Ne avevo accennato qui ma devo tornarci su per descrivere una ricerca condotta da Berlin e Kay negli anni sessanta del secolo scorso (Bibl. B. Berlin, P. Kay, Basic Color Terms, University of California Press, Berkeley-Los Angeles 1969) ritrovata in un agile, ma interessante, libretto: N. Grandi, Fondamenti di tipologia linguistica, Carocci 2003.
Berlin e Kay hanno individuato, in una comparazione interlinguistica in oltre cento lingue, undici colori che sembrano essere riconosciuti dai parlanti (i quali ne possono riconoscere da due in su).
Tutte le loro argomentazioni si fondano sul focus dei colori e non sulle sfumature.
La cosa strabiliante, a cui non so trovare una risposta, è che questi colori sono organizzati in una rigida gerarchia implicazionale:
Bianco e/o nero --> rosso --> giallo e/o verde --> blu --> marrone --> porpora e/o rosa e/o arancio e/o grigio.
Se una lingua possiede solo due termini per indicare i colori, questi termini saranno per il bianco e il nero (in questo caso il termine per il bianco designerà tutti i colori chiari, quello per il nero i colori scuri).
Se la lingua possiede tre termini, il terzo sarà per il rosso.
Se quattro, oltre ai primi tre ci sarà il giallo o il verde, ecc.
Dice Grandi:
La struttura implicazionale della gerarchia impone che non si può accedere ad un livello senza essere passati per quelli precedenti. Quindi è impossibile che una lingua abbia, ad esempio, un termine per il bianco, uno per il nero e uno per il blu, senza avere il rosso, il giallo e il verde.
[…]
Vi sono lingue (come l’italiano e l’inglese) che distinguono più di undici colori. In questo caso, per i colori che esulano dalla gerarchia, non sono state evidenziate tendenze rilevanti, fermo restando che possono entrare in gioco dalla dodicesima posizione, solo cioè se gli undici colori della gerarchia hanno già un’espressione lessicale.
[…]
Infine, non è detto che debba essere mantenuta la corrispondenza biunivoca tra classi cromatiche e unità lessicali: uno stesso colore può essere espresso da due o più termini distinti.