«Molle» (=«bagnato»)

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Ferdinand Bardamu
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«Molle» (=«bagnato»)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Molle nel significato di ‹bagnato, inzuppato d'acqua› non è usato nell'italiano delle mie parti. In dialetto veronese, però, c'è mójo, col significato proprio di ‹bagnato›. In francese, bagnato si dice mouillé, participio passato di mouiller, dal lat. volg. *molliare ‹ammorbidire il pane inzuppandolo›, poi ‹bagnare› (dal dizionario etimologico del CNRTL, s.v. mouiller). Si può supporre, secondo voi, che il significato di ‹bagnato, inzuppato d'acqua› sia derivato dal francese? Oppure è piú probabile uno sviluppo spontaneo e indipendente, dacché il passo (semantico) da ‹morbido› a ‹bagnato› è breve?
Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mar, 08 mag 2012 16:45, modificato 1 volta in totale.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

In portoghese c'è molhado e in spagnolo mojado. Sembra che ci sia stato un latino volgare molliare, attraverso mollire, ammorbidire.
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chiara
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Intervento di chiara »

Secondo me è una semplice variante di mollo, che ha proprio il significato di inzuppato.

http://dizionari.corriere.it/dizionario ... ollo.shtml
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

È il contrario: è mollo a essere una variante – normalizzata secondo la desinenza degli aggettivi della prima classe – di molle. Se il significato di ‹bagnato, inzuppato d'acqua› fosse panitaliano (o quasi), pur nelle diverse forme locali (vd. il già citato mójo), si potrebbe supporre una creazione indipendente, parallela al francese mouillé. La presenza di parole dalla radice affine anche in spagnolo e portoghese, come ha ricordato Brazilian dude, mi fa propendere per questa ipotesi.
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chiara
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Intervento di chiara »

Ops! Ho preso un granchio! :oops:

Posso aggiungere che anche in Emilia-Romagna si usa mollo con questo significato.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Anche i dizionarî riportano questa accezione.
Il Devoto–OLi ha scritto:mòlle agg. [...] 5. Bagnato: D'un ghiacciato sudor tutto era molle (Poliziano); prov.: se non è zuppa è pan m., è la stessa cosa; spesso sostantivato: camminare sul m.; mettere i panni in m. [lat. mollis]
lo Zingarelli ha scritto:Mòlle /'mɔlle/ o pop. mollo spec. nei sign. C2 e C3 [lat. mǒlle(m), di origine indeur.] [...] 7 bagnato, inzuppato, intriso: occhi molli di pianto; un cenciod'acqua; — / fosse del sangue mio quest'alma terra (LEOPARDI) | Una zuppa e un pan —, zuppa e pan bagnato e, fig., la stessa cosa. [...]
Nella mia zona si usa mólle per «bagnato» e mòlle (prestito?) per «morbido». Mòllo sembra circoscritto al bucato (a mollo o ammollo). il proverbio citato dai due dizionarî è conosciuto da me come se non è zuppa è pan bagnato.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Carnby ha scritto:…e mòlle (prestito?) per «morbido».
In portoghese si dice mole (o aperta). In spagnolo c'è muelle, ma non l'ho mai sentito con questo significato. Questo dizionario lo definisce come delicado, suave, blando.
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Intervento di Infarinato »

Brazilian dude ha scritto:In portoghese si dice mole (o aperta).
Sí, la pronuncia etimologica (da Ŏ latina) è ovviamente con la o aperta (o, in ispagnolo, che la prevede anche in sillaba chiusa, con la dittongazione).
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Infarinato ha scritto:Sí, la pronuncia etimologica (da Ŏ latina) è ovviamente con la o aperta (o, in ispagnolo, che la prevede anche in sillaba chiusa, con la dittongazione).
Il fatto è che qui da me l'uso prevalente è mólle con la o chiusa antietimologica. Per questo avevo pensato che mòlle (stranamente distinto semanticamente) fosse un prestito. Gli esiti «strani» non sono una novità: si pensi a nève, diffuso in un'ampia zona della Toscana.
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Intervento di Infarinato »

Carnby ha scritto:Gli esiti «strani» non sono una novità: si pensi a nève, diffuso in un'ampia zona della Toscana.
Sí, certo: in realtà, la pronuncia nève si spiega con l’antico niève
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Intervento di Carnby »

Infarinato ha scritto:in realtà, la pronuncia nève si spiega con l’antico niève
Questo però non spiega come da nĭve(m) si possa essere arrivati a niève... Inoltre ci sono altre forme toscano-occidentali come mèttere e vèndere con /ɛ/ antietimologica che contrastano con le forme fiorentine, regolari. Avevo pensato a una certa tendenza all'apertura di e del toscano occidentale, ma sono sicuro che possa essere valida.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Anche nel ligure occidentale, di fronte al maggioritario néve, troviamo in alcuni paesi nève e, addirittura, con apertura massima, nave.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

In portoghese nève è la pronuncia normale (e credo l'unica che esista).
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Intervento di Infarinato »

Carnby ha scritto:
Infarinato ha scritto:in realtà, la pronuncia nève si spiega con l’antico niève
Questo però non spiega come da nĭve(m) si possa essere arrivati a niève
Qui c’è una possibile spiegazione…
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Intervento di Infarinato »

Aggiungo: il DISC, sempre molto preciso e aggiornato per quanto riguarda le etimologie romanze, dice che nieve potrebbe derivare da un lat. volg. *NĔVEM, il che, però, non fa che spostare il problema piú indietro nel tempo… e allora tanto vale tenersi la spiegazione del Guarnerio (…per il Meyer-Lübke questa è era «inspiegabile»).
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