Virgola, congiunzione "e" e variazioni semantiche
Moderatore: Cruscanti
Virgola, congiunzione "e" e variazioni semantiche
Date le tre frasi:
1) Espone in modo semplice e chiaro e utilizza un linguaggio adeguato.
2) Espone in modo semplice e chiaro, e utilizza un linguaggio adeguato.
3) Espone in modo semplice, chiaro e utilizza un linguaggio adeguato.
pongo due questioni:
- la virgola in 2) è corretta? (Anche se non necessaria, a me pare che chiarifichi il diverso legame che instaurano le due congiunzioni: la prima, due aggettivi; la seconda, due proposizioni);
- è accettabile la frase 3)? E c'è differenza di significato tra la terza e le prime due frasi?
Grazie in anticipo a chi vorrà darmi qualche chiarificazione.
1) Espone in modo semplice e chiaro e utilizza un linguaggio adeguato.
2) Espone in modo semplice e chiaro, e utilizza un linguaggio adeguato.
3) Espone in modo semplice, chiaro e utilizza un linguaggio adeguato.
pongo due questioni:
- la virgola in 2) è corretta? (Anche se non necessaria, a me pare che chiarifichi il diverso legame che instaurano le due congiunzioni: la prima, due aggettivi; la seconda, due proposizioni);
- è accettabile la frase 3)? E c'è differenza di significato tra la terza e le prime due frasi?
Grazie in anticipo a chi vorrà darmi qualche chiarificazione.
- Sandro1991
- Interventi: 251
- Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07
In quanto alla (1), se vuole privarla di virgole, io direi: Espone in modo semplice e chiaro utilizzando un linguaggio adeguato (il polisindeto è un'alternativa che scarterei per questioni stilistiche −in questo caso). La (2) è corretta (quella che sceglierei); la virgola può stare anche dopo la congiunzione «e». La (3) mi suona stonata, ma magari mi sbaglio.
La differenza tra (1) e (2) è che nella seconda si accentua di piú il fatto che si usi un linguaggio adeguato; parte enfatizzata dalla virgola che la precede.
Questo è quello che mi viene da dire, ma adesso la parola agli esperti.
La differenza tra (1) e (2) è che nella seconda si accentua di piú il fatto che si usi un linguaggio adeguato; parte enfatizzata dalla virgola che la precede.
Questo è quello che mi viene da dire, ma adesso la parola agli esperti.

Concordo con Sandro1991, e aggiungo che la frase 3) è da sconsigliare fortemente (ci vuole la virgola dopo chiaro).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
A mio avviso ci vuole la virgola perché 'chiaro' si riferisce a "modo", non a "utiizza".Stephanus ha scritto:Perdonate l'insistenza, ma ho un'altra domanda: perché la 3) è da sconsigliare fortemente? E perché ci vorrebbe la virgola dopo chiaro?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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- Sandro1991
- Interventi: 251
- Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07
Se ci fosse stato un altro aggettivo dopo chiaro, allora la congiunzione «e» poteva anche essere non seguíta dalla virgola: Espone in modo semplice, chiaro e acuto. Ma dal momento che segue una proposizione (e utilizza un linguaggio adeguato), la virgola dopo chiaro serve proprio per dare una sorta di stacco, rendendo agevole la lettura e evidenziando il senso della proposizione che segue. Senso minato dall'assenza della virgola.
Espone in modo semplice, chiaro e utilizza un linguaggio adeguato
Provi a leggere la suddetta frase con lo stesso ritmo e intonazione di questa: Espone in modo semplice, chiaro e acuto.
C'è qualcosa che non va, non trova? La pausa (virgola) dopo chiaro è, dunque, fortemente consigliata.
Espone in modo semplice, chiaro e utilizza un linguaggio adeguato
Provi a leggere la suddetta frase con lo stesso ritmo e intonazione di questa: Espone in modo semplice, chiaro e acuto.
C'è qualcosa che non va, non trova? La pausa (virgola) dopo chiaro è, dunque, fortemente consigliata.
- Sandro1991
- Interventi: 251
- Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07
«Da Schopenhauer Nietzsche ha ereditato il principio che la vita...».
Trovo questa frase in Mann, non so chi sia il traduttore e non ho idea di come sia il corrispettivo tedesco. A ogni modo: non è fortemente consigliata la virgola tra i nomi dei due filosofi? (Il contesto non chiarisce). È un caso di dislocazione a sinistra, giusto?
Certo, i celeberrimi nomi non creano incomprensioni; ma se i nomi fossero meno comuni? non si rischierebbe d’intenderli nome e cognome? (Sempre con un contesto poco chiaro).
Che dite?
Trovo questa frase in Mann, non so chi sia il traduttore e non ho idea di come sia il corrispettivo tedesco. A ogni modo: non è fortemente consigliata la virgola tra i nomi dei due filosofi? (Il contesto non chiarisce). È un caso di dislocazione a sinistra, giusto?
Certo, i celeberrimi nomi non creano incomprensioni; ma se i nomi fossero meno comuni? non si rischierebbe d’intenderli nome e cognome? (Sempre con un contesto poco chiaro).
Che dite?
Ultima modifica di Sandro1991 in data mer, 18 gen 2012 14:40, modificato 1 volta in totale.
Io non ce la metterei, la virgola. È come «Da mio padre ho ereditato questo principio». Mi sembra che la struttura della frase non possa dar luogo a incomprensioni.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
Be', in questo caso non credo si creino incomprensioni, ma nel caso in cui la frase sia «Da Pietro Federico ha ereditato...» ci può essere qualche ambiguità, che nasce dal fatto che Federico è anche un cognome. Quindi ci sarebbero due interpretazioni:
1) Federico ha ereditato x da Pietro...
2) Da Pietro Federico (egli / ella) ha ereditato...

1) Federico ha ereditato x da Pietro...
2) Da Pietro Federico (egli / ella) ha ereditato...
Le segnalo questo refuso.Sandro1991 ha scritto:Certo, i celeberrimi nomi non creano incomprenzioni…

- Sandro1991
- Interventi: 251
- Iscritto in data: lun, 28 nov 2011 19:07
Credo che il contesto disambiguerebbe assai facilmente.Andrea Russo ha scritto:[...] 2) Da Pietro Federico (egli / ella) ha ereditato...

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Personalmente non trovo così errata la terza frase, anche se la seconda è, a mio avviso, la migliore.
Per quanto riguarda le ambiguità credo sia difficile essere sempre chiari e precisi. Mi viene in mente una frase di un corso di linguistica da me frequentato:
Il procuratore della repubblica di Venezia
Tale frase si riferisce al procuratore di Venezia della Repubblica Italiana o al procuratore della Repubblica di Venezia?
Per quanto riguarda le ambiguità credo sia difficile essere sempre chiari e precisi. Mi viene in mente una frase di un corso di linguistica da me frequentato:
Il procuratore della repubblica di Venezia
Tale frase si riferisce al procuratore di Venezia della Repubblica Italiana o al procuratore della Repubblica di Venezia?
- Giorgio1988
- Interventi: 45
- Iscritto in data: lun, 16 feb 2009 0:30
- Località: Bari
Beh, a mio parere qui il rischio di ambiguità è praticamente assente: infatti procuratore della Repubblica è una polirematica che indica un particolare tipo di magistrato il quale, secondo l’ordinamento giuridico della Repubblica Italiana, è a capo di un determinato ufficio (la procura della Repubblica, appunto). Si tratta di una carica inesistente ai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia, dove invece esisteva il Procuratore di San Marco.icio85 ha scritto:Mi viene in mente una frase di un corso di linguistica da me frequentato:
Il procuratore della repubblica di Venezia
Tale frase si riferisce al procuratore di Venezia della Repubblica Italiana o al procuratore della Repubblica di Venezia?
Dunque se oggi parliamo di procuratore della Repubblica di Venezia non possiamo che riferirci al procuratore della Repubblica veneziano (*procuratore veneziano della Repubblica e *procuratore di Venezia della Repubblica sono frasi agrammaticali come *un ferro eccellente da stiro e *un ferro della Rowenta da stiro).
Pertanto, qualora in italiano contemporaneo si voglia far riferimento a un non meglio identificato procuratore della Serenissima, si eviterà di ricorrere all’espressione procuratore della Repubblica di Venezia: con questo significato rientrerebbe, secondo me, in una zona di dubbia grammaticalità.
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