A quante mani si prende il coraggio?

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Andrea Russo
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A quante mani si prende il coraggio?

Intervento di Andrea Russo »

Anche se più frequentemente ho sentito l'espressione prendere il coraggio a due mani, ho trovato anche prendere il coraggio a quattro mani.

Dopo una rapida ricerca nei dizionari in linea non sono riuscito a trovare una risposta. Per darvi qualche dato, la prima espressione dà 54.900 risultati, mentre la seconda 14.000. Può semplicemente essere che si sia formato un nuovo modo di dire per ragioni d'enfasi: due mani ormai sembravano poche, e allora se n'è aggiunte altre due! Comunque, aspetto il parere di chi ne sa più di me.

Qual è l'espressione corretta e/o originaria? Insomma, a quante mani si prende il coraggio?
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Marco1971
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Re: A quante mani si prende il coraggio?

Intervento di Marco1971 »

Andrea Russo ha scritto:Qual è l'espressione corretta e/o originaria? Insomma, a quante mani si prende il coraggio?
Il coraggio si prende a due mani, per il semplice motivo che siamo dotati di sole due mani. :) Sotto quest’unica forma si trova in letteratura.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ah, non avevo controllato nel GRADIT, che attesta entrambe le espressioni:

prendere il coraggio a due mani prendere il coraggio a quattro mani

prendere il coraggio a quattro mani farsi forza e passare all’azione


Devo dire che rimango di sasso: non avevo mai sentito la variante con quattro. :shock:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ecco la documentazione letteraria.

Poi, come l’uscio fu rinchiuso, prendendo il suo coraggio a due mani, balbettò: ... (Verga, Il marito di Elena)

...tanto che un giorno Biancavilla padre prese il suo coraggio a due mani e andò a parlare col duca. (De Roberto, I Viceré)

Lo capisci che devi ajutarti da te? Ora, sí, ora! Prendere tutto il tuo coraggio a due mani: stringere i denti e far quello che ti dico io! (Pirandello, Tutt’e tre)

Ci sono altri due esempi, sempre di Verga e Pirandello.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Fausto Raso
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Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

La variante a quattro mani potrebbe essere stata coniata per analogia con "mangiare a due/quattro palmenti".

Dal Gabrielli:
palmento
[pal-mén-to]
s.m.

1 Macina da molino
‖ fig. Macinare, mangiare a due palmenti, a quattro palmenti, mangiare avidamente e in abbondanza; accumulare guadagni illeciti
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Andrea Russo
Interventi: 763
Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37

Intervento di Andrea Russo »

Grazie delle risposte.

Personalmente ho sentito solo la variante a quattro palmenti, che forse in questo caso è la più frequente.
Avatara utente
Marco1971
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Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Piú comune nell’uso, concordo: anch’io ho nell’orecchio a quattro palmenti, anche se interrogando la BIZ[a], non se ne trovano esempi; e solo otto per a due palmenti.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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