Etimologia del verbo «stutare»
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- Ferdinand Bardamu
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Nella mia variante dialettale, spegnere (anche nel significato derivato di «disattivare un dispositivo») si dice smorzar(e). Da una rapida ricognizione su Google, ho visto il verbo, nella forma stuar, adoperato da un parlante (probabilmente) di Treviso in questo fòro. Riporto la frase per esemplificarne l'uso:Luca86 ha scritto:Se la memoria non m'inganna, in Veneto si usano le varianti destudar(e)/destuar(e)/stuar(e). Aspettiamo una conferma (o smentita) del caro Ferdinand.
xe ora de stuar i fanai [è ora di spegnere i fari]
In un dizionario veneto-italiano compilato nel 2006, si trova, alla voce stuar:
1. spegnere; stua el fógo spegni il fuoco; stua el motor spegni il motore; (fig.) stuar la sé spegnere la sete 2. chiudere; stua l’aqua chiudi l’acqua (SIN. smorzsar)
È probabile che questo verbo nella parte centro-orientale del Veneto sia in concorrenza con smorzare, ma confesso di non averlo mai sentito prima.
Ferdinand, le risulta che questo verbo stuar(e) possa essere connesso anche al termine "sciorinare"? Glielo chiedo perché in genovese scioâ /Swa:/ (che mi pare foneticamente affine al verbo veneto qui citato) significa tanto "spegnere", "soffreddare" (scioâ o menestron, soffiare sulla minestra affinché si raffreddi) quanto "stendere i panni perché prendano aria".
- u merlu rucà
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No, il termine genovese, come l'antico italiano sciorare, deriva da *exaurare (composto da ex + aura 'venticello'). Nei dialetti liguri del Ponente, dal significato di 'stendere i panni perché prendano aria' si è passati anche a quello di 'gettare, buttare': on sciouràu e ciave 'ho buttato le chiavi'zeneize ha scritto:Ferdinand, le risulta che questo verbo stuar(e) possa essere connesso anche al termine "sciorinare"? Glielo chiedo perché in genovese scioâ /Swa:/ (che mi pare foneticamente affine al verbo veneto qui citato) significa tanto "spegnere", "soffreddare" (scioâ o menestron, soffiare sulla minestra affinché si raffreddi) quanto "stendere i panni perché prendano aria".
- Ferdinand Bardamu
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A ted. töten e ingl. die, sí (√*dheu-, *dhwey-), ma non a gr. thnēiskō (√*dʰnh₂-), né a lat. tueor (> fr. tuer, it. ant. stutare: √*teu-).zeneize ha scritto:Secondo me si tratta di una comune radice indoeuropea.u merlu rucà ha scritto:[...] Infatti nel tedesco moderno töten significa 'uccidere'.

Al riguardo!!zeneize ha scritto:Cosa ne pensate a riguardo?


- u merlu rucà
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Infatti le radici sono diverse. Quello che, però, lascia perplessi è il passaggio semantico di tueri/tutari da 'custodire, conservare, difendere' a 'spegnere, uccidere', che sono praticamente all'opposto del significato originario. O si tratta di un'estensione di 'difendere', nel senso che, per difendere qualcuno, posso essere costretto ad uccidere, oppure bisogna ammettere l'influsso di töten.Infarinato ha scritto:A ted. töten e ingl. die, sí (√*dheu-, *dhwey-), ma non a gr. thnēiskō (√*dʰnh₂-), né a lat. tueor (> fr. tuer, it. ant. stutare: √*teu-).zeneize ha scritto:Secondo me si tratta di una comune radice indoeuropea.
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Sí, l’avevo capito, caro Merlo: stavo solo rispondendo al suo conterraneo.u merlu rucà ha scritto:Infatti le radici sono diverse. Quello che, però, lascia perplessi è il passaggio semantico di tueri/tutari da 'custodire, conservare, difendere' a 'spegnere, uccidere', che sono praticamente all'opposto del significato originario. O si tratta di un'estensione di 'difendere', nel senso che, per difendere qualcuno, posso essere costretto ad uccidere, oppure bisogna ammettere l'influsso di töten.

L’ipotesi di un’influsso germanico è suggestiva, ma non mi sembra necessaria ed è forse poco verosimile.
La nota etimologica del TLFi ci dice che le espressioni [tardolatine] tutare famem, sitim [e ignem/focum] nel senso di «estinguerli» (da cui il passo per arrivare a «uccidere» è brevissimo) risalirebbero addirittura al I sec. d.C.: per la «trafila semantica» si veda, e.g., il Nyrop.
Quanto al derivato [del corradicale tot] di Tod, poi, bisogna ricordare che la «seconda rotazione consonantica» [alto-tedesca] si sviluppa in un periodo compreso tra il V (o al massimo il III) e il IX sec., e anche il francone antico ha dōt con la sonora, ergo bisognerebbe invocare un influsso [comunque tardo] dell’astrato (piú che del superstrato) germanico…
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