Daniele ha scritto:…mi pare di avere letto spesso listato su libri e riviste. Cercando nei dizionari di informatica in linea ho trovato questa definizione: elenco delle istruzioni che costituiscono un programma e loro eventuale traduzione in codice operativo.
In realtà,
listato è
listing («[a] printed or displayed copy of a program or the contents of a file» [
OED, Additions Series 1997,
s.v. «script,
vbl. n.²»]),
non script («[a] program, esp. a short or simple one, in the form of a sequence of commands stored in a text file that is executable as it stands, without having to be compiled» [
OED, Draft Additions November 2004,
s.v. «script,
n.¹»] …e, talora, traduce semplicemente
printout,
i.e. «[a] sheet or strip of printed matter produced by a computer or other automatic apparatus» [
OED, Draft Revision June 2007,
s.v. «printout,
adj. and
n.»]), ma soprattutto
listato, con quella sua desinenza participiale, è un
nomen rei actae, cui manca (a mio avviso) quel che di «attivo» insito in
script (o perlomeno nella sua accezione informatica attuale). Ovvero, [
oggi] possiamo dire [
se proprio vogliamo]:
?«ho eseguito un listato», ma non *«il risultato di questo listato». Dovremo dire —e in effetti diciamo: «il risultato di questo programma».
Certo, propriamente, non si tratta nemmeno del «risultato d’un programma», ma dell’
esecuzione dello stesso. Il fatto è che
programma, etimologicamente/originariamente non cosí dissimile da
listato, ha ormai acquisito quel carattere agentale che
listato non ha [ancora].