«Ammezzato» o «mezzanino»?
Moderatore: Cruscanti
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«Ammezzato» o «mezzanino»?
Ho notato ancora una disparità di vedute tra il vocabolario Gabrielli in rete e il “Dizionario Linguistico Moderno “, dello stesso autore, a proposito di “ammezzato”.
Dal vocabolario in rete:
ammezzato
[am-meʒ-ʒà-to]
(part. pass. di ammezzàre)
A agg.
Diviso a metà, dimezzato
‖ Lavoro ammezzato, fatto solo per metà
‖ Recipiente ammezzato, riempito o vuotato per metà
‖ Piano ammezzato, fra il pianterreno e il primo piano
B s.m.
Piano ammezzato.
Nel “Dizionario linguistico Moderno” si legge, invece:
«Participio passato del verbo ‘ammezzare’, vale ‘diviso a metà’; però ora molti lo usano erroneamente, come fanno i Lombardi, nel significato di ‘mezzanino’, che è la voce corretta (diminutivo di ‘mezzano’) per indicare quel piano di casa che sta tra due piani di altezza e importanza maggiori».
Dal vocabolario in rete:
ammezzato
[am-meʒ-ʒà-to]
(part. pass. di ammezzàre)
A agg.
Diviso a metà, dimezzato
‖ Lavoro ammezzato, fatto solo per metà
‖ Recipiente ammezzato, riempito o vuotato per metà
‖ Piano ammezzato, fra il pianterreno e il primo piano
B s.m.
Piano ammezzato.
Nel “Dizionario linguistico Moderno” si legge, invece:
«Participio passato del verbo ‘ammezzare’, vale ‘diviso a metà’; però ora molti lo usano erroneamente, come fanno i Lombardi, nel significato di ‘mezzanino’, che è la voce corretta (diminutivo di ‘mezzano’) per indicare quel piano di casa che sta tra due piani di altezza e importanza maggiori».
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
È naturalmente da preferire mezzanino: 21 occorrenze nel corpus BIZ[a], contro 8 di ammezzato – in questo senso –, una della Serao e sette di De Marchi, nello stesso romanzo, Arabella.
Forse mezzanino farà la stessa fine di acquaio, sostituito dal lombardo lavello?
Forse mezzanino farà la stessa fine di acquaio, sostituito dal lombardo lavello?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
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«Lavandino» e «lavello»
Quindi usa lavandino anche per indicare l'impianto dove si lavano le stoviglie? Io per chiamare questo in italiano dico talvolta lavello talatra secchiaio (italianizzazione del dialettale seciàro).u merlu rucà ha scritto:Personalmente, anche se in dialetto uso lavelu, parlando italiano dico lavandino.
Per l'impianto da bagno, invece, uso lavandino.
- u merlu rucà
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Re: «Lavandino» e «lavello»
Il mio 'idioletto' prevede lavandino (dove si lavano le stoviglie) e lavabo (quello del bagno).
Riporto in anteprima la voce acquaio (che non è un toscanismo, il GRADIT la marca CO) del mio DiNo:
ACQUÀIO
È questo il nome tradizionale di quell’impianto dove si lavano le stoviglie. Concorre nell’uso attuale con lavello, d’origine settentrionale. Il lavandino, invece, nell’uso piú preciso, si riferisce alla vaschetta del bagno destinata alla pulizia personale.
ESEMPI «...io vi dico che ella è la invoglia e la bandinella attaccata presso a l’acquaio, ne la quale si ripongano i coltelli, i pezzi del pane e i tavogliolini che si levano di tavola, oltra che ci si sciuga le mani.» (Aretino, Dialogo); «...e per noi correvano e s’affaccendavano tutti quei camerieri in vestito nero, mentre essi erano costretti a rigovernarsi le gamelle all’acquaio, e a tender la mano in cucina, come mendicanti.» (De Amicis, Sull’Oceano); «Per undici giorni mi ha nascosto nella sua cucina, sotto l’acquaio.» (CS, 23.09.2004)
ACQUÀIO
È questo il nome tradizionale di quell’impianto dove si lavano le stoviglie. Concorre nell’uso attuale con lavello, d’origine settentrionale. Il lavandino, invece, nell’uso piú preciso, si riferisce alla vaschetta del bagno destinata alla pulizia personale.
ESEMPI «...io vi dico che ella è la invoglia e la bandinella attaccata presso a l’acquaio, ne la quale si ripongano i coltelli, i pezzi del pane e i tavogliolini che si levano di tavola, oltra che ci si sciuga le mani.» (Aretino, Dialogo); «...e per noi correvano e s’affaccendavano tutti quei camerieri in vestito nero, mentre essi erano costretti a rigovernarsi le gamelle all’acquaio, e a tender la mano in cucina, come mendicanti.» (De Amicis, Sull’Oceano); «Per undici giorni mi ha nascosto nella sua cucina, sotto l’acquaio.» (CS, 23.09.2004)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
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- u merlu rucà
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Ma sí, scordiamoci dell’antico acquaio. Né mai piú si parli di lavello, di lavabo o di lavandino, che sono solo sporca e stantía confusione. La parola moderna è sink, e, per chi vuol esser precisino, washbasin per il bagno. Prepariamoci. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Io (a Roma) dico lavandino e intendo sia quello del bagno che quello della cucina.
Vedo che il Treccani segnala questo uso e mi nasce una domanda di approfondimento: quando un dizionario registra un determinato uso di una parola, magari minore o raro, bisogna considerarlo acquisito e quindi tecnicamente corretto e utilizzabile?
Vedo che il Treccani segnala questo uso e mi nasce una domanda di approfondimento: quando un dizionario registra un determinato uso di una parola, magari minore o raro, bisogna considerarlo acquisito e quindi tecnicamente corretto e utilizzabile?
Il Treccani dice, di lavandino, che è l’impianto idraulico del bagno, e poi aggiunge:
...è usato talora anche, come sinon. di acquaio...
Quindi va tranquilla, anche se per me il lavandino è sempre stato quello del bagno, e ogni volta che lo sento pronunciare al posto dell’acquaio, non riesco a trattenere un sorriso.
...è usato talora anche, come sinon. di acquaio...
Quindi va tranquilla, anche se per me il lavandino è sempre stato quello del bagno, e ogni volta che lo sento pronunciare al posto dell’acquaio, non riesco a trattenere un sorriso.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- SinoItaliano
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Pur essendo io di Roma, il mio “idioletto” prevede acquaio, perché mi hanno insegnato che si chiama cosí il lavandino da cucina. Anche se talvolta lo chiamo semplicemente lavandino.
Resta il fatto che tale parola fa parte del lessico familiare/casalingo, quindi non mi capita molto spesso di adoperarla, visto che a casa mia non si parla italiano. (Per esempio, solo recentemente ho imparato una parola del lessico casalingo: mocio
)
Tornando al tema, ho dei vaghi ricordi del mio primo dizionario, lo Zingarelli del 1998 o '99, che, se non ricordo male, lo chiama piano ammezzato.
Resta il fatto che tale parola fa parte del lessico familiare/casalingo, quindi non mi capita molto spesso di adoperarla, visto che a casa mia non si parla italiano. (Per esempio, solo recentemente ho imparato una parola del lessico casalingo: mocio

Tornando al tema, ho dei vaghi ricordi del mio primo dizionario, lo Zingarelli del 1998 o '99, che, se non ricordo male, lo chiama piano ammezzato.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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Beh, non deve sentirsi a disagio se non la conosceva, perché, per prima cosa, si tratta di un nome commerciale; in secondo luogo, non tutti usano questo parente prossimo della redazza per pulire i pavimenti: molti preferiscono lo spazzolone e lo straccio (o, piú toscanamente, cencio).SinoItaliano ha scritto:Per esempio, solo recentemente ho imparato una parola del lessico casalingo: mocio![]()
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