Torno su questo argomento perché mi sembra importante, e, contrariamente a quanto scrissi anni fa qui sopra, condanno senz’appello l’odierna tendenza a adoperare il verbo
indulgere costruito con la preposizione
in, il quale da sempre, in italiano, s’è costruito con
a. Si tratta di un evidente influsso dell’inglese
to indulge in, che i dizionari recenti si sono affrettati a registrare e ratificare.
Se è necessario tenere nel debito conto le evoluzioni che ogni lingua subisce per forza di cose, è altrettanto doveroso rimanere critici nel valutarle. Vi sono evoluzioni sane, e direi arricchenti; e ve ne sono di superficiali e deleterie. Il compito del dizionario sarebbe appunto di orientare il consultatore, cosa che sempre meno fa, acriticamente registrando, a mo’ di fotografo, quel che circola all’intorno.
Ecco l’esemplificazione dell’uso corretto.
Allora a gli occhi del soldàn rifulse
L’elmo, onde gravi l’onorata fronte;
per cui quel mago a se medesmo indulse
e forse affaticò Sterope e Bronte... (Tasso,
Gerusalemme conquistata)
...Per indùlgere al mio tedio,
nova sorte mi fecero gli iddii. (D’Annunzio,
Alcyone)
Uno degli obblighi miei piú gravi è quello di non avvertire la stanchezza che m’opprime, il peso enorme di tutti i doveri che mi sono e mi hanno imposto, e di non indulgere minimamente al bisogno di un po’ di distrazione, che la mia mente affaticata di tanto in tanto reclama. (Pirandello,
Candelora)
...il mio compagno Renato Brozzi – di Parma come Ildebrando – m’intaglia una Venere lunga, molto lunga dagli inguini ai malleoli, stralunga, per indulgere al mio vano amore delle ismisurevoli gambe, in un avorio d’insolita misura e d’insolita struttura donatomi da un amico di Calabria reduce dall’Africa monstrifera. (D’Annunzio,
Pagine del Libro segreto)
Non aveva sul volto che l’augusta impronta della morte che tutto placa, che a tutto indulge: non la serenità, ma la pace. (Serao,
Il paese di Cuccagna)
Imperterrita indulge al resupino,
al temerario – o Numi! – che l’esplora
tesse gli elogi di quel suo cugino... (Gozzano,
Poesie sparse)
Nessun esempio di
indulgere in nel Battaglia, né nell’archivio
BIZ[a], che raccoglie oltre mille testi della letteratura italiana dalle origini al Novecento. Secondo ogni evidenza, questo costrutto recente è stato introdotto da qualche traduttore poco attento. Torniamo dunque a dire come s’è sempre detto:
indulgere A qualcosa.
