ma la correlazione tra lavoro svolto = remunerazione ricevuta e tra prezzo pagato = qualità ricevuta mi sembra più o meno la stessa.
Se poi dobbiamo cercare la resa idiomatica dell'epressione inglese in oggetto, sono convinto che ne esista o si possa trovare una migliore di quel tanto...tanto che non mi persuade affatto; purtroppo in questo momento non mi viene in mente. Magari verrà in mente a qualcun altro. Le espressioni idiomatiche raramente si traducono per calco; tanto per fare qualche esempio, è più grande della vita o toccare il suolo correndo sono entrambe espressioni perfettamente "italiane", ma non sono la resa idiomatica di he's bigger than life o di to hit the ground running.
Se poi dobbiamo cercare la resa idiomatica dell'epressione inglese in oggetto, sono convinto che ne esista o si possa trovare una migliore di quel tanto...tanto che non mi persuade affatto; purtroppo in questo momento non mi viene in mente. Magari verrà in mente a qualcun altro. Le espressioni idiomatiche raramente si traducono per calco; tanto per fare qualche esempio, è più grande della vita o toccare il suolo correndo sono entrambe espressioni perfettamente "italiane", ma non sono la resa idiomatica di he's bigger than life o di to hit the ground running.
Però in quanto piú... tanto piú abbiamo l’idea d’incremento (si dice anche, piú familiarmente, piú lavori e piú guadagni). La locuzione in oggetto è anche spalleggiata da se tanto mi dà tanto. Infine, l’inglese you get what you pay for è scarsamente idiomatico nel senso che è una frase fatta, sí, ma non ha valore metaforico, bensí letterale. Sono convinto che tanto... tanto... (come piú... piú..., meno... meno..., ecc.) sia del tutto normale in italiano: è una banale anafora (cosí disse e cosí fece, ecc.). Ora farò qualche spoglio nella LIZ[a].
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ho dovuto percorrere centinaia di pagine per distinguere i vari usi di tanto; ecco alcuni esempi d’impiego correlativo.
Tanto m’abonda matera, di soperchio;
tanto costringe, ’•cor, e lingua e boca
di dire ancora ciò ch’e’ sente e toca:
celar no•m posso ch’io lo cor non segua. (Monte Andrea, Rime, Canz. 8)
...tanto variano con il tempo i pareri, e tanto è più pronta la moltitudine ad occupare quello d’altri che a guardare il suo, e tanto sono mossi più gli uomini dalla speranza dello acquistare che dal timore del perdere; ... (Machiavelli, Istorie fiorentine, Lib. 4, cap. 18)
Tanto del figlio per l’assenza, tanto
Per la morte si duol della prudente
Moglie che intatta disposollo, e in trista
Morendo il collocò vecchiezza cruda. (Pindemonte, Traduzione dell’Odissea, Lib. 15)
Io gli gridava a tutta voce: Per Dio! va’ più adagio – e
tanto io più grido, e tanto più spietatamente ei galoppa –
Il demonio sel porti, e gli cavalchi in groppa! (Foscolo, Viaggio sentimentale di Yorick, cap. 27)
Tanto m’abonda matera, di soperchio;
tanto costringe, ’•cor, e lingua e boca
di dire ancora ciò ch’e’ sente e toca:
celar no•m posso ch’io lo cor non segua. (Monte Andrea, Rime, Canz. 8)
...tanto variano con il tempo i pareri, e tanto è più pronta la moltitudine ad occupare quello d’altri che a guardare il suo, e tanto sono mossi più gli uomini dalla speranza dello acquistare che dal timore del perdere; ... (Machiavelli, Istorie fiorentine, Lib. 4, cap. 18)
Tanto del figlio per l’assenza, tanto
Per la morte si duol della prudente
Moglie che intatta disposollo, e in trista
Morendo il collocò vecchiezza cruda. (Pindemonte, Traduzione dell’Odissea, Lib. 15)
Io gli gridava a tutta voce: Per Dio! va’ più adagio – e
tanto io più grido, e tanto più spietatamente ei galoppa –
Il demonio sel porti, e gli cavalchi in groppa! (Foscolo, Viaggio sentimentale di Yorick, cap. 27)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Devo ancora aggiungere un’interessante nota del Grande dizionario della lingua italiana De Agostini (già Sàndron) alla voce tanto¹:
In correlazione con se stesso*, fa sentire un rapporto ancora piú stretto: tanti soldi guadagna, tanti ne spende.
_______________
*Eppure, alla voce sé, lo stesso dizionario predilige la scrizione sé stesso. Ah, le cattive abitudini son dure a morire...
In correlazione con se stesso*, fa sentire un rapporto ancora piú stretto: tanti soldi guadagna, tanti ne spende.
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*Eppure, alla voce sé, lo stesso dizionario predilige la scrizione sé stesso. Ah, le cattive abitudini son dure a morire...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Interessante. Ma la definizione del Treccani è più articolata:
Può essere anche correlativo a sé stesso, e in tal caso il primo tanto equivale a "quanto", il secondo a "altrettanto": tanti ne guadagna tanti ne spende; tanti me ne hai dati, tanti te ne ho restituiti; spec. in alcuni proverbi (dove il verbo è sottinteso): t. teste e t. pareri, t. paesi t. usanze, t. servitori t. nemici.
Il calco di cui parliamo rientra in questa casistica?
Può essere anche correlativo a sé stesso, e in tal caso il primo tanto equivale a "quanto", il secondo a "altrettanto": tanti ne guadagna tanti ne spende; tanti me ne hai dati, tanti te ne ho restituiti; spec. in alcuni proverbi (dove il verbo è sottinteso): t. teste e t. pareri, t. paesi t. usanze, t. servitori t. nemici.
Il calco di cui parliamo rientra in questa casistica?
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Interessante, anche se non ne sono del tutto persuaso. La correlazione normale, a ogni modo, è tanto... quanto (o quanto... tanto).Marco1971 ha scritto:In correlazione con se stesso*, fa sentire un rapporto ancora piú stretto: tanti soldi guadagna, tanti ne spende.
Si può davvero parlare di calco in senso stretto? La traduzione letterale, come lei sa, è ottieni quello che hai pagato. La formulazione Tanto paghi, tanto hai ricalca appunto espressioni proverbiali.Freelancer ha scritto:Il calco di cui parliamo rientra in questa casistica?
Questo tanto... tanto... equivale insomma a Quel che paghi è quel che hai o a Hai quel(lo) che paghi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Vedo in rete che la traduzione letterale più usata è ricevi per quello che paghi.
Però mi ha convinto che la formulazione con tanto, ricalcata sui proverbi come dice lei, non sarebbe una cattiva soluzione, in mancanza di un modo di dire preesistente che (ancora non ne sono del tutto convinto) non esiste.*
Mi sembra tuttavia, alla luce di quanto sopra, che la formulazione migliore sarebbe tanto paghi, tanto ricevi.
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* È mai possibile? Sarebbe un po' come dire che to reinvent the wheel può essere reso solo con reinventare la ruota, dimenticando che secondo i casi si potrebbe usare sfondare una porta aperta o scoprire l'acqua calda.
Però mi ha convinto che la formulazione con tanto, ricalcata sui proverbi come dice lei, non sarebbe una cattiva soluzione, in mancanza di un modo di dire preesistente che (ancora non ne sono del tutto convinto) non esiste.*
Mi sembra tuttavia, alla luce di quanto sopra, che la formulazione migliore sarebbe tanto paghi, tanto ricevi.
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* È mai possibile? Sarebbe un po' come dire che to reinvent the wheel può essere reso solo con reinventare la ruota, dimenticando che secondo i casi si potrebbe usare sfondare una porta aperta o scoprire l'acqua calda.
Rispetto a tanto paghi, tanto hai si perde però il carattere per cosí dire sloganico (ritmo e assonanza [a-a-a-a] invece di [a-a-a-é]).Freelancer ha scritto:Mi sembra tuttavia, alla luce di quanto sopra, che la formulazione migliore sarebbe tanto paghi, tanto ricevi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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