«Per esempio» e «ad esempio»

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Marco1971
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«Per esempio» e «ad esempio»

Intervento di Marco1971 »

Alla voce esempio, nel Grande Dizionario della Lingua Italiana De Agostini (già Sàndron), si legge:

(non molto corretta, con questo significato, la loc. ad esempio).

Stesso giudizio nel Gabrielli bivolume:

Meno bene la locuz. ad esempio, us. nello stesso sign.

Vi domando allora: che cos’ha di poco corretto? :roll:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mi risponde il Battaglia, che avevo trascurato di consultare e che chiarisce il significato originario di ad esempio (spiegando cosí l’avversione dei puristi):

12. Ad esempio: a imitazione, a somiglianza; conforme a un modello determinato.

Ma dopo gli esempi, dice anche:

Per recare una prova, una conferma, un paragone (ed è forma analoga, ma piú ricercata, di per esempio).

Quest’uso è dunque recente: prima attestazione presso De Sanctis (1817-1883). Non ne sapevo nulla...

Scusate il monologo. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:Non ne sapevo nulla...
Interessante. Ma "ricercata" non dovrebbe essere una condanna, o sbaglio?
CarloB
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Intervento di CarloB »

Dunque vanno bene entrambe e bene facciamo tutti a usarle indifferentemente. O no?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, anche se, parlando, ad esempio mi suona affettato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Ho sempre voluto fare delle ricerche, e ancora continuo a rimandare, circa ad esempio, che presenta un d eufonica tra vocali diverse, che già il vecchio caro Manzoni aveva eliminato nella revisione dei Promessi Sposi. Ovviamente dire o scrivere a esempio è un obbrobrio vero e proprio (secondo me, se è corretto chiedo venia); eppure l'ho trovato più volte usato da una traduttrice di un racconto di Agatha Christie (e ogni volta ho storto il naso).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

A esempio, nella tradizione letteraria, si trova sempre quando segue di: a esempio di oppure nella locuzione portare a esempio. Ad esempio come equivalente di per esempio si è probabilmente cristallizzato con la ‘d’ eufonica per via del latino ad exemplum.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
CarloB
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Intervento di CarloB »

Se non ricordo male, Oreste Del Buono ha usato spesso a esempio.
vorce
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Abbreviatura?

Intervento di vorce »

Riapro un filone "antico" per chiedere: l'abbreviatura corretta di ad esempio / per esempio, qual è? Si può omettere la preposizione, scrivendo soltanto es.? Soprattutto, va seguita dalla virgola, dai due punti o da nulla? Per semplificare gli interventi successivi, pongo un esempio di un elenco fra parentesi:

1) (ad es.: rose, gladioli, petunie).
2) (ad es., rose, gladioli, petunie).
3) (ad es. rose, gladioli, petunie).
4) (es.: rose, gladioli, petunie).
5) (es., rose, gladioli, petunie).

Grazie in anticipo.

Saluti
Marco
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Dal Treccani in linea:

3. Locuzioni:

a. Per esempio (abbrev. p. e., p. es., per es.), formula con cui si introduce un esempio a conforto di una regola, o per chiarire o restringere un’affermazione generica (con questa funzione, è anche com. la locuz. ad esempio, abbreviata ad e., ad es.): un tempo si usava elidere «gli» davanti a i-, p. e.: «gl’Italiani»; qualcuno mi dia una mano: tu, per esempio.


Non è necessario aggiungere alcuna punteggiatura.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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