In un articolo pubblicato da Eurosport ho letto [il grassetto è il mio]:
Lo chiamano Matrix perché, come nel film dei fratelli Wachowski, si muove a una velocità in grado di schivare persino le pallottole.
La frase, oltre a essere un po' ridicola, non mi suona bene. Che io sappia, infatti, una velocità non può schivare un bel niente. Io piuttosto avrei scritto qualcosa sulla falsariga di:
–[...] si muove con una velocità tale da poter schivare persino le pallottole.
–[...] è cosí veloce da poter schivare persino le pallottole.
Che ne dite? Scusate se vi ho disturbati per un dubbio probabilmente molto banale.
La frase non mi disturba piú di tanto. In fondo, in grado di qui vale che permette di: una velocità che permette di schivare le pallottole. Ma attendiamo altri pareri.
Naturalmente, le sue soluzioni sono migliori dell’originale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Nel mio piccolo, concordo con lei, Jonathan (e pure con Marco per la preferibilità delle altre soluzioni). Il Treccani in linea, alla voce «Grado1» (accez. 7) dice:
Con sign. più ampio, stato, condizione, possibilità in genere: mettere, mettersi, trovarsi in g. di fare una cosa; anche, essere, non essere in g., avere o no la possibilità di fare una cosa: non sono in g. di aiutarti; siamo in g. di affermarlo con assoluta certezza; ormai è in g. di fare da sé; non sono ancora in g. di alzarmi.
Mi pare, dunque, che (essere) in grado di si possa predicare meglio di persone o esseri animati che di concetti astratti. Attendo anch'io altri, piú qualificati pareri.
Anche a me questa frase, di primo acchito, appare strana; mi chiedo però se non si possa pensare a una metonimia o a una sineddoche, essendo la velocità (in quel momento) una delle caratteristiche della persona di cui si parla.
Sí, può darsi. Io ho sovente incontrato in grado di e capace di riferiti a cose, specie nella critica letteraria, artistica e in genere nella saggistica. Frasi del tipo una forza in grado di/capace di smuovere montagne non dovrebbero essere tanto strane. Ho trovato anche questi tre esempi leopardiani (tratti tutti dallo Zibaldone):
Nessuna lingua viva, ancorchè pure le lingue vive sieno contemporanee alle nostre cognizioni e scoperte, si stima in grado di bastare a questo effetto, e s’invoca una lingua morta e antichissima per servire alla significazione ed enunziazione di quelle cose a cui le lingue viventi e fiorenti non arrivano.
Così dunque la lingua latina si pose in grado di discorrer delle cose, e di essere scritta, ma vi si pose per mezzi alieni e non propri.
Un’età non vuol mai trovarsi in contraddizione colle sue opinioni passate, e concepite nella fanciullezza. Ella non è capace se non di progredire appoco appoco sviluppando le sue cognizioni, e mettendo l’età future in grado di arrivare a credere il contrario di ciò che essa credette.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Caro Marco, il problema qui non è che in grado di venga riferito a una cosa anziché a una persona. Il problema è –scusate il bisticcio di parole– che cosa viene riferito alla cosa! In questo caso, la capacità di schivare pallottole; ma, come ha detto Jonathan, non è la velocità a schivar le pallottole, bensí «Matrix». La frase
[…] Matrix […] si muove a una velocità in grado di schivare […] le pallottole.
equivale a:
Matrix si muove a una velocità la quale è in grado di schivare le pallottole.*
Il che non ha senso. In altre parole, l’errore grammaticale diviene un errore concettuale.
* Se per caso non siete convinti, fate cosí — sapendo che in grado di equivale a che può (De Mauro), otterrete: Matrix si muove a una velocità in grado di schivare le pallottole → Matrix si muove a una velocità che può schivare le pallottole.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Souchou-sama ha scritto:* Se per caso non siete convinti, fate cosí — sapendo che in grado di equivale a che può (De Mauro), otterrete: Matrix si muove a una velocità in grado di schivare le pallottole → Matrix si muove a una velocità che può schivare le pallottole.
Io sono convinto… che si tratti di un errore concettuale, ma la frase mi suona perfettamente grammaticale anche con che può al posto di in grado di. Confermo l'insensatezza, l'illogicità, quella sí, non l'agrammaticalità. Ma forse l'ho fraintesa.
La frase di partenza contiene un errore «grammaticale» nel senso che fa un uso improprio della locuzione in grado di, che qui richiede un cambio di soggetto (Matrix → la velocità) e non può sostituir espressioni che non cambiano il soggetto, come tale da poter o simili.
In soldoni, per salvare [col minimo sforzo] grammatica e semantica (ma non il buon gusto!), basta rendere il verbo causativo: «in grado di fare schivare».
Souchou-sama ha scritto:La frase di partenza contiene un errore «grammaticale» nel senso che fa un uso improprio della locuzione in grado di, che qui richiede un cambio di soggetto (Matrix → la velocità) e non può sostituir espressioni che non cambiano il soggetto, come tale da poter o simili.
Allora si tratta di un errore di logica – è «Matrix» non «la velocità» a schivare le pallottole – piuttosto che di un errore grammaticale stricto sensu, ché la frase è ben formata comunque.
Siamo dunque di fronte a una costruzione poco logica per il significato della frase, ma perfettamente grammaticale, tant'è che se dicessimo «lo chiamano “Mago” perché si muove a una velocità in grado di incantare tutti» non ci sarebbero problemi di sorta: è la velocità a incantare. (Tralasciamo la discussione sullo stile, che pure potrebbe essere aperta.)
Perplessa.
Anche in fisica, quindi avendo a che fare con entità astratte, una forza può fare qualcosa, è "in grado di". Ma una velocità è meramente un rapporto numerico, non agisce di per sé. Fatico ad immaginare che possa svolgere un'azione concreta.
Anche "in grado di far schivare" non è preciso, perché attribuisce comunque un azione alla velocità, la velocità è agente. E' diverso che dire "una velocità tale da poter schivare", consecutivo. Non riesco a mettere a fuoco con precisione l'idea, però in termini fisici il concetto non mi quadra.
Ci penso meglio nel fine settimana...
Ritorno un attimo a sottolineare il mio suggerimento che potrebbe trattarsi di metonimia o sineddoche. Occorre sempre tenere presente che la lingua è più vasta della logica; se si cercasse sempre di applicare quest'ultima (anch'io ogni tanto ci casco dato che sono ingegnere) ci si troverebbe spesso ingabbiati. Ad esempio, è ovvio a tutti che è assolutamente impossibile bere un bicchiere, ma tutti diciamo continuamente bere un bicchier d'acqua.