«Twittare»
Moderatore: Cruscanti
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«Twittare»
Ho appena scoperto che esiste questo verbo - confermato dal suo uso nell'interfaccia utente in italiano di Twitter.
Come pronunzierebbe twittare l'italiano medio con una conoscenza approssimativa dell'inglese?
Come pronunzierebbe twittare l'italiano medio con una conoscenza approssimativa dell'inglese?
Ultima modifica di Freelancer in data ven, 09 set 2011 17:47, modificato 1 volta in totale.
- Infarinato
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Re: tweettare
L’unica pronuncia possibile mi pare /twit'tare/… Ma non sarebbe stato tanto meglio cinguettare? 

- Freelancer
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Piccolo appunto fuori tema: foraneo ha usi molto limitati; si parla di parole, forme, ecc., forestiere o straniere. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Era solo un’informazione per un appassionato delle lingue. Quando si possiede la lingua come Gadda, ci si può permettere tutto. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Resuscito il filone per una piccola segnalazione: ogni tanto leggo Il Foglio in rete, e mi capita di trovarci degli adattamenti (tuittare, tuittarolo): qui un articolo di ieri che usa tuittare addirittura nel titolo. 
PS. Mi sorge ora un dubbio: ma in italiano abbiamo parole che contengano la sequenza /twi/?

PS. Mi sorge ora un dubbio: ma in italiano abbiamo parole che contengano la sequenza /twi/?
Mi pare che nel lessico fondamentale italiano, di base latina ininterrotta, /w/ sia limitato a /wɔ/ (con la variante non accentata /wo/) e al nesso labiovelare /kw, ɡw/.G. M. ha scritto:Mi sorge ora un dubbio: ma in italiano abbiamo parole che contengano la sequenza /twi/?
Grazie, era da un po' che avevo dubbi sulla questione... Dunque, venendo alla pratica (alla glottotecnica, diciamo) del caso in esame: dobbiamo adattare in /tui/ (io tüitto, /tuˈitto/) o /twi/ è comunque accettabile in italiano?Carnby ha scritto:Mi pare che nel lessico fondamentale italiano, di base latina ininterrotta, /w/ sia limitato a /wɔ/ (con la variante non accentata /wo/) e al nesso labiovelare /kw, ɡw/.
- Millermann
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Stando al DiPI, ci sarebbe qualcosa con /twi/, sia pure facente parte della pronuncia «tollerata».
Ad esempio ho trovato
«Pituita» piˈtuita, -uˈi-; -ˈtwi-
«Sostituire» sostituˈire; -ˈtwi-
Per analogia, immagino che anche istituire, restituire, destituire, ecc. si pronuncino in modo simile.
Secondo me, la forma tuittare si potrebbe accettare benissimo (non solo come variante popolare, quindi) ed entrambe le pronunce dovrebbero essere valide.
Ad esempio ho trovato
«Pituita» piˈtuita, -uˈi-; -ˈtwi-
«Sostituire» sostituˈire; -ˈtwi-
Per analogia, immagino che anche istituire, restituire, destituire, ecc. si pronuncino in modo simile.
Secondo me, la forma tuittare si potrebbe accettare benissimo (non solo come variante popolare, quindi) ed entrambe le pronunce dovrebbero essere valide.

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
- Ferdinand Bardamu
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Il paragone coi cultismi ci è poco d’aiuto, dal momento che la loro pronuncia normale non prevede in tal caso la presenza dell’approssimante velo-labiale. Ci è poco d’aiuto anche perché qui parliamo di un adattamento spontaneo del derivato di un anglicismo la cui pronuncia ha già in origine /w/: non ci sono particolari ragioni per adottare il modello dei latinismi contenenti /u/ + vocale. L’adattamento piú naturale è dunque /twi/, come aveva peraltro già detto Infarinato piú su.
(Noto di passata che il DiPI indica come «accettabile», e non come «tollerabile», la pronuncia di attuale con approssimante).
(Noto di passata che il DiPI indica come «accettabile», e non come «tollerabile», la pronuncia di attuale con approssimante).
Re: tweettare
Anche per l’altrettanto usato «retwittare» (ovvero riportare il cinguettio altrui nel flusso di cinguettî del proprio conto Twitter) «ricinguettare»

- Infarinato
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Re: «Twittare»
Perché no? TIzio ha cinguettato bla, e Caio l’ha ricinguettato… 

Re: «Twittare»
A quanto pare l’inventore di Twitter avvalora la tesi che cinguettio e cinguettare siano buoni traducenti (se non bastasse il logo), checché ne scriva Licia Corbolante, perché è vero che fu colpito prima dalla accezione di «breve “lancio” di informazioni non rilevanti», per twitter, ma è anche vero che l’inventore Dorsey si dilunga molto di più sul significato di cinguettio nell’intervista in cui ha spiegato il perché del nome. Del resto se fosse come scrive la Corbolante dovremmo usare termini ben poco piacevoli per definire la rete sociale e i suoi messaggi (partendo da quel «informazioni non rilevanti»):
Un giornalista che ha intervistato Jack Dorsey ha scritto:Then when did the service’s name morph from “Status/Stat.us” to “twittr” to Twitter?
«The working name was just ‘Status’ for a while. It actually didn’t have a name. We were trying to name it, and mobile was a big aspect of the product early on ... We liked the SMS aspect, and how you could update from anywhere and receive from anywhere.
We wanted to capture that in the name -- we wanted to capture that feeling: the physical sensation that you’re buzzing your friend’s pocket. It’s like buzzing all over the world. So we did a bunch of name-storming, and we came up with the word ‘twitch,’ because the phone kind of vibrates when it moves. But ‘twitch’ is not a good product name because it doesn’t bring up the right imagery. So we looked in the dictionary for words around it, and we came across the word ‘twitter,’ and it was just perfect. The definition was ‘a short burst of inconsequential information,’ and ‘chirps from birds.’ And that’s exactly what the product was.
The whole bird thing: bird chirps sound meaningless to us, but meaning is applied by other birds. The same is true of Twitter: a lot of messages can be seen as completely useless and meaningless, but it’s entirely dependent on the recipient. So we just fell in love with the word. It was like, ‘Oh, this is it.’ We can use it as a verb, as a noun, it fits with so many other words. If you get too many messages you’re ‘twitterpated’ -- the name was just perfect.
But you needed that short code -– in order to operate SMS you need the short code to operate with this cellular administration. So we were trying to get ‘twttr’ -- because we could just take out the vowels and get the 5-digit code. But unfortunately Teen People had that code -– it was ‘txttp’ [Text TP]. So we just decided to get an easy-to-remember short code [40404], and put the vowels back in.
So Twitter was it, and it’s been a big part of our success. Naming something and getting the branding right is really important».
Fonte: intervista del 2009 https://www.latimes.com/archives/blogs/ ... ent-part-i
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