forestierismi tedeschi

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

siberiana
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forestierismi tedeschi

Intervento di siberiana »

salve a tutti!
Qualcuno puo segnalarmi qualche lista di prestiti tedeschi preferibilmente recenti se esiste. Grazie.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ecco le parole tedesche entrate in italiano dal 1980 a oggi (qualcuna è stata adattata): ablant, appenzeller, asylant (asilante), bildung, bonus-malus, bundesliga, dasein, eubachite, gestalttherapie, heimat, hornstein, inselberg, ja, kammerspiel, kasko, kasseler, klippe, knick, kulturkritik, kupferschiefer, kurzhaar, lagrein, meerschaum, mischling, mull, müller thurgau, murmel, ossi, ostalgie, patrona, pinscher, quark, realpolitiker, riesenschnauzer, rittberger, roland, rotpunkt, SA, schuss, schütze, schützen, senfolio, sinti, spätzle, STASI, stecher, streitaxtkulturen, stube, tammar, terlaner, textur, tolomaccio, torball, veliese, velscico, völkisch, Volkspartei, werwolf, wessie, wiener schnitzel, wildflysch, zeitnot.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
siberiana
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Intervento di siberiana »

Grazie mille Marco1971,
sono pochissimi paragonando con valanga degli anglicismi, ha qualche idea su perche? ragioni linguistici o piuttosto culturali?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Di nulla! :) Sono relativamente pochi e per la maggior parte estranei all’uso comune. La ragione mi sembra semplice: le nuove invenzioni ci vengono dai paesi anglosassoni, e per questo riceviamo cosí tanti anglicismi. È sempre stato cosí: durante il Rinascimento l’Italia era il faro culturale del mondo, e in quel periodo tutte le altre lingue hanno ricevuto centinaia di parole italiane (perlopiú adattate).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
siberiana
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Intervento di siberiana »

Daccordo, devono essere piu numerosi del tempo di guerra forse?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non capisco... Potrebbe precisare la domanda?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
siberiana
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Intervento di siberiana »

Intendo che negli anni 30-40 influenza della Germania era forte, forse c'e la crescita dei prestiti in quel periodo? Ipotesi :roll:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Fra il 1930 e il 1940 entrano 26 lemmi: autismo, blitzkrieg, breitschwantz, bunker, craus, diesel, donau, erinnofilia, es, fraktur, führer, gene, genotipo, lautverschiebung, nazi, parabellum, quantum, reichsmark, ribosio, riss, sandra, silvaner, singspiel, stemm, stuka, urningo.

Come vede, non sono in gran numero, e questo anche perché siamo in pieno fascismo, periodo nel quale c’era una politica linguistica oltranzista che rifiutava i forestierismi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Marco1971 ha scritto:in pieno fascismo, periodo nel quale c’era una politica linguistica oltranzista che rifiutava i forestierismi.
Quali documenti saprebbe citare a sostegno di questa sua tesi?
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Decimo ha scritto:
Marco1971 ha scritto:in pieno fascismo, periodo nel quale c’era una politica linguistica oltranzista che rifiutava i forestierismi.
Quali documenti saprebbe citare a sostegno di questa sua tesi?
Qui si legge:

Durante il ventennio fascista la Commissione per l’Italianità della Lingua della Reale Accademia d’Italia, incaricata di espungere dall’italiano i numerosi, contaminanti forestierismi proponendone efficaci traduzioni nel patrio idioma, si trovò ad affrontare, in tre anni di attività (1940-1943), diversi casi analoghi. Come rendere, per esempio, l’ostico camion? La definitiva risposta è nel verbale dell’adunanza del 24 novembre 1941, riprodotto in Gabriella Klein, La politica linguistica del fascismo (Bologna, il Mulino, 1986), pp. 198-200:

La Commissione, su proposta di [Francesco] Severi, decide di rispondere agli Enti interessati che si può usare indifferentemente autocarro o camion; inoltre si può usare il vocabolo trattore quando l’autocarro ha funzione di rimorchio; nel caso che l’autocarro sia munito di cingoli, si dirà: autocarro a cingolo.


Ricordo inoltre che per legge erano proibite le insegne di negozi con nomi stranieri, che fu italianizzata la toponomastica, ecc. E in che senso operò Bruno Migliorini? ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
siberiana
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Intervento di siberiana »

periodo nel quale c’era una politica linguistica oltranzista che rifiutava i forestierismi.
come lo potevo dimenticare :oops:
intanto complimenti per operativita, caro Marco, in una serata ha fatto piu di uno studente in un anno, pensavo gia di chiedere chi sa che cosa... Adesso dovrebbe esser nominato coautore della tesina :lol:
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

:D Sono felice d’averla potuta aiutare. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Marco1971 ha scritto:Durante il ventennio fascista la Commissione per l’Italianità della Lingua della Reale Accademia d’Italia, incaricata di espungere dall’italiano i numerosi, contaminanti forestierismi proponendone efficaci traduzioni nel patrio idioma, si trovò ad affrontare, in tre anni di attività (1940-1943), diversi casi analoghi.
Dal ’40 al ’43, cioè a quindici anni dall’instaurazione della dittatura (e piú di diciassette dalla Marcia su Roma)?
Marco1971 ha scritto:La Commissione, su proposta di [Francesco] Severi, decide di rispondere agli Enti interessati che si può usare indifferentemente autocarro o camion
Questa sarebbe la politica linguistica oltranzista?
Marco1971 ha scritto:Ricordo inoltre che per legge erano proibite le insegne di negozi con nomi stranieri, che fu italianizzata la toponomastica, ecc. E in che senso operò Bruno Migliorini? ;)
Ricordiamo inoltre che le insegne di negozi con nomi stranieri non erano “proibite per legge”, ma tassate; il programma di italianizzazione della toponomastica precede di anni l’avvento del regime (il tanto discusso Prontuario dei nomi locali dell’Alto Adige del senatore Tolomei fu pubblicato dalla Reale Società Geografica Italiana nel 1916). E Migliorini operò da linguista, non certo da militante.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non capisco proprio la polemica nella quale il caro Decimo mi vuole trascinare. :( Lascio quindi questa discussione.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Marco1971 ha scritto:Non capisco proprio la polemica nella quale il caro Decimo mi vuole trascinare. :( Lascio quindi questa discussione.
Nessuna polemica, anzi, la prego di perdonare i miei modi bruschi... Il mio voleva essere solo un invito a non sopravvalutare la politica del fascismo quanto a difesa della lingua italiana. Infatti, dei tentativi di quel periodo di rispondere all’uso sempre crescente di forestierismi – tentativi ascrivibili a un clima di coscienza linguistica invero ben piú ampio – i pochi che attecchirono non dovettero il loro successo a disposizioni dirette del regime.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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