«Le condizioni sono severe»

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Daniele
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«Le condizioni sono severe»

Intervento di Daniele »

"Andreotti ricoverato. Le sue condizioni sono severe ma stabili." (Corriere della Sera) A me pare un brutto calco dall'inglese. Il Treccani in linea lo riporta, pur sottolineando il calco; il mio Zingarelli dell'86 no. La lingua si evolve, ma a me "le condizioni severe" proprio non piace.
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Infarinato
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Re: «Le condizioni sono severe»

Intervento di Infarinato »

Concordo: è un calco semantico [e un tecnicismo]. [Soprattutto in quel contesto] stona. In buon italiano (…in un italiano, fra l’altro, molto piú spontaneo) si direbbe semplicemente: «Le sue condizioni sono gravi».
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Caro Daniele, proprio in proposito avevo in mente di intervenire aprendo un filone su quelli che io chiamo "forestierismi mascherati". A scuola (non so se è ancora così) si insegna(va) che in ogni lingua esistono i "falsi amici", ovvero parole straniere simili nella forma ma (per varie ragioni) dissimili nel significato.
Uno di questi, per quanto riguarda la lingua inglese, è la parola severe. I medici (categoria cui appartengo), che amano esprimersi in un linguaggio settoriale e non sono in genere grandi cultori della lingua italiana, tendono a tradurre le parole inglesi non già con quelle del nostro idioma aventi il significato più simile, bensì con quelle aventi la grafia più simile.
Gli anglofoni dicono severe? Cavoli, devono avere ragione loro, e noi dobbiamo tradurre con "severo", qualunque cosa significhi il termine in inglese e volesse già dire in italiano.
Per la cronaca: severe (come già osservato da Infarinato) si traduce (si deve tradurre) con "grave" in tutti questi casi. I medici non temano di utilizzare un termine di "basso registro"! Così a severe pneumonia è "una polmonite grave" e severe conditions sono "condizioni gravi".

Per inciso: scopro grazie a Wikipedia che gl'ispanofoni hanno il "tiempo severo", evidente calco a mio giudizio di severe weather. Noi non abbiamo ancora il "tempo severo", ma temo sia solo questione di… tempo.
Ultima modifica di Zabob in data dom, 05 ago 2012 18:05, modificato 1 volta in totale.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Porto alcuni altri esempi di "medicese" ricalcati dall'inglese:
  • A frank increase (usato anche in economia) = "un franco incremento"; si poteva fare più bella figura con "un deciso (o sostanziale, o notevole) aumento".
  • A dramatic improvement = "un drammatico miglioramento"; che cosa c'è di drammatico se un paziente, che prima era in condizioni "severe", di colpo sta meglio? Il miglioramento può essere rapido, repentino, improvviso, o, volendo usare un termine "affine", drastico.
  • Inoltre, per quanto mi riguarda di solito non traduco l'inglese evidence con "evidenza" (frequenti le locuzioni "evidenza scientifica", "non c'è evidenza", "medicina basata sull'evidenza"), bensì con "prove". Ad es. il CICAP afferma che «non c'è evidenza che esistano forme di vita extraterrestri»: non suona meglio (e più "italiano") dire che non ci sono prove?
Ultima modifica di Zabob in data dom, 05 ago 2012 18:08, modificato 1 volta in totale.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Naturalmente, se severe si traduce con "severo", severely non può rendersi che con "severamente" e severity con "severità".
È talmente invalso l'uso di questi vocaboli in medicina, che vengono adoperati anche quando non si sta traducendo un testo dall'inglese, come il caso del bollettino medico di Andreotti dimostra.
In questa pagina troviamo nell'ordine: «La severità e l’estensione dell’infiammazione alla colonna vertebrale e dell’occhio» (forse si voleva dire "all'occhio"); «i loro effetti collaterali* [potrebbero essere] talmente severi da impedirne l’uso prolungato»; «quando all’artrite severa è associata la SA»; «il dolore e la funzione delle articolazioni severamente danneggiate.»

Caro Daniele, chissà quale reazione avrebbe se leggesse che la "severità" di un'artrite reumatoide può essere valutata mediante la conta delle articolazioni "tenere". Sì, ha letto proprio bene: le articolazioni "tenere" (in ingl. tender joints) non sono altro, in realtà, che le articolazioni che fanno male se toccate: in termini medici: "dolorabili". Chi ha tradotto questo abstract (quindi una traduzione destinata agli "addetti ai lavori") non ha avuto il pudore di domandarsi se parlare di "articolazione tenera" abbia qualche senso in italiano e, piuttosto di fare lo sforzo di cercare un miglior traducente, si è comportato come un qualunque traduttore automatico.

* effetti collaterali? strano... mi sarei aspettato un "reazioni avverse" (adverse reactions) :twisted:
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Aggiungo l'accezione del Treccani in linea s.v. «Severo» 3:

Ingente, sempre riferito a sost. astratti e indicanti cosa spiacevole e dannosa (quindi sinon. più ricercato di grave): il nemico ha subìto s. perdite; i titoli di stato hanno avuto negli ultimi giorni una s. decurtazione (in questa accezione è un calco semantico dell’ingl. severe).

È curioso che si definisca severo come «sinonimo piú ricercato» di grave. A mio parere è invece piú goffo e piú sciatto, oltre che decisamente improprio.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Credo che sbagliamo strada: non bisogna vedere anglicismi dappertutto. Severo è attestato nel Battaglia nelle seguenti accezioni:

11. Difficile da sostenere, gravoso (una situazione, un obbligo); grave (una malattia). (Esempi di Mazzini, Carducci, Petrocchi)

12. Che incute timore (un elemento o un ambiente naturale); cupo e minaccioso (il cielo, le nubi).

– Rigido, freddo (la stagione invernale).
(Esempi di Cecco d’Ascoli, Marchetti, Foscolo, Fenoglio; Boccaccio [per la sottaccezione])
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Se ci sono esempi di Carducci, Mazzini e Petrocchi di severo nell'accezione di grave, allora può difficilmente trattarsi di un anglicismo. Stando cosí le cose, quel che riporta il Treccani è impreciso.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Stando cosí le cose, quel che riporta il Treccani è impreciso.
...cosí come tutta la storia dell’impossibilità di usare o no per l’orroroso o meno in riferimento a un singolo elemento... ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Daniele
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Intervento di Daniele »

Marco1971 ha scritto:Credo che sbagliamo strada: non bisogna vedere anglicismi dappertutto.
Be', in questo caso non mi pare di aver voluto vedere per forza un anglicismo. Mi era sembrato un aglicismo; il Treccani in linea me l'ha confermato e il mio vecchio Zingarelli ha rafforzato la mia impressione con l'assenza dell'accezione di "grave" per "severo". Purtroppo non possiedo il Battaglia! :)
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Grazie Marco per aver avuto la bontà di cercare riscontri nel Battaglia. Tuttavia, a mio avviso, il fatto che vi siano nel corpus letterario italiano occasionali benché autorevoli usi di "severo" nel senso di "grave" non autorizza a tradurre pedissequamente l'ingl. severe con "severo" in ogni occasione, portando alla ribalta un'accezione rara e sicuramente ignota a chi, per pigrizia o per snobismo, sceglie (in questo come in altri casi) di far ricorso a un traducente solo perché morfologicamente simile. In breve: chi ha tradotto severe con "severo" (e non l'ha fatto perché ha letto Carducci né tanto meno per aver aperto un dizionario bilingue, che gli avrebbe senz'altro suggerito "grave") l'ha imbroccata per sbaglio.

Eppure basterebbe attivare un paio di neuroni in più e domandarsi: «ma se severe in italiano significa "severo", come accidente si dirà "grave" in inglese?».
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Concordo con Zabob. In ogni caso, a voler essere proprio buoni, l’autore ha [perlomeno] fatto un errore di registro.

Inoltre, Marco, toglimi una curiosità: gli esempi letterari [preferibilmente d’àmbito medico] di severo nel senso di «grave» sono perlopiú di natura predicativa o attributiva?
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Caro Infarinato, l'autore che compie l'errore di registro non è uno solo, poiché certe cattive abitudini si diffondono senza trovare resistenze. Di fronte a un uditorio di illustri colleghi, si avrebbe il timore di esprimersi in maniera poco "medica" se si affermasse, che so, che il cancro* è la malattia più "grave" che possa colpire un paziente; poi, è chiaro che allo stesso paziente il medico dirà che ha una malattia grave, a meno che non usi "severa" per un inconscio bisogno di ribadire una distanza. A parziale consolazione, termini come "aggravarsi" e "ingravescente" tengono duro (ma il secondo è confortato dall'ingl. ingravescent, mica per altro).
Ovvio poi che l'ingl. severe e l'ital. "severo" hanno la stessa etimologia; hanno tuttavia avuto destini semantici diversi (nel senso anche di "divergere") nelle rispettive lingue, e neanche questo è quindi motivo per renderli mutualmente intercambiabili.

* La stupirà, ma nonostante gli anglofoni usino cancer senza problemi anche a livello di pubblicazioni scientifiche, i medici italiani hanno una certa ritrosia, e ricorrono a una serie di interessanti "eufemismi".
Ultima modifica di Zabob in data lun, 06 ago 2012 21:56, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Infarinato ha scritto:Inoltre, Marco, toglimi una curiosità: gli esempi letterari [preferibilmente d’àmbito medico] di severo nel senso di «grave» sono perlopiú di natura predicativa o attributiva?
Attributiva:

La guerra regia ha dato un grave insegnamento ai Lombardi e imposto un obbligo severo al Piemonte. (Mazzini)

Tu non sai che ora sono stretto da obblighi sempre piú severi. (Carducci)

Malattia severa. (Petrocchi [s. v.])
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Infarinato »

8)

P.S. Grazie, caro Marco.
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