Del genere dei forestierismi
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ringrazio mille per il suggerimento.Infarinato ha scritto:Di testi specifici sull’argomento non ne conosco, ma posso consigliarle la lettura del già citato saggio di Jean-Pierre Gobber dell’Università Cattolica di Milano…elisewin ha scritto:grazie per il suggerimento, comunque...potrebbe indicarmi un testo di riferimento?
Vorrei poterle suggerire una dòtta divagazione, e cioè la lettura del X Canto dell'Orlando furioso (a partire più o meno dall'ottava 77): i nomi dei maggiori 'capitani' di un intero esercito anglosassone vengono toscanizzati con autorevole e cinquecentesco rigore...elisewin ha scritto: Mi servirebbe per analizzare i diversi fenomeni di adattamento del nome alla nostra lingua.
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E che dire dei danteschi «Guizzante e Bruggia» (Cadsand e Bruges)?Ladim ha scritto:Vorrei poterle suggerire una dòtta divagazione, e cioè la lettura del X Canto dell'Orlando furioso (a partire più o meno dall'ottava 77): i nomi dei maggiori 'capitani' di un intero esercito anglosassone vengono toscanizzati con autorevole e cinquecentesco rigore...

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L’«affaire Montanelli»
Ritorno fuggevolmente sull’argomento per una citazione d’autore relativamente recente:
E si noti il forestierismo giustamente messo in corsivo…Indro Montanelli in una «stanza» del 24 febbraio 1997 (grassetto mio) ha scritto:Ho paura che anche questa affaire finirà come tante altre. Cioè non finirà.
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Heimat
Il tedesco ha due parole per patria: Heimat(land) e Vaterland, con due significati distinti. Vaterland è la terra dei padri, Heimatland può non esserlo: è la terra che si ama e che è cara.Freelancer ha scritto:Heimat non compare nei dizionari, ossia non è un forestierismo dell'uso. Perché infilarlo qui? Perché non scrivere semplicemente la patria? Quanti dei suoi lettori conosceranno il tedesco?
Anche l'inglese e le lingue slave hanno più sostantivi che si traducono con patria.
A questo proposito sarei curioso di avere maggiori spiegazioni. Siamo tutti d'accordo che se usiamo una parola straniera in italiano non sarà soggetta alla grammatica inglese e quindi non si aggiungerà la -s alla fine per il plurale ecc... Ma sulla pronuncia onestamente la cosa proprio non mi è chiara; come dovrei leggere la parola computer ad esempio?Marco1971 ha scritto:Non è vero nulla: non è una parola italiana (è una parola straniera usata in italiano), e non è costruita sul modello dell’inglese, è una parola inglese pronunciata «all’italiana». Ricordo ancora una volta che il Migliorini la metteva tra le parole «meteche». Si doveva fare come i nostri cugini spagnoli, che hanno deporte, e riappropriarci il nostro diporto. Troppo tardi. Ma basterebbe quell’aggiunta inappariscente a rendere italiano il termine, facendo sporte.Jean-Pierre Gobber ha scritto:Così, sport è una parola italiana costruita su modello dell'inglese...
Io confesso che mi limito ad aggiungere una "i" appena prima della "u", ma mi disinteresso completamente della corretta pronuncia della "e" o della "r" finale. Mentre mi accorgo che conoce bene l'inglese tende ad usare la corretta pronuncia inglese. A questo punto mi chiedo, non è forse un adattamento forzato? Però di contro io sarei in imbarazzo a pronunciare letteralmente "computer".
Esiste quindi una convenzione o addirittura una regola per la pronuncia dei forestiesisimi?
La regola è che i forestierismi si pronunciano seguendo i suoni dell’italiano, dunque /kom'pjuter/ e non /k@m'pju:t@/. Ma prima di porci questa domanda, ce ne dovremmo porre un’altra: questo termine è insostituibile in italiano? (In questo come in 99 casi su 100, la risposta è no.) E vedremo che ridurremo di molto le incertezze di grafia e di pronuncia.edoram ha scritto:Esiste quindi una convenzione o addirittura una regola per la pronuncia dei forestiesisimi?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Per la pronuncia «all'italiana» di nomi, cognomi, parole e toponimi stranieri (nonché per quelli italiani), le consiglio l'eccellente DiPI (Dizionario di Pronuncia Italiana) di Luciano Canepàri.edoram ha scritto:Ma sulla pronuncia onestamente la cosa proprio non mi è chiara; come dovrei leggere la parola computer ad esempio?
Approfitto ancora della sua gentilezza sig. Marco, ma il punto critico che mi sfugge è il perchè si pronuncia quella "i" prima della "u"; se è vero che si seguono i suoni dell'italiano non si dovrebbe leggere /kom'puter/?Marco1971 ha scritto:La regola è che i forestierismi si pronunciano seguendo i suoni dell’italiano, dunque /kom'pjuter/ e non /k@m'pju:t@/.
Grazie anche Luca per l'interessante segnalazione.
Perché (con l’accento acuto
) la pronuncia all’italiana dei forestierismi non si fonda sulla grafia, ma sulla reale pronuncia della lingua d’origine. Quel suono /ju/ è nella pronuncia inglese.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il motivo piú semplice sarebbe: perché usare parole straniere quando abbiamo parole nostre che significano lo stesso? Calcolatore esisteva già (1961), prima della follia di chi, per capriccio, decise di diffondere computer.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Quale? La pronuncia di computer? Se è cosí, bastava dare un'occhiata su Treccani.it (sott. mia):edoram ha scritto:Ho cercato a lungo questa risposta, lei mi ha reso un uomo felice
computer ‹këmpi̯ùtë› […] usato in ital. al masch. (e pronunciato comunem. ‹kompi̯ùter›).
Se ho frainteso le sue parole, le domando scusa, Edoram.
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