Post-editing e post-editor
Moderatore: Cruscanti
Post-editing e post-editor
Salve,
M'introduco in punta di piedi in questo coltissimo foro per chiedere: quale sarebbe la versione italiana di "post-editor" e di "post-editing" (si trova anche senza trattino)?
Nel settore dei servizi linguistici per "post-editing" s'intende l'attività di revisione di un testo pretradotto con sistemi di traduzione automatica. Il "post-editor" è la (nuova) figura professionale che svolge quest'attività. È diverso dal comune revisore/correttore, perché deve minimizzare il suo intervento sul testo concentrandosi soltanto sugli errori gravi, senza intervenire sullo stile. Nella maggioranza dei casi i testi così tradotti e rivisti sono testi tecnici molto ripetitivi, in cui i fattori più importanti sono l'economicità e la rapidità del processo di traduzione.
Grazie a tutti in anticipo.
M'introduco in punta di piedi in questo coltissimo foro per chiedere: quale sarebbe la versione italiana di "post-editor" e di "post-editing" (si trova anche senza trattino)?
Nel settore dei servizi linguistici per "post-editing" s'intende l'attività di revisione di un testo pretradotto con sistemi di traduzione automatica. Il "post-editor" è la (nuova) figura professionale che svolge quest'attività. È diverso dal comune revisore/correttore, perché deve minimizzare il suo intervento sul testo concentrandosi soltanto sugli errori gravi, senza intervenire sullo stile. Nella maggioranza dei casi i testi così tradotti e rivisti sono testi tecnici molto ripetitivi, in cui i fattori più importanti sono l'economicità e la rapidità del processo di traduzione.
Grazie a tutti in anticipo.
- Freelancer
- Interventi: 1930
- Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37
Sugli esempi già registrati posbrachiale, posconsonantico, poscritto, posdomani, posludio, posporre...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Freelancer
- Interventi: 1930
- Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37
Nel GRADIT. E perché poscritto, posdomani e posporre, tutte parole comunissime, non basterebbero? Se non erro, anche Luciano Canepàri (che non è un purista strutturale come me) scrive anche posvocalico.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Freelancer
- Interventi: 1930
- Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37
Leggendo le definizioni nel Devoto-Oli, mi sembra di poter inferire che quando il composto deriva dal latino (postponere, post scriptum, post cras) la t è caduta, mentre se il composto è formato modernamente, nell'uso la t rimane. Nella brevissima trattazione che Bruno Migliorini fa di post-, in La lingua italiana nel Novecento, si legge postbellico e postscolastico. Mi dica se mi sbaglio.
Non si sbaglia. Ma non sono sicuro di capire cosa c’entri: abbiamo molti composti con post- in cui cade la t se segue una consonante (con la variante con t). Non prenda tutto quel che dice il Devoto-Oli come verità, e confronti i vari dizionari. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: Post-editing e post-editor
Davvero esiste siffatta figura professionale? Come si forma? Dove si trova? Per mia esperienza diretta tale lavoro viene affidato a dei traduttori, di norma traduttori tecnici.vorce ha scritto:Salve,
Il "post-editor" è la (nuova) figura professionale che svolge quest'attività.
Gli interventi necessari sulle traduzioni automatiche sono spesso pesanti, visto che anche gli algoritmi più sofisticati (vorce ha scritto:È diverso dal comune revisore/correttore, perché deve minimizzare il suo intervento sul testo concentrandosi soltanto sugli errori gravi, senza intervenire sullo stile.

Per i motivi sopra esposti, accoglierei di buon grado l'assenza di un traducente nel vocabolario italiano.
Dovendo proprio trovarne uno, se non desideriamo allinearci alla versione inglese, suggerita da Marco, potremmo usare "revisione di traduzione automatica". Leggermente lungo, ma meno misterioso dell'originale.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
- Freelancer
- Interventi: 1930
- Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37
Lo faccio:Marco1971 ha scritto:Non si sbaglia. Ma non sono sicuro di capire cosa c’entri: abbiamo molti composti con post- in cui cade la t se segue una consonante (con la variante con t). Non prenda tutto quel che dice il Devoto-Oli come verità, e confronti i vari dizionari.
Osservo ad esempio che nel Treccani non figura posbranchiale né postbranchiale ma leggo postbellico (pop. posbellico) (il grassetto è mio; osservo anche che posbellico rimanda a postbellico, idem per posdatare e tanti altri composti, per i quali si rimanda alla voce con la t), postbiblico, postbruciatore, postcalcaneale, postcapitalista, postscenio ecc. ecc.
Il Gradit a posbranchiale rimanda a postbranchiale. Mi fermo qui perché non ho più tempo per il momento, nel frattempo potrà fare anche lei alcuni confronti tra i dizionari.

- Freelancer
- Interventi: 1930
- Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37
Penso che postrevisione e postrevisore vadano benissimo, perché ricalcano l'inadeguatezza, per così dire, del termine inglese. Non si poteva adoperare editing perché per tradizione consolidata il termine si riferisce all'operazione di revisione, eseguita da una persona, della traduzione fatta da un'altra persona. Si è quindi ricorsi a una sorta di contrazione: post[automatic-translation] editing, che sarà rispettata qualora il corrispondente italiano prendesse piede e quindi il suo significato implicito sarà chiaro a chi non è addetto ai lavori (mentre lo è già a chi opera nel campo), ossia postrevisione significa revisione successiva [alla traduzione fatta da una macchina].Marco1971 ha scritto:Benvenuto, Vorce!
Non potrebbero andare posrevisione e posrevisore?
amen
E così sia.Freelancer ha scritto:Penso che postrevisione e postrevisore vadano benissimo, perché ricalcano l'inadeguatezza, per così dire, del termine inglese.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
In teoria è vero, non confliggerebbero, però forse verrebbe avvertita la composizione col prefisso post- e quindi non si avrebbe, nel parlato, una sillaba /-s.tr-/ (fonottaticamente normale in italiano) ma una sillaba /-st.r-/, piuttosto inusuale.Decimo ha scritto:Se s’aggiunge poi che postrevisione e postrevisore non confliggerebbero nemmeno con la fonotassi tradizionale…
Inusuale? Così la pronuncerei io.Carnby ha scritto:una sillaba /-st.r-/, piuttosto inusuale.
Si potrebbe fare un esperimento. Ognuno di noi potrebbe chiedere ad un campione eterogeneo (per età, sesso, cultura...) di almeno 10 persone di leggere la parola
POSTREVISIONE
ad alta voce. Soltanto allora si avrebbe una percezione più chiara e attuale di ciò che è naturale o innaturale per un italiano, oggi.

A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Bing [Bot], Google [Bot] e 6 ospiti