Salve,
durante un processo di revisione di un testo mi è stata segnalata questa frase:
"L’auto sgusciava tra le curve con cui la strada la conduceva su per il pendio"
Mi è stato fatto notare che la frase non è corretta, in quanto un pendio scende, non sale.
Personalmente mi sembra una baggianata enorme: se da una strada si può scendere, a rigor di logica vi si può anche salire, salvo impedimenti estemporanei. No?
O mi sfugge qualcosa?
salire su per un pendio
Moderatore: Cruscanti
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salire su per un pendio
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Re: salire su per un pendio
Basta consultare qualche dizionario - Devoto-Oli, Treccani - per vedere subito che pendio significa semplicemente inclinazione rispetto alla linea orizzontale, con esempi come questo: salire il ripido pendio della montagna (dal Treccani).
Aggiungo, semmai ve ne fosse bisogno, due esempi di «salita di pendio»:
Alfine fu dato il comando di salire alla città. Manin e Maiocchi regolavano la corsa a gruppi. Un po’ curvi, un po’ carponi, un po’ ritti, regolandosi alle vampate dei cannoni nemici, correvano quei gruppi su per il pendío verso la porta della città e vi entravano. (Abba, Storia dei Mille)
Ella riebbe intero il sentimento della sua solitudine. Pareva lo contenesse dietro le sue labbra serrate, dietro la sua fronte contratta, nella fermezza di tutto il suo viso smagrito. Camminava sola, innanzi, su per il pendio erboso, tra i lunghi cipressi schiomati, tra i piccoli olivi distorti. (D’Annunzio, Forse che sì, forse che no)
Alfine fu dato il comando di salire alla città. Manin e Maiocchi regolavano la corsa a gruppi. Un po’ curvi, un po’ carponi, un po’ ritti, regolandosi alle vampate dei cannoni nemici, correvano quei gruppi su per il pendío verso la porta della città e vi entravano. (Abba, Storia dei Mille)
Ella riebbe intero il sentimento della sua solitudine. Pareva lo contenesse dietro le sue labbra serrate, dietro la sua fronte contratta, nella fermezza di tutto il suo viso smagrito. Camminava sola, innanzi, su per il pendio erboso, tra i lunghi cipressi schiomati, tra i piccoli olivi distorti. (D’Annunzio, Forse che sì, forse che no)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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