Uso del «digramma» lettera + apice
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Uso del «digramma» lettera + apice
Ho deciso di condividere un articolo che scrissi nel 2007 dal titolo "La tastiera italiana come causa di un pericoloso malcostume linguistico".
Nell'articolo mostro come il layout di tastiera italiano favorisca l'uso del diagramma lettera + apice in sostituzione della lettera accentata. Pur non avendo una preparazione universitaria in linguistica, decisi di scrivere questo articolo come reazione alla trattazione decisamente superficiale dell'argomento da parte dell'Accademia della Crusca.
Sicuramente questo forum è frequentato da persone ben piú preparate di me in linguistica e grafematica e mi farebbe piacere ricevere commenti e suggerimenti.
Saluti.
Nell'articolo mostro come il layout di tastiera italiano favorisca l'uso del diagramma lettera + apice in sostituzione della lettera accentata. Pur non avendo una preparazione universitaria in linguistica, decisi di scrivere questo articolo come reazione alla trattazione decisamente superficiale dell'argomento da parte dell'Accademia della Crusca.
Sicuramente questo forum è frequentato da persone ben piú preparate di me in linguistica e grafematica e mi farebbe piacere ricevere commenti e suggerimenti.
Saluti.
Benvenuto, Alessandro! 
Ho appena scaricato l’articolo, che mi appronto a leggere.
La prima cosa che le chiedo è una motivazione precisa per l’uso di layout.

Ho appena scaricato l’articolo, che mi appronto a leggere.
La prima cosa che le chiedo è una motivazione precisa per l’uso di layout.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ho letto il suo interessante articolo, e, per quanto mi riguarda, sono in perfetto accordo con lei.
(Ho notato alcuni fatti di lingua: se è interessato, glieli faccio notare in privato.
)
Una sola cosa espongo qui: digramma, non diagramma, è la rappresentazione grafica di due lettere; non essendo l’apice una lettera, mi pare termine improprio; si potrebbe parlare di combinazione lettera + apice o di scrizione.
(Ho notato alcuni fatti di lingua: se è interessato, glieli faccio notare in privato.

Una sola cosa espongo qui: digramma, non diagramma, è la rappresentazione grafica di due lettere; non essendo l’apice una lettera, mi pare termine improprio; si potrebbe parlare di combinazione lettera + apice o di scrizione.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Pur sposando la causa contro l'abuso di forestierismi in italiano, nessuno dei traducenti italiani di layout proposti nella vostra lista mi è sembrato adeguato nel contesto.Marco1971 ha scritto:La prima cosa che le chiedo è una motivazione precisa per l’uso di layout.

Sono quantomeno sicuro che molti colleghi italiani sarebbero rimasti confusi dalla formula tracciato di tastiera o simili, ma sono aperto a nuove proposte.
Bene.Marco1971 ha scritto:Ho letto il suo interessante articolo, e, per quanto mi riguarda, sono in perfetto accordo con lei.

Sí, mi farebbe molto piacere. Può inviarmi un messaggio di posta elettronica?Marco1971 ha scritto:(Ho notato alcuni fatti di lingua: se è interessato, glieli faccio notare in privato.)
L'uso di diagramma al posto di digramma è stata una mia svista. Sarà deformazione professionale.Marco1971 ha scritto:Una sola cosa espongo qui: digramma, non diagramma, è la rappresentazione grafica di due lettere; non essendo l’apice una lettera, mi pare termine improprio; si potrebbe parlare di combinazione lettera + apice o di scrizione.

In ogni caso sono d'accordo con la sua precisazione e adotterò combinazione lettera + apice.
Saluti.
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[FT] «layout» di tastiera
Qui il traducente acconcio è disposizione [dei tasti].Alessandro Rossini ha scritto:Pur sposando la causa contro l'abuso di forestierismi in italiano, nessuno dei traducenti italiani di layout proposti nella vostra lista mi è sembrato adeguato nel contesto.
Sono quantomeno sicuro che molti colleghi italiani sarebbero rimasti confusi dalla formula tracciato di tastiera o simili, ma sono aperto a nuove proposte.

Le suggerisco un sintagma ben affermato: disposizione della tastiera.Alessandro Rossini ha scritto:Pur sposando la causa contro l'abuso di forestierismi in italiano, nessuno dei traducenti italiani di layout proposti nella vostra lista mi è sembrato adeguato nel contesto.
Sono quantomeno sicuro che molti colleghi italiani sarebbero rimasti confusi dalla formula tracciato di tastiera o simili, ma sono aperto a nuove proposte.

Le mando i rilievi linguistici per messaggio privato.
P.S. Infarinato piú ratto fue...

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Io invece ho qualche dubbio sull'articolo.
Tanto per cominciare, credo che sottovaluti l'impatto delle tastiere con disposizione inglese (USA): nelle università ce ne sono moltissime tuttora (vecchie, o anche nuove, specie nei laboratori d'informatica) e chi ha imparato a scrivere "a macchina" con quelle (o con una macchina per scrivere piú stupida della sua, forse) è abituato a usare l'apice al posto dell'accento (mio padre, ad esempio, non ha alcuna intenzione di abbandonare questo sistema).
Poi, francamente non faccio tutta questa fatica a digitare ì e ù colla tastiera italiana normale (diverso se si usano quelle che spostano la ù in luoghi improbabili per risparmiare spazio), e non capisco come una posizione di differenza possa rendere l'apice tanto piú comodo della ì.
Venendo alla soluzione da lei proposta, non credo che funzionerebbe: facendo sparire le lettere accentate dalla tastiera temo che se ne ridurrebbe fortemente l'uso perché se ne ridurrebbe la visibilità.
Basterebbe mettere come terza scelta la È nel tasto W (al posto di ł, ma scrivendola, come €), la ú nel ù e la í nel ì, (se vuole) { e } in à e ù, la ó al posto della ç, # al posto di §. E poi adottare il logicissimo sistema Unix per cui col maiuscolo fisso anche le lettere accentate vengono convertite nelle corrispondenti accentate maiuscole. (Ci sono anche altri benefici nella disposizione dei caratteri supplementari secondo la xmodmap di base, come la facilità di scrivere «, », º.)
Tanto per cominciare, credo che sottovaluti l'impatto delle tastiere con disposizione inglese (USA): nelle università ce ne sono moltissime tuttora (vecchie, o anche nuove, specie nei laboratori d'informatica) e chi ha imparato a scrivere "a macchina" con quelle (o con una macchina per scrivere piú stupida della sua, forse) è abituato a usare l'apice al posto dell'accento (mio padre, ad esempio, non ha alcuna intenzione di abbandonare questo sistema).
Poi, francamente non faccio tutta questa fatica a digitare ì e ù colla tastiera italiana normale (diverso se si usano quelle che spostano la ù in luoghi improbabili per risparmiare spazio), e non capisco come una posizione di differenza possa rendere l'apice tanto piú comodo della ì.
Venendo alla soluzione da lei proposta, non credo che funzionerebbe: facendo sparire le lettere accentate dalla tastiera temo che se ne ridurrebbe fortemente l'uso perché se ne ridurrebbe la visibilità.
Basterebbe mettere come terza scelta la È nel tasto W (al posto di ł, ma scrivendola, come €), la ú nel ù e la í nel ì, (se vuole) { e } in à e ù, la ó al posto della ç, # al posto di §. E poi adottare il logicissimo sistema Unix per cui col maiuscolo fisso anche le lettere accentate vengono convertite nelle corrispondenti accentate maiuscole. (Ci sono anche altri benefici nella disposizione dei caratteri supplementari secondo la xmodmap di base, come la facilità di scrivere «, », º.)
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Come menzionato nell'articolo, la disposizione statunitense viene preferita da alcuni informatici poiché facilita la stesura di codice sorgente. Il caso è a mio avviso marginale visto che la maggioranza degli italiani adotta la disposizione italiana e l'uso della combinazione lettera + apice è nato principalmente a causa delle lacune di questa disposizione.Federico ha scritto:Io invece ho qualche dubbio sull'articolo.
Tanto per cominciare, credo che sottovaluti l'impatto delle tastiere con disposizione inglese (USA): nelle università ce ne sono moltissime tuttora (vecchie, o anche nuove, specie nei laboratori d'informatica) e chi ha imparato a scrivere "a macchina" con quelle (o con una macchina per scrivere piú stupida della sua, forse) è abituato a usare l'apice al posto dell'accento (mio padre, ad esempio, non ha alcuna intenzione di abbandonare questo sistema).
L'obiettivo del mio lavoro è, in ogni caso, mettere in evidenza che la comunicazione mediata dal computer ha poco a che fare con il dilagante uso del malcostume linguistico, e spero di aver trattato l'argomento in maniera completa.
La digitazione di qualsiasi tasto posizionato nella seconda fila di tasti (quella contenente i numeri per intenderci) richiede la rotazione del polso. Nella disposizione italiana la ì è posizionata quasi all'estremità destra della seconda fila di tasti; scelta a dir poco inaccettabile. Nella disposizione spagnola i tasti morti per gli accenti acuti e gravi sono invece posizionati comodamente nella terza e quarta fila di tasti.Federico ha scritto:Poi, francamente non faccio tutta questa fatica a digitare ì e ù colla tastiera italiana normale (diverso se si usano quelle che spostano la ù in luoghi improbabili per risparmiare spazio), e non capisco come una posizione di differenza possa rendere l'apice tanto piú comodo della ì.
La mia esperienza con la tastiera con la disposizione spagnola è durata due anni e posso dire senza dubbio che riuscivo a digitare testi in italiano molto piú agevolmente che con la disposizione italiana.
Non sono d'accordo. Nonostante la disposizione italiana non preveda la È la maggioranza degli italiani preferisce la combinazione E' alla E senza accento, quindi non credo che gli accenti verrebbero abbandonati. Inoltre nella disposizione spagnola accento grave, accento acuto ed apice sono posizionati su tre tasti differenti e l'utente è portato in qualche modo a scegliere il tasto dell'accento. L'unico rischio che vedo è che l'utente medio italiano sceglierebbe un accento a caso, visto che la differenza tra accento grave e acuto viene tipicamente ignorata.Federico ha scritto:Venendo alla soluzione da lei proposta, non credo che funzionerebbe: facendo sparire le lettere accentate dalla tastiera temo che se ne ridurrebbe fortemente l'uso perché se ne ridurrebbe la visibilità.
Dalla mia breve esperienza in Spagna posso dire che c'è molta piú attenzione sugli accenti sia nella popolazione di madrelingua spagnola che in catalana. Adesso vivo in Norvegia e posso dire che paradossalmente anche i norvegesi, nonostante la tastiera con disposizione norvegese non sia pensata per le lingue romanze, seguono scrupolosamente le convenzioni per gli accenti della (discutibile) norma UNI 6015 quando scrivono testi in italiano.
Saluti.
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