Valutazione dei doppiatori
Moderatore: Cruscanti
Valutazione dei doppiatori
Propongo qui una discussione sulla qualità della dizione dei doppiatori, che, spero, avrà successo.
Nel sito di Antonio Genna si possono ascoltare vari brani. Per ora, il piú bravo, per pronuncia, prosodia e dinamica vocale mi sembra Stefano Benassi, che potete sentire qui.
Gli do 9,5 su 10. E voi?
Nel sito di Antonio Genna si possono ascoltare vari brani. Per ora, il piú bravo, per pronuncia, prosodia e dinamica vocale mi sembra Stefano Benassi, che potete sentire qui.
Gli do 9,5 su 10. E voi?
Non vi stupite (non vi stupiate
) della tarda ora in cui scrivo (sono in vacanza).
Ho scandagliato le voci del sito sopra menzionato fino alla lettera G. È sicuramente difficile dare un giudizio sentendo solo brevi registrazioni di circa un minuto. Tuttavia, a un orecchio addestrato appare abbastanza presto la «maestria» del doppiatore.
Spietato fui. Ecco i nomi dei «promossi» (fra quelli che si possono ascoltare, ed escludendo Benassi, che mi sembra, finora, insuperato):
Claudia Balboni, Giovanni Baldini, Daniela Calò, Roberto Chevalier, Emilio Cigoli, Massimo Corvo, Carlo Cosolo, Maria Pia di Meo, Sergio di Stefano, Germana Dominici, Roberto Draghetti, Gabriella Genta.
Ho notato in particolare, ascoltando in cuffia, che quasi sempre, nei meno bravi, si percepisce subito l’area di provenienza. Sembra quasi che siano piú importanti i timbri vocalici e una certa intonazione «da doppiaggio» che non — oltre a questo, che dovrebbe essere acquisito — la perfetta pronuncia di tutti i suoni, specialmente delle cogeminazioni non rappresentate dalla grafia. E molti peccano d’ipercorrettismo, il che conferma ciò che scrive Luciano Canepàri nel suo MaPI.

Ho scandagliato le voci del sito sopra menzionato fino alla lettera G. È sicuramente difficile dare un giudizio sentendo solo brevi registrazioni di circa un minuto. Tuttavia, a un orecchio addestrato appare abbastanza presto la «maestria» del doppiatore.
Spietato fui. Ecco i nomi dei «promossi» (fra quelli che si possono ascoltare, ed escludendo Benassi, che mi sembra, finora, insuperato):
Claudia Balboni, Giovanni Baldini, Daniela Calò, Roberto Chevalier, Emilio Cigoli, Massimo Corvo, Carlo Cosolo, Maria Pia di Meo, Sergio di Stefano, Germana Dominici, Roberto Draghetti, Gabriella Genta.
Ho notato in particolare, ascoltando in cuffia, che quasi sempre, nei meno bravi, si percepisce subito l’area di provenienza. Sembra quasi che siano piú importanti i timbri vocalici e una certa intonazione «da doppiaggio» che non — oltre a questo, che dovrebbe essere acquisito — la perfetta pronuncia di tutti i suoni, specialmente delle cogeminazioni non rappresentate dalla grafia. E molti peccano d’ipercorrettismo, il che conferma ciò che scrive Luciano Canepàri nel suo MaPI.
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Grazie, Marco, della segnalazione, e del commento critico.Marco1971 ha scritto:Ho scandagliato le voci del sito sopra menzionato fino alla lettera G…
Al momento non ho purtroppo il tempo di dare un’occhiata al sito, ma sembra molto interessante, e mi riprometto di farlo al piú presto.

P.S. Ho ascoltato Benassi, e concordo.
Ascoltando la voce di Stefano Benassi, l'unica cosa che mi è parsa strana, rispetto alla sua pronuncia "pulita", è la preposizione semplice "di" cogeminante, che, sia nella pronuncia tradizionale sia in quella neutra, è ageminante.
Non avendo il testo a portata di mano, opterei per due soluzioni:
1) il doppiatore usa una pronuncia non tradizionale, e del resto neanche una pronuncia neutra o altri tipi di pronunce usate dai professionisti della voce.
2) il doppiatore fa riferimento alla parola Iddio e elide la i della preposizione semplice davanti al nome "Iddio".
Penso che la seconda tesi, da me sposata, sia l'unica soluzione accettabile al mio dilemma, poiché una professionalità cosí evidente non potrebbe permettersi tali incurie.
Non avendo il testo a portata di mano, opterei per due soluzioni:
1) il doppiatore usa una pronuncia non tradizionale, e del resto neanche una pronuncia neutra o altri tipi di pronunce usate dai professionisti della voce.
2) il doppiatore fa riferimento alla parola Iddio e elide la i della preposizione semplice davanti al nome "Iddio".
Penso che la seconda tesi, da me sposata, sia l'unica soluzione accettabile al mio dilemma, poiché una professionalità cosí evidente non potrebbe permettersi tali incurie.
uno studioso autodidatta di lingue e linguistica
Sí, anche se Luciano dice che bisogna conoscerla e fare le proprie scelte. Comunque i doppiatori bravi seguono la pronuncia tradizionale in alcune cose: nelle pubblicità prevale /'tsukkero/ su /'dzukkero/ e non ho mai sentito un doppiaggio cinematografico in cui si parli di /'dzio/ al posto di /'tsio/. 

Salvete!
Mi devo, ahimè, ricredere sul fatto che Stefano Benassi non commetta errore. Ovviamente non voglio togliere nulla alla sua professionalità, ma se Marco gli avrà dato 9.5 sarà dovuto al fatto ch'egli ha pronunciato due esse intervocaliche sorde come sonore: "inglesi" e "desiderare", oltre alla mancanza di una cogeminazione (che però potrebbe essere benissimo discutibile): "perché non lo bramiamo", dove il "non", a mio parere, avrebbe dovuto essere pronunciato con n geminata.
Chiaramente, bisogna vedere che tipo di pronuncia viene adottata dal doppiatore prima di partire, "a spron battuto", con i commenti, poiché la pronuncia moderna neutra elimina il contrasto tra esse intervocaliche sonore e quelle sorde, adottando solo la pronuncia sonora in questi casi.
Tuttavia, Marco è alquanto meticoloso in queste (ed altre) cose e se ha scelto il Benassi, come il migliore della lista, non di certo lo ha fatto perché egli usi la pronuncia moderna neutra, invece di quella tradizionale (o tipo).
Avete
Roberto
Mi devo, ahimè, ricredere sul fatto che Stefano Benassi non commetta errore. Ovviamente non voglio togliere nulla alla sua professionalità, ma se Marco gli avrà dato 9.5 sarà dovuto al fatto ch'egli ha pronunciato due esse intervocaliche sorde come sonore: "inglesi" e "desiderare", oltre alla mancanza di una cogeminazione (che però potrebbe essere benissimo discutibile): "perché non lo bramiamo", dove il "non", a mio parere, avrebbe dovuto essere pronunciato con n geminata.
Chiaramente, bisogna vedere che tipo di pronuncia viene adottata dal doppiatore prima di partire, "a spron battuto", con i commenti, poiché la pronuncia moderna neutra elimina il contrasto tra esse intervocaliche sonore e quelle sorde, adottando solo la pronuncia sonora in questi casi.
Tuttavia, Marco è alquanto meticoloso in queste (ed altre) cose e se ha scelto il Benassi, come il migliore della lista, non di certo lo ha fatto perché egli usi la pronuncia moderna neutra, invece di quella tradizionale (o tipo).
Avete
Roberto
uno studioso autodidatta di lingue e linguistica
Salve!
Per quanto riguarda la pronuncia iniziale della zeta, il suono aspro in alcune parole tuttora resiste (zucchero, zecca, zuppa, zoppo etc.), anche se si avvisa un lento declino; mentre il suono intervocalico di esse sembra essere oramai rifiutato dalla maggior parte dei doppiatori (per non parlare della esse nel suffisso -oso in tutte le sue forme).
Io sono di Chiasso, e sono cresciuto tra Milano e Chiasso, ma non per questo snobbo la pronuncia tradizionale.
Sono pienamente d'accordo su tutto quello che dice il Canepàri riguardo alla pronuncia moderna neutra, anche perché oggi la pronuncia tradizionale neutra delle consonanti suona un po' regionale.
Dopo aver detto ciò, personalmente sono convinto del fatto che l'unica pronuncia autorevole è quella tradizionale, dato che, in fin dei conti, e anche se nei secoli la lingua è cambiata, l'idioma che parliamo e scriviamo è tuttora il fiorentino colto e non il romano o il lombardo (e per quest'ultimo mi riferisco alla gente della Lombardia o del Ticino).
Saluti.
Per quanto riguarda la pronuncia iniziale della zeta, il suono aspro in alcune parole tuttora resiste (zucchero, zecca, zuppa, zoppo etc.), anche se si avvisa un lento declino; mentre il suono intervocalico di esse sembra essere oramai rifiutato dalla maggior parte dei doppiatori (per non parlare della esse nel suffisso -oso in tutte le sue forme).
Io sono di Chiasso, e sono cresciuto tra Milano e Chiasso, ma non per questo snobbo la pronuncia tradizionale.
Sono pienamente d'accordo su tutto quello che dice il Canepàri riguardo alla pronuncia moderna neutra, anche perché oggi la pronuncia tradizionale neutra delle consonanti suona un po' regionale.
Dopo aver detto ciò, personalmente sono convinto del fatto che l'unica pronuncia autorevole è quella tradizionale, dato che, in fin dei conti, e anche se nei secoli la lingua è cambiata, l'idioma che parliamo e scriviamo è tuttora il fiorentino colto e non il romano o il lombardo (e per quest'ultimo mi riferisco alla gente della Lombardia o del Ticino).
Saluti.
uno studioso autodidatta di lingue e linguistica
Santi Numi! E io che ho sempre pensato fosse pronuncia romanesca! Vi prego, non ditemi che è corretta anche la pronuncia cell'hai una sigaretta, con la doppia elle, come sento talvolta nel doppiaggio cinematografico!Marco1971 ha scritto:Sí, Roberto. Stefano Benassi non commette errore: di Dio si pronuncia /did'dio/, essendo la d di Dio (e dio) sempre rafforzata se preceduta da vocale.
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No, non glielo diciamo… anche se è la pronuncia piú diffusa in tutta l’Italia [linguisticamente] centrale, Toscana esclusa. Il Canepàri la definisce «trascurata».Daniele ha scritto:…non ditemi che è corretta anche la pronuncia cell'hai una sigaretta, con la doppia elle, come sento talvolta nel doppiaggio cinematografico!
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