«Liberesco»
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«Liberesco»
Che vuol dire ''liberesco''? L'ho trovato nel Viaggio in Italia di Guido Piovene, libro che consiglio. Grazie.
Potrebbe riportarci la frase, per favore? A prima vista sembrerebbe un refuso per libresco (liberesco non è registrato).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Piovene descrive l'uomo d'affari Vincenzo Fagioli:''Alto uno e novanta, potente, sanguigno, bizzarro,astuto,gaudente,uomo d'ordine,cattolico e liberesco(...)'' Viaggio in Italia, Baldini Castoldi Dalai, 2008, p. 87. Sembrerebbe in opposizione a ''cattolico'', quasi un sinonimo di ''libertino''. Ma nella frase precedente accenna al suo amore per le biblioteche, dunque non sarebbe impossibile il refuso.
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Ho controllato nell'edizione del '57 e anch'essa riporta ''liberesco'': mistero! Non conoscevo il vocabolo ''occasionalismo'' e ringrazio Infarinato, ma non credo che colga nel segno. Mi sembra più plausibile il refuso, magari tralatizio. Per scrupolo ho domandato anche al forum del Corriere della Sera:vedremo. Comunque vi ringrazio per la consueta sollecitudine.
Penso anch’io che si tratti d’un refuso tramandatosi di edizione in edizione (come il fa per fu di Buzzati in un altro filone). Ecco la definizione del Battaglia (con riferimento a persone):
Libresco 2. Che possiede o comunica pensieri, dottrine, insegnamenti attinti, esclusivamente o prevalentemente, dalle opere altrui, senza apportarvi alcun contributo personale (un pensatore, uno scrittore).
Libresco 2. Che possiede o comunica pensieri, dottrine, insegnamenti attinti, esclusivamente o prevalentemente, dalle opere altrui, senza apportarvi alcun contributo personale (un pensatore, uno scrittore).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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La butto lí. "Liberesco" potrebbe essere un derivato di "libero" con l'aggiunta del suffisso spregiativo "-esco", LIBERESCO, appunto. Potrebbe essere, quindi, come ipotizza D'Emilio, un sinonimo di libertino.
Liberesco: essendo uomo "libero" (nello spirito, ma non solo...)si può permettere qualunque cosa.
Ripeto: l'ho buttata lí

Liberesco: essendo uomo "libero" (nello spirito, ma non solo...)si può permettere qualunque cosa.
Ripeto: l'ho buttata lí



«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Sinceramente, caro Fausto, mi pare un po’ tirato per i capelli... Ma non possiamo chiedere all’autore, purtroppo. Non c’è un’edizione critica delle opere di Piovene? Forse lí troveremmo la spiegazione (che continuo a ritenere un semplice refuso).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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