Il DOP accanto alla dizione prevalente fruscìo, riporta anche la variante minoritaria frùscio (pl. frusci) con l'accezione di 'rumore meno prolungato', dandone pure due esempi:
- Tra i crolli/ del treno allora non udii che un frùscio/ uguale (Pascoli, L’isola dei poeti)
- Schiocchi di merli, frusci di serpi (Montale, Meriggiare pallido e assorto).
Ora, è vero che potrebbe trattarsi di una semplice sistole essendo due esempi poetici, ma è anche vero che il DOP solitamente riporta la marca d'uso poet., quando si tratti di variante usata prettamente in ambito poetico.
«Frùscio»?
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Re: «Frùscio»?
Certo, come struscio ~ struscío, raschio ~ raschío e molti altri ancora.PersOnLine ha scritto:Frúscio?

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Sarebbe bello, allora, capire come mai nessuno degli altri dizionari lo riporta, perché capisco pure la politica del riportare e indicare solo la "forma più frequente", ma dato che, di solito, inseriscono anche le varianti antiquate e poetiche, non si capisce perché censurino una variante di pronuncia alternativa che, tra l'altro, non è neppure così rara.
Ha ragione: questo silenzio è davvero strano. Ho consultato tutti i cartacei che ho e ho trovato frúscio soltanto nel De Agostini (ex Sàndron):
fruscío (rar. frúscio).
fruscío (rar. frúscio).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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