Alla una
Moderatore: Cruscanti
Alla una
A Milano diciamo: Ci vediamo alla una.
Io scriverei probabilmente all'una, ma non mi è mai parso errore alla una. Un mio amico sostiene invece che l'elisione va praticata obbligatoriamente, specialmente se la seconda parola è femminile. Sulla Grammatica del Serianni non mi pare di aver trovato tale norma.
Io scriverei probabilmente all'una, ma non mi è mai parso errore alla una. Un mio amico sostiene invece che l'elisione va praticata obbligatoriamente, specialmente se la seconda parola è femminile. Sulla Grammatica del Serianni non mi pare di aver trovato tale norma.
Il Serianni dice: «[...] L'elisione di la davanti a vocale, benché sempre raccomandabile, talvolta non è praticata nell'uso scritto (specie giornalistico: SERIANNI 1986a: 58-59). [...]»
Il DOP, invece, precisa che l'articolo ‘la’ s'elide davanti a vocale tonica, sempre: l'ira, l'Ida (meno bene la Ida).
Il DOP, invece, precisa che l'articolo ‘la’ s'elide davanti a vocale tonica, sempre: l'ira, l'Ida (meno bene la Ida).
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Cito cos'è scritto, nel glossario della stessa grammatica da lei citata (versione Garzantine), da Patota:
Quindi, credo che se si debba scrivere un discorso diretto, marcando la milanesità del personaggio, allora vada bene "alla una", altrimenti un più usuale e corretto "all'una".[...] davanti a nome femminile cominciante per vocale è normale l'elisione nel parlato (solo i lombardi dicono la una e non l'una per indicare le ore 13) [...] Ma è preferibile, quando l'uso sia stabilizzato, evitare di introdurre, scrivendo, regole diverse da quella che applichiamo parlando.
Sull'argomento si è espressa l'Accademia della Crusca: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/ ... &ctg_id=93.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Grazie, Bubu (e ben tornato!bubu7 ha scritto:Sull'argomento si è espressa l'Accademia della Crusca: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/ ... &ctg_id=93.



Grazie a lei, caro Infarinato, per il bentornato.Infarinato ha scritto:Grazie, Bubu (e ben tornato!.
Purtroppo i miei attuali impegni m'impediscono una costante partecipazione attiva alle discussioni.

Penso che il risultato ottenuto derivi dalle particolari caratteristiche del campione analizzato.Certo, mi pare davvero strano le una per l’area toscana…Tanto piú che ancor di piú che l’una in Toscana si dice il tocco!
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Concordo, ma anche qui vedrei una carenza espositiva da parte della Redazione. Peccato.bubu7 ha scritto:Penso che il risultato ottenuto derivi dalle particolari caratteristiche del campione analizzato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
L’estraneità alla tradizione letteraria (e quindi in parte anche all’odierna lingua normale) di le una ci è confermata anche dalle sole due ricorrenze rinvenute nella LIZ[a], entrambe di autori settentrionali.
Guardò l’orologio. Erano le una e mezzo. Il conte aveva detto che sarebbe stato di ritorno dalla stazione, con i Salvador, presso a poco a quell’ora. Steinegge s’incamminò facendo un viso ossequioso su per la scalinata. (Fogazzaro, Malombra)
Ma di sbarcare era anch’egli sicuro: anzi a un certo momento che passò vicino al suo un piccolo legno inglese, egli gridò: «Dite a Genova che il general Garibaldi è sbarcato a Marsala oggi 11 maggio, alle una pomeridiana!». (Abba, Storia dei Mille)
Come ben dice Matilde Paoli, è solo «ammissibile», non certo da imitare.
Guardò l’orologio. Erano le una e mezzo. Il conte aveva detto che sarebbe stato di ritorno dalla stazione, con i Salvador, presso a poco a quell’ora. Steinegge s’incamminò facendo un viso ossequioso su per la scalinata. (Fogazzaro, Malombra)
Ma di sbarcare era anch’egli sicuro: anzi a un certo momento che passò vicino al suo un piccolo legno inglese, egli gridò: «Dite a Genova che il general Garibaldi è sbarcato a Marsala oggi 11 maggio, alle una pomeridiana!». (Abba, Storia dei Mille)
Come ben dice Matilde Paoli, è solo «ammissibile», non certo da imitare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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