Sono perfettamente d'accordo con lei, caro Marco.
Fiction un po' fa ridere e un po' indigna.
Vedo però un problema con
fizione: l'assonanza con
finzione, che creerebbe forse confusione e incertezza nell'ascoltatore (implicitamente ci riferiamo, immagino, a chi le
fizioni le segue in televisione).
La
fiction non è in fondo un
teleromanzo? So che ai miei tempi si definiva così l'adattamento televisivo di un'opera narrativa nata come romanzo, circoscritta a un numero piuttosto limitato di puntate, ma forse una ripresa del vocabolo sarebbe possibile.
Penso che sarebbe utile discutere di questi argomenti con i giornalisti televisivi, che hanno il grande potere di lanciare (o non lanciare) parole e modi di dire attraverso un mezzo di comunicazione che arriva davvero in tutte le case. Sono quasi sempre persone di buona cultura, uscite molto spesso dalle facoltà umanistiche. Credo che, soprattutto quando messi di fronte alla maggior resistenza di altre lingue all'uso indiscriminato degli anglismi, sarebbero ben contenti di collaborare alla difesa dell'italiano. O il mio è un pensierino natalizio?
