Opera d'arte = lavoro?

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Vittorio
Interventi: 28
Iscritto in data: dom, 02 set 2007 16:51

Opera d'arte = lavoro?

Intervento di Vittorio »

Ho sempre pensato che usare "lavoro" come sinonimo di "opera" in senso artistico (i lavori per violino di ..., i lavori su tela di ...) fosse un anglicismo, ma in alcuni vocabolari in rete li ho trovati come sinonimi. Lo sono davvero? :shock:
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Escluderei l'anglicismo: si tratta di un normale passaggio dall'astratto al concreto. Per esempio, espressione può essere sia l'atto e il modo di esprimere qualcosa, sia la parola concreta con cui quel qualcosa viene espresso.

Riporto l'accezione concreta secondo il Treccani in linea (accezione 2b), col corredo d'esempi:

Il risultato del lavoro, l’opera compiuta (anche di opere dell’ingegno): la sarta ha riportato il l.; consegnare, ritirare un l.; esposizione degli ultimi l. (di un pittore, scultore); un pregevole autore di l. drammatici; un l. in legno, in pietra, in muratura; un l. d’intarsio, di mosaico… [altri esempi seguono]
Vittorio
Interventi: 28
Iscritto in data: dom, 02 set 2007 16:51

Intervento di Vittorio »

Grazie. Però devo dire che un'espressione del tipo i lavori per pianoforte di Liszt mi suona male.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Eppure Google Libri mi dà 5.940 risultati per lavori per pianoforte. La piú antica che mi è riuscito di trovare è questa:

...tuttavia l’esecuzione de’ suoi lavori per pianoforte affidava al Pianté... (Atti della Accademia pontaniana, 1825)

Inoltre, il Battaglia riporta l’accezione di opera artistica, e cita Dante (Par., I, 13). :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
marcocurreli
Interventi: 625
Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
Località: Cagliari

Intervento di marcocurreli »

Lavoro è più generico di opera (artistica), o almeno è sentito come tale, per cui a mio avviso dicendo lavori per pianoforte si intende mettere assieme opere vere e proprie e altri lavori come studi, appunti, opere non completate.
Vittorio
Interventi: 28
Iscritto in data: dom, 02 set 2007 16:51

Intervento di Vittorio »

Grazie ancora. Forse sono un po' troppo schizzinoso.
marcocurreli ha scritto:Lavoro è più generico di opera (artistica), o almeno è sentito come tale, per cui a mio avviso dicendo lavori per pianoforte si intende mettere assieme opere vere e proprie e altri lavori come studi, appunti, opere non completate.
Appunto, io intendo le opere complete e riconosciute come tali; potrei dire pezzi, composizioni, opere, musiche, ma lavori in quel senso, io, lo troverei poco adatto.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

marcocurreli ha scritto:Lavoro è più generico di opera (artistica)...
Io direi il contrario: opera ha 25 accezioni distinte nel Battaglia, contro le 18 di lavoro. Poi ognuno ha la propria percezione personale della lingua, com’è normale che sia. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ladim
Interventi: 216
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 14:36

Intervento di Ladim »

Lascio, col vostro permesso, una privata traccia idiolettale. Naturalmente, le mie considerazioni si rivolgono all’ambito di maggior pregio.

Non parlerei di maggiore o minore «genericità» (né di prestito); guarderei semmai a una [facile] inferenza metaforica – su cui poggerebbero sia le considerazioni di Ferdinand sia la probabilissima trafila [l’uso] che ha tratto l’accezione nei corpora citati da Marco.

Ad ogni modo, il termine «lavoro» indicherebbe preferibilmente la fatica intellettiva, il processo creativo (tradotto nel tempo e nello spazio) osservato attraverso le successive fasi compositive o interpretative (i mezzi dell’arte, la biografia etc.); in ultimo anche il fervore, ‘sudore’ psicologico e, perché no, fisico. «Opera» avrebbe (e di solito ha) una funzione auspicabilmente estetica, intellettuale nel suo senso più complesso [e risultativo]: individuerebbe ciò che può essere considerato a buon diritto compiuto, non più appartenente a un individuo, ma [ormai] espressione di un’«istituzione».

Insomma, la solidarietà lessicale tra «opera» e «arte» rende la prima quel che la seconda impone, mi pare.

Forse il caro Vittorio vede nell’estensione della creatività soprattutto gli aspetti dell’«opera», e allora le misure del «lavoro» gli comunicano una qualche ristrettezza.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Amazon [Bot] e 5 ospiti