Per quanto banale possa sembrare, io non riesco a capire: se c’è una differenza articolatoria tra la «c» di
caldo e la «c» di
chi, velare in pieno la prima, e −mi sembra− palatale la seconda (non vorrei aver bestemmiato...) e si tratta, dunque, di due fòni diversi, benché omorgani (si dice cosí?) [non come [ɱ] e [ŋ] che hanno i luoghi di nascita ben piú lontani], come mai non vengono distinti nella trascrizione di *Canepari −ch’è tanto preciso− e ridotti a un unico segno /k/?

(Magari avrò saltato qualcosa, m’accontento d’un rimando... e d’un rimprovero).
Grazie.
*Mi riferisco al MaPI
_________________________________
Mi scuso per eventuali imprecisioni e errori.