«Baby gang»
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«Baby gang»
Ecco un altro pseudoanglicismo molto alla moda. Centoquattro sono le occorrenze del termine nell'archivio de La Repubblica, centonovantatré in quello del Corriere della Sera.
Come tradurlo? Posto che, con questa espressione, s'intende in genere designare le comitive di ragazzini che si comportano da teppisti, vandalizzando l'arredo urbano e compiendo piccoli furti e rapine, credo che banda giovanile sia un po' troppo vago, mentre banda adolescenziale mi suona un po' prolisso. Che ne pensate?
Come tradurlo? Posto che, con questa espressione, s'intende in genere designare le comitive di ragazzini che si comportano da teppisti, vandalizzando l'arredo urbano e compiendo piccoli furti e rapine, credo che banda giovanile sia un po' troppo vago, mentre banda adolescenziale mi suona un po' prolisso. Che ne pensate?
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mer, 01 dic 2010 19:06, modificato 1 volta in totale.
Non so bene cosa si potrebbe proporre di valido che faccia scomparire questa ridicola parola composta forestiera. Teppistello si esclude, perché è già nell’uso col senso di «giovane dai modi sguaiati e violenti», ancorché, perché no?
Se ben capisco, si tratta di giovanissimi, di minorenni, giusto? Per far proprio qualcosa di breve, teppistini? O il diminutivo attenua la gravità degli atti commessi?
Se ben capisco, si tratta di giovanissimi, di minorenni, giusto? Per far proprio qualcosa di breve, teppistini? O il diminutivo attenua la gravità degli atti commessi?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Sí, si tratta di minorenni (donde – ! – l'attributo baby
) che compiono piccoli crimini. Il componente tipo di una baby gang, stando ai fatti di cronaca che si leggono sui giornali, ha un'età che va dagli undici, dodici anni (in alcuni casi anche meno) ai diciassette.
Un esempio dall'archivio di Repubblica (riporto titolo, sottotitolo e qualche passaggio):
Rapine e borseggi a 16 anni
sgominata una baby gang
Arrestati due sedicenni, un parmigiano e un nordafricano, e un quindicenne rom. Sono responsabili di numerosi borseggi sugli autobus e di uno scippo ai danni di un'infermiera in via Volturno
Il giorno dopo, la donna riconosce i due baby rapinatori in una strada adiacente a via Volturno.
Il giovanissimo maghrebino, incensurato, collaborando con la polizia rivela che la baby gang era specializzata in borseggi sui mezzi. [Repubblica, 1 luglio 2010, dorso di Parma]
Teppistello non mi dispiace, cosí come potrebbe servire alla bisogna un piú neutro piccoli teppisti. Rimane da aggiungere il concetto di gruppo. E qui la questione si complica. Teppa d'adolescenti? Teppa bambina (per mantenere l'esagerazione di questo falso inglesismo)? È difficile trovare un sostituto efficace e conciso, ma piuttosto che stuprare l'italiano e l'inglese (un britannico o un americano penseranno che in Italia si viene scippati e rapinati da squadracce di infanti) preferisco dire e scrivere il prolisso bande di piccoli teppisti.

Un esempio dall'archivio di Repubblica (riporto titolo, sottotitolo e qualche passaggio):
Rapine e borseggi a 16 anni
sgominata una baby gang
Arrestati due sedicenni, un parmigiano e un nordafricano, e un quindicenne rom. Sono responsabili di numerosi borseggi sugli autobus e di uno scippo ai danni di un'infermiera in via Volturno
Il giorno dopo, la donna riconosce i due baby rapinatori in una strada adiacente a via Volturno.
Il giovanissimo maghrebino, incensurato, collaborando con la polizia rivela che la baby gang era specializzata in borseggi sui mezzi. [Repubblica, 1 luglio 2010, dorso di Parma]
Teppistello non mi dispiace, cosí come potrebbe servire alla bisogna un piú neutro piccoli teppisti. Rimane da aggiungere il concetto di gruppo. E qui la questione si complica. Teppa d'adolescenti? Teppa bambina (per mantenere l'esagerazione di questo falso inglesismo)? È difficile trovare un sostituto efficace e conciso, ma piuttosto che stuprare l'italiano e l'inglese (un britannico o un americano penseranno che in Italia si viene scippati e rapinati da squadracce di infanti) preferisco dire e scrivere il prolisso bande di piccoli teppisti.
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Mi garba anche la sua proposta. Direi che, per me, si potrebbe anche ricorrere a piú d'un'espressione per designare il fenomeno, evitando la coniazione d'uno stereotipo giornalistico.
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mer, 01 dic 2010 20:03, modificato 1 volta in totale.
Anche se non esiste ancora come prefisso, non si potrebbe sfruttare mino- (per minorenne) al posto di baby? Pensavo a minobandismo... Troppo oscuro?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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È vero che non è di comprensione immediata, ma ho sempre pensato che ancor meno immediata sia quella dei forestierismi al loro primo apparire, e immagino che all’inizio siano chiosati. Non si potrebbe fare lo stesso coi neologismi? 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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[FT] «Timeo ne»
E allora poteva «tranquillamente» usare ne.Ferdinand Bardamu ha scritto:Era un goffo tentativo di ricalcare il timeo ne latino.

- Ferdinand Bardamu
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Mentre scrivevo la risposta precedente pensavo proprio a questo, che l'uso sui giornali e in tivvú renderebbe il termine chiaro e comune dopo poco. In fondo, assurdità come devolution o election day sono entrate sciaguratamente nel lessico in breve tempo.
M'ha convinto: se mi capitasse (ma spero di no, ovviamente) d'affrontare questo argomento, terrei minobandismo fra le possibilità. E senza bisogno di definizione: il contesto disambiguerebbe eventuali equivoci.
M'ha convinto: se mi capitasse (ma spero di no, ovviamente) d'affrontare questo argomento, terrei minobandismo fra le possibilità. E senza bisogno di definizione: il contesto disambiguerebbe eventuali equivoci.
Grazie del suggerimento. Non sapevo di questo latinismo.Infarinato ha scritto:E allora poteva «tranquillamente» usare ne.Ferdinand Bardamu ha scritto:Era un goffo tentativo di ricalcare il timeo ne latino.
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mer, 01 dic 2010 19:20, modificato 1 volta in totale.
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Si potrebbe creare il neologismo parvobanda. Impiegando in funzione di prefisso l'aggettivo parvo: ieri la tabaccheria X è stata assaltata da una parvobanda.



«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
In fatto di neologismi ci sono sempre mille possibilità, alcune delle quali di piú o meno probabile e prevedibile attecchimento. Per me, l’ho già detto migliaia di volte, basta che il neologismo sia almeno fonotatticamente italiano. Quali sarebbero le mie reticenze nei confronti di parvobanda? Due. La prima è che parvo è parola letteraria, poco nota (alcuni dizionari la marcano addirittura antica o arcaica); la seconda è che parvo significa primariamente «di piccole dimensioni», non «giovanissimo». Non riterrei quindi destinata al successo questa coniazione (ma potrei sbagliarmi).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Che ne pensa, allora, gentile Marco, del neologismo pargolbanda?
Si tratterebbe di un termine sincopato: pargol(o)banda.

Si tratterebbe di un termine sincopato: pargol(o)banda.


«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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