«Alléno» e «allèno»

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Marco1971
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«Alléno» e «allèno»

Intervento di Marco1971 »

Fausto Raso mi fa notare in privato (e mi chiede di parlarne qui) la differenza tra il verbo allenare, di uso comune, pronunciato io alléno e l’altro verbo allenare, di registro letterario, derivato dall’aggettivo lène e pertanto pronunciato io allèno, che significa «Farsi lene, indebolirsi, scemare: L’amor che non allena (Iacopone); la doglia gravissima per la nuova partenza incominciò per interposizione di tempo alquanto ad a. (Boccaccio); anche con la particella pron.: se la fulgida Ira s’alleni (Carducci).» (Treccani)

Una delle tante cosiddette coppie unidivergenti. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Non me ne vogliate, ma io pronuncio io m'alleno (per una gara, diciamo) con e aperta, come del resto dice pure il DOP per il toscano occidentale.
Non conoscevo l'altro verbo...
Ultima modifica di Andrea Russo in data gio, 16 ago 2012 12:07, modificato 1 volta in totale.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Andrea Russo ha scritto:Non me ne vogliate, ma io pronuncio io m'alleno (per una gara, diciamo) con e aperta, anche se dico allénarsi e allénatore (...) Non conoscevo il verbo allènare...
Credo che lei stia confondendo gli accenti tonici con quelli fonici. Le "e" atone sono chiuse per natura; es. bibliotèca -> bibliotecàrio: la "e" di bibliotecàrio, così come quelle di "allenàre" (indipendentemente da come suoni la "e" all'indicativo), sono atone perciò chiuse.

Una coppia analoga potrebbe essere, credo, èduco/edùco.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Ho fatto confusione. Ho corretto, grazie.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Zabob ha scritto:Una coppia analoga potrebbe essere, credo, èduco/edùco.
Questa non sarebbe propriamente una coppia unidivergente, perché si tratta di due accentazioni della stessa parola.

Esempi di tali coppie sono: accètta/accétta, lègge/légge, pèsca/pésca, bòtte/bótte, osservatòri/osservatóri, pòste/póste, ecc.

Esistono anche le coppie bidivergenti, in cui oltre al timbro della vocale differisce anche il suono consonantico: mèzzo /'mEdzdzo/ ~ mézzo /'metstso/, mòzzo /'mOdzdzo/ ~ mózzo /'motstso/, ecc.

Qui una lista abbastanza completa, intitolata coppie minime (che è termine improprio), in cui sono mescolate le coppie uni- e bidivergenti.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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