Ciao a tutti! Sono un nuovo utente e vorrei chiedere:
E' più corretto scrivere "l'esercito polacco entrò a Mosca nel 1610, per venirne poi ricacciato due anni dopo" (per quanto i Polacchi non avessero certo lo scopo di essere cacciati via) oppure "l'esercito polacco entrò a Mosca nel 1610, venendone poi ricacciato due anni dopo"? Forse sono corrette ambedue le forme?
Grazie
Valore consecutivo per/gerundio
Moderatore: Cruscanti
Salve, Felixlis, e benvenuto!
Le due formulazioni sono corrette. La costruzione con per e l’infinito, rispetto al gerundio, accentua di piú la consecuzione.
Le due formulazioni sono corrette. La costruzione con per e l’infinito, rispetto al gerundio, accentua di piú la consecuzione.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 726
- Iscritto in data: sab, 14 mag 2005 23:03
Non so a quale costrutto inglese si riferisca, ma in italiano questa costruzione è antica (e, credo, indigena). Ho scelto questi esempi fra la gran mole a disposizione.
Lasso, ei m’aperse un sol felice e chiaro
per poi lasciarmi in tenebre ed in pene;
prese il crudele a sollevarmi in alto
per far maggior del precipizio il salto. (Marino, Adone) [= lasciandomi poi)
Con chi conosce la roba, non si domanda piú del giusto. Il solito è di domandar venti lire, per poi discendere ad una lira alla volta sino alle undici. (Goldoni, La bancarotta) [= discendendo poi]
M’innamorai di te... fatal momento!
Sposo mio t’accettai. Crebbe in me brama
d’esser mortale, come tu, di correre
la stessa sorte tua, d’esserti unita,
e di teco morir, per poi seguirti
dopo la morte ancor. Chiesi tal grazia,
(ché lo poteva) al Re, Monarca nostro. (Gozzi, La donna serpente) [= seguendoti poi]
Lasso, ei m’aperse un sol felice e chiaro
per poi lasciarmi in tenebre ed in pene;
prese il crudele a sollevarmi in alto
per far maggior del precipizio il salto. (Marino, Adone) [= lasciandomi poi)
Con chi conosce la roba, non si domanda piú del giusto. Il solito è di domandar venti lire, per poi discendere ad una lira alla volta sino alle undici. (Goldoni, La bancarotta) [= discendendo poi]
M’innamorai di te... fatal momento!
Sposo mio t’accettai. Crebbe in me brama
d’esser mortale, come tu, di correre
la stessa sorte tua, d’esserti unita,
e di teco morir, per poi seguirti
dopo la morte ancor. Chiesi tal grazia,
(ché lo poteva) al Re, Monarca nostro. (Gozzi, La donna serpente) [= seguendoti poi]
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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