Post-editing e post-editor

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

vorce
Interventi: 26
Iscritto in data: sab, 19 mar 2011 18:59

Post-editing e post-editor

Intervento di vorce »

Salve,

M'introduco in punta di piedi in questo coltissimo foro per chiedere: quale sarebbe la versione italiana di "post-editor" e di "post-editing" (si trova anche senza trattino)?

Nel settore dei servizi linguistici per "post-editing" s'intende l'attività di revisione di un testo pretradotto con sistemi di traduzione automatica. Il "post-editor" è la (nuova) figura professionale che svolge quest'attività. È diverso dal comune revisore/correttore, perché deve minimizzare il suo intervento sul testo concentrandosi soltanto sugli errori gravi, senza intervenire sullo stile. Nella maggioranza dei casi i testi così tradotti e rivisti sono testi tecnici molto ripetitivi, in cui i fattori più importanti sono l'economicità e la rapidità del processo di traduzione.

Grazie a tutti in anticipo.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Benvenuto, Vorce! :)

Non potrebbero andare posrevisione e posrevisore?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Scrive il Devoto-Oli: "nell'uso parlato è frequente la riduzione di post- a pos- davanti a consonante". Lei suggerisce di fare così anche nello scritto? Può spiegare perché?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sugli esempi già registrati posbrachiale, posconsonantico, poscritto, posdomani, posludio, posporre...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Registrati dove? (Non mi riferisco a poscritto né a posporre, naturalmente.)
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Nel GRADIT. E perché poscritto, posdomani e posporre, tutte parole comunissime, non basterebbero? Se non erro, anche Luciano Canepàri (che non è un purista strutturale come me) scrive anche posvocalico.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Leggendo le definizioni nel Devoto-Oli, mi sembra di poter inferire che quando il composto deriva dal latino (postponere, post scriptum, post cras) la t è caduta, mentre se il composto è formato modernamente, nell'uso la t rimane. Nella brevissima trattazione che Bruno Migliorini fa di post-, in La lingua italiana nel Novecento, si legge postbellico e postscolastico. Mi dica se mi sbaglio.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Non si sbaglia. Ma non sono sicuro di capire cosa c’entri: abbiamo molti composti con post- in cui cade la t se segue una consonante (con la variante con t). Non prenda tutto quel che dice il Devoto-Oli come verità, e confronti i vari dizionari. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
.Silvia.
Interventi: 225
Iscritto in data: lun, 11 gen 2010 0:37
Località: Milano

Re: Post-editing e post-editor

Intervento di .Silvia. »

vorce ha scritto:Salve,
Il "post-editor" è la (nuova) figura professionale che svolge quest'attività.
Davvero esiste siffatta figura professionale? Come si forma? Dove si trova? Per mia esperienza diretta tale lavoro viene affidato a dei traduttori, di norma traduttori tecnici.
vorce ha scritto:È diverso dal comune revisore/correttore, perché deve minimizzare il suo intervento sul testo concentrandosi soltanto sugli errori gravi, senza intervenire sullo stile.
Gli interventi necessari sulle traduzioni automatiche sono spesso pesanti, visto che anche gli algoritmi più sofisticati ( :shock: ) non riescono a distinguere un soggetto da un complemento oggetto, con ovvie conseguenze. Senza parlare poi delle altre parti dei segmenti di testo. Diciamo piuttosto che il compenso previsto per tali operazioni non consente di perdere il tempo necessario per rendere il testo leggibile e fruibile da un qualsiasi utente italiano, visto che solitamente questa pratica è riservata ai manuali. Manuali che sovente devono trattare l'uso di programmi non localizzati (quindi lascio immaginare cosa possa uscirne).

Per i motivi sopra esposti, accoglierei di buon grado l'assenza di un traducente nel vocabolario italiano.

Dovendo proprio trovarne uno, se non desideriamo allinearci alla versione inglese, suggerita da Marco, potremmo usare "revisione di traduzione automatica". Leggermente lungo, ma meno misterioso dell'originale.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Non si sbaglia. Ma non sono sicuro di capire cosa c’entri: abbiamo molti composti con post- in cui cade la t se segue una consonante (con la variante con t). Non prenda tutto quel che dice il Devoto-Oli come verità, e confronti i vari dizionari. :)
Lo faccio:

Osservo ad esempio che nel Treccani non figura posbranchiale postbranchiale ma leggo postbellico (pop. posbellico) (il grassetto è mio; osservo anche che posbellico rimanda a postbellico, idem per posdatare e tanti altri composti, per i quali si rimanda alla voce con la t), postbiblico, postbruciatore, postcalcaneale, postcapitalista, postscenio ecc. ecc.

Il Gradit a posbranchiale rimanda a postbranchiale. Mi fermo qui perché non ho più tempo per il momento, nel frattempo potrà fare anche lei alcuni confronti tra i dizionari.
:wink:
Avatara utente
Decimo
Interventi: 434
Iscritto in data: ven, 18 ago 2006 13:45
Località: Modica

Intervento di Decimo »

Se s’aggiunge poi che postrevisione e postrevisore non confliggerebbero nemmeno con la fonotassi tradizionale…
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1930
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Benvenuto, Vorce! :)

Non potrebbero andare posrevisione e posrevisore?
Penso che postrevisione e postrevisore vadano benissimo, perché ricalcano l'inadeguatezza, per così dire, del termine inglese. Non si poteva adoperare editing perché per tradizione consolidata il termine si riferisce all'operazione di revisione, eseguita da una persona, della traduzione fatta da un'altra persona. Si è quindi ricorsi a una sorta di contrazione: post[automatic-translation] editing, che sarà rispettata qualora il corrispondente italiano prendesse piede e quindi il suo significato implicito sarà chiaro a chi non è addetto ai lavori (mentre lo è già a chi opera nel campo), ossia postrevisione significa revisione successiva [alla traduzione fatta da una macchina].
Avatara utente
.Silvia.
Interventi: 225
Iscritto in data: lun, 11 gen 2010 0:37
Località: Milano

amen

Intervento di .Silvia. »

Freelancer ha scritto:Penso che postrevisione e postrevisore vadano benissimo, perché ricalcano l'inadeguatezza, per così dire, del termine inglese.
E così sia.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5795
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Decimo ha scritto:Se s’aggiunge poi che postrevisione e postrevisore non confliggerebbero nemmeno con la fonotassi tradizionale…
In teoria è vero, non confliggerebbero, però forse verrebbe avvertita la composizione col prefisso post- e quindi non si avrebbe, nel parlato, una sillaba /-s.tr-/ (fonottaticamente normale in italiano) ma una sillaba /-st.r-/, piuttosto inusuale.
Avatara utente
.Silvia.
Interventi: 225
Iscritto in data: lun, 11 gen 2010 0:37
Località: Milano

Intervento di .Silvia. »

Carnby ha scritto:una sillaba /-st.r-/, piuttosto inusuale.
Inusuale? Così la pronuncerei io.

Si potrebbe fare un esperimento. Ognuno di noi potrebbe chiedere ad un campione eterogeneo (per età, sesso, cultura...) di almeno 10 persone di leggere la parola

POSTREVISIONE

ad alta voce. Soltanto allora si avrebbe una percezione più chiara e attuale di ciò che è naturale o innaturale per un italiano, oggi. :)
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Bing [Bot] e 5 ospiti