scomparisco vs scompaio
Moderatore: Cruscanti
scomparisco vs scompaio
Salve
C'è qualche differenza fra scomparisco e scompaio?
Io mi ricordo di aver studiato che scomparisco significa "rimanere al secondo piano", "sbiadire" - "La mia bellezza scomparisce di fronte al suo fascino", ma non ne sono certo
Grazie
C'è qualche differenza fra scomparisco e scompaio?
Io mi ricordo di aver studiato che scomparisco significa "rimanere al secondo piano", "sbiadire" - "La mia bellezza scomparisce di fronte al suo fascino", ma non ne sono certo
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Scomparire, coniugato con l'infisso "-isc-" (scomparisco) sta per "sfigurare", "fare una brutta figura": Giovanni scomparisce sempre davanti agli altri; coniugato "regolarmente" vale "sparire", "sottrarsi alla vista": Giulio, quando serve, scompare sempre.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Confesso: È la prima volta che sento questa accezione di scomparire.streetdog ha scritto:Allora non significa proprio "rimanere al secondo piano"?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Per riassumere (sott. mia):
nelle accezioni del n. 1 si preferiscono al pres. le forme io scompàio, tu scompari, ecc., pass. rem. scomparvi, ecc.; nel sign. n. 2 le forme io scomparisco, tu scomparisci, ecc., pass. rem. scomparìi, ecc. (Treccani)
Ed è questo l’uso piú consigliabile.
nelle accezioni del n. 1 si preferiscono al pres. le forme io scompàio, tu scompari, ecc., pass. rem. scomparvi, ecc.; nel sign. n. 2 le forme io scomparisco, tu scomparisci, ecc., pass. rem. scomparìi, ecc. (Treccani)
Ed è questo l’uso piú consigliabile.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
No, no, nessuna connotazione particolare. Si può impiegare in uno stile alto, letterario, poetico, come variante, ma non nella prosa formale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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