Scrive Giovanardi:
Per chi voglia leggerlo e anche scaricarlo, l'articolo è qui.Proprio in quell'occasione si è avuto un interessante intervento di Pier Marco Bertinetto [...]. Il contributo di Bertinetto contiene alcune affermazioni sorprendenti per chi conosce la biografia intellettuale di tale studioso. Egli [...] afferma che "non dobbiamo avere paura di ammettere che esistono anche prestiti che impoveriscono la lingua" dal momento che intere serie sinonimiche italiane vengono atrofizzate dall'uso del solo vocabolo inglese;[...]
Aggiungo anche che mi ha colpito, perché non ci avevo mai pensato, un'osservazione di Paolo D'Achille, contenuta nell'articolo (che ancora non ho) L'invariabilità dei nomi nell'italiano contemporaneo e riportata nel Capitolo 2 da Alessandra Coco, che non so quanto potrà piacere a Marco:
Sempre a proposito del plurale, D'Achille (2005, p. 206) si sofferma sugli esotismi terminanti per vocale, rilevando che "i forestierismi uscenti in vocale, che apparentemente si inseriscono senza problemi nel nostro sistema fonomorfologico, si rivelano in realtà più 'pericolosi' di quelli terminanti in consonante, su cui invece si è concentrata l'attenzione di linguisti e non linguisti". La ragione è che tali prestiti (come bikini, euro, golpe, guru) vanno ad arricchire, a scapito delle classi flessive italiane, la classe in progressiva crescita degli invariabili del tipo bici, biro, caffè, foto, kamikaze, panda.