«Affatto» vs «per nulla/niente»
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«Affatto» vs «per nulla/niente»
Se il valore originario di affatto è ‘del tutto’, frasi come «questa situazione non è affatto chiara» e «questa situazione non è per nulla chiara» possono essere ritenute equivalenti? A logica, con la prima si dovrebbe intendere che la situazione è solo parzialmente chiara, con la seconda, invece, che la chiarezza è proprio nulla.
Per la stessa ragione, anche frasi come «non fa affatto caldo» non dovrebbero aver senso, perché una persona può sentire o non sentire caldo, ma non «aver caldo» soltanto in parte.
Per la stessa ragione, anche frasi come «non fa affatto caldo» non dovrebbero aver senso, perché una persona può sentire o non sentire caldo, ma non «aver caldo» soltanto in parte.
Penso che l'uso di non ... affatto col valore di "per nulla" sia recente.
Ma attenderei pareri più competenti.
In questo esempio mi pare evidente che non è affatto significa "non è del tutto".«Cenerino è diverso da cenerognolo, che non è affatto cenerino ma tende al cenerino.» (Tommaseo, Nuovo dizionario dei sinonimi della lingua italiana)
Mentre qui vuol dire, chiaramente, "non è per niente". Ma a volte, come in questa frase, non è affatto chiaro come debba intendersi quel non ... affatto.«Il chop suey, considerato uno dei piatti “cinesi” più famosi, non è affatto cinese, ma americano.»

Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Propongo in anteprima la trattazione del mio DiNo.
AF∙FAT∙TO, avv. /af'fatto/
1. Si usa comunemente con l’avverbio di negazione non per accentuare maggiormente ciò che viene negato; è un uso affine a ‘per niente/per nulla’.
ESEMPI «Domenica mi s’erano affollati intorno tutti i contadini, che, quantunque non comprendessero affatto, stavano ascoltandomi a bocca aperta.» (Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis); «Da ciò conoscerete che la ragione sebbene offuscata d’assai, non era però affatto spenta in quella creatura.» (Nievo, Novelliere campagnolo); «Al Torchiara però non rincresceva affatto la presenza del Blandino.» (Pirandello, L’esclusa); «Tu non sei mutata affatto, e quasi non ti riconosco.» (D’Annunzio, Il ferro); «Caro vecchio amico, non è affatto vero che caricate i disabili.» (CS, 21.01.2012)
È spesso rafforzato da ‘niente’, che si può anche apostrofare: niente affatto o nient’affatto.
ESEMPI «La dieta è imposta e in molti casi niente affatto gradita.» (CS, 24.02.2012); «È un successo nient’affatto ovvio perché ottenuto contro un avversario molto pericoloso, davanti a un grande pubblico...» (CS, 30.05.2011); «Ma è una strategia lunga e complessa, dall’esito nient’affatto scontato.» (R, 13.02.2012); «Resta da vedere se tale ideologia tecnica, niente affatto neutrale, risulti adeguata a corrispondere e guidare lo spirito dei tempi...» (R, 30.03.2012); «La sua poesia, in apparenza semplicissima, è in realtà insidiosa, niente affatto tranquillizzante.» (S, 02.02.2012); «Ma ce n’è una nuova oggi, di torre, proprio lí a un passo, tutta d’acciaio e vetro, apparentemente incongrua ma nient’affatto stridente col contesto.» (S, 26.01.2012)
Niente affatto viene adoperato molto comunemente come semplice risposta negativa (del tipo: «Sei contenta?» «Nient’affatto!»). Si è diffusa la moda d’impiegare, con significato negativo, il solo affatto; si tratta di un uso scorretto e da sconsigliare recisamente perché, essendo il suo significato positivo, ingenera confusione nella comunicazione.
2. Meno comune, e perlopiú letterario, l’uso senza negazione, col significato di ‘interamente, del tutto’. Si pospone ai verbi, e si antepone o si pospone agli aggettivi e agli avverbi; se il verbo è in un tempo composto, affatto va piú spesso tra l’ausiliare e il participio passato, ma si può anche posporre.
ESEMPI «...strignendo che quante piú ne potessono mandare armate il facessono sanza indugio, a.ffine di disfare affatto l’armata di Viniziani e Catalani...» (Villani, Cronica); «...in somma, mi pare d’esser ormai un altr’uomo, e d’essermi quasi affatto ammodernato.» (Tasso, Lettere); «...si può ballare e cenare e divertirci, per scordarsi affatto dei dispiaceri passati.» (Goldoni, Il Prodigo); «...Marcellotto nipotino d’Augusto, morto nell’adolescenza, il quale sarebbe affatto sconosciuto, se non era la vile sublimità di quei versi.» (Alfieri, Del principe e delle lettere); «In età di nove anni e mezzo io mi ritrovai dunque ad un tratto traspiantato in mezzo a persone sconosciute, allontanato affatto dai parenti...» (Alfieri, Vita); «...e la popolazione era giunta, non satolla né affamata, ma, certo, affatto sprovveduta, alla messe del 1628...» (Manzoni, I Promessi Sposi); «...trovò Agnese rincoraggita affatto, e disposta a ritornare a casa...» (Manzoni, ibid.); «Me ne sono affatto dimenticato.» (Foscolo, Viaggio sentimentale di Yorick); «Ma piace pochissimo, ed alle volte appena si sente che sia bello, s’egli o per mancanza di anima, o di coltura, o di arte nella persona, manca affatto d’ogni significazione estranea alla sua significazione naturale...» (Leopardi, Zibaldone); «...dove la osservazione psicologica può trovare argomento di classificarli in modo affatto nuovo, affatto impensato, da sconvolgere molte tabelle e molte opinioni.» (Fogazzaro, Malombra); «Quantunque non avesse con sé che pochi libri e si trovasse affatto impreparato, pure accettò, dopo essersi lasciato molto pregare.» (Pirandello, L’esclusa); «Né parlare si poteva di intonazione. E poi, la volgarità dello stile! Un fraseggio tutto spezzato, mancando affatto la linea; e una sonorità cosí forte da rendersi insopportabile: avremmo dovuto avere i tappi nelle orecchie.» (CS, 12.04.2011)
Anche ripetuto, per rafforzare.
ESEMPI «Venne poi Mirone, che non imitò affatto affatto la verità della natura...» (Vasari, Vite); «...ed io come bramerei che ci fosse, non altrimenti, considerando me stesso, mi persuado affatto affatto che non si trova.» (Leopardi, Lettere); «Disse dunque che dei suoi rapporti con Annetta, come li chiamava Francesca, egli non era affatto affatto soddisfatto.» (Svevo, Una vita); «Non intendo affatto affatto liberarmi della forza simbolica dei nostri “miti”.» (R, 06.11.2011, commento di un utente)
AF∙FAT∙TO, avv. /af'fatto/
1. Si usa comunemente con l’avverbio di negazione non per accentuare maggiormente ciò che viene negato; è un uso affine a ‘per niente/per nulla’.
ESEMPI «Domenica mi s’erano affollati intorno tutti i contadini, che, quantunque non comprendessero affatto, stavano ascoltandomi a bocca aperta.» (Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis); «Da ciò conoscerete che la ragione sebbene offuscata d’assai, non era però affatto spenta in quella creatura.» (Nievo, Novelliere campagnolo); «Al Torchiara però non rincresceva affatto la presenza del Blandino.» (Pirandello, L’esclusa); «Tu non sei mutata affatto, e quasi non ti riconosco.» (D’Annunzio, Il ferro); «Caro vecchio amico, non è affatto vero che caricate i disabili.» (CS, 21.01.2012)
È spesso rafforzato da ‘niente’, che si può anche apostrofare: niente affatto o nient’affatto.
ESEMPI «La dieta è imposta e in molti casi niente affatto gradita.» (CS, 24.02.2012); «È un successo nient’affatto ovvio perché ottenuto contro un avversario molto pericoloso, davanti a un grande pubblico...» (CS, 30.05.2011); «Ma è una strategia lunga e complessa, dall’esito nient’affatto scontato.» (R, 13.02.2012); «Resta da vedere se tale ideologia tecnica, niente affatto neutrale, risulti adeguata a corrispondere e guidare lo spirito dei tempi...» (R, 30.03.2012); «La sua poesia, in apparenza semplicissima, è in realtà insidiosa, niente affatto tranquillizzante.» (S, 02.02.2012); «Ma ce n’è una nuova oggi, di torre, proprio lí a un passo, tutta d’acciaio e vetro, apparentemente incongrua ma nient’affatto stridente col contesto.» (S, 26.01.2012)
Niente affatto viene adoperato molto comunemente come semplice risposta negativa (del tipo: «Sei contenta?» «Nient’affatto!»). Si è diffusa la moda d’impiegare, con significato negativo, il solo affatto; si tratta di un uso scorretto e da sconsigliare recisamente perché, essendo il suo significato positivo, ingenera confusione nella comunicazione.
2. Meno comune, e perlopiú letterario, l’uso senza negazione, col significato di ‘interamente, del tutto’. Si pospone ai verbi, e si antepone o si pospone agli aggettivi e agli avverbi; se il verbo è in un tempo composto, affatto va piú spesso tra l’ausiliare e il participio passato, ma si può anche posporre.
ESEMPI «...strignendo che quante piú ne potessono mandare armate il facessono sanza indugio, a.ffine di disfare affatto l’armata di Viniziani e Catalani...» (Villani, Cronica); «...in somma, mi pare d’esser ormai un altr’uomo, e d’essermi quasi affatto ammodernato.» (Tasso, Lettere); «...si può ballare e cenare e divertirci, per scordarsi affatto dei dispiaceri passati.» (Goldoni, Il Prodigo); «...Marcellotto nipotino d’Augusto, morto nell’adolescenza, il quale sarebbe affatto sconosciuto, se non era la vile sublimità di quei versi.» (Alfieri, Del principe e delle lettere); «In età di nove anni e mezzo io mi ritrovai dunque ad un tratto traspiantato in mezzo a persone sconosciute, allontanato affatto dai parenti...» (Alfieri, Vita); «...e la popolazione era giunta, non satolla né affamata, ma, certo, affatto sprovveduta, alla messe del 1628...» (Manzoni, I Promessi Sposi); «...trovò Agnese rincoraggita affatto, e disposta a ritornare a casa...» (Manzoni, ibid.); «Me ne sono affatto dimenticato.» (Foscolo, Viaggio sentimentale di Yorick); «Ma piace pochissimo, ed alle volte appena si sente che sia bello, s’egli o per mancanza di anima, o di coltura, o di arte nella persona, manca affatto d’ogni significazione estranea alla sua significazione naturale...» (Leopardi, Zibaldone); «...dove la osservazione psicologica può trovare argomento di classificarli in modo affatto nuovo, affatto impensato, da sconvolgere molte tabelle e molte opinioni.» (Fogazzaro, Malombra); «Quantunque non avesse con sé che pochi libri e si trovasse affatto impreparato, pure accettò, dopo essersi lasciato molto pregare.» (Pirandello, L’esclusa); «Né parlare si poteva di intonazione. E poi, la volgarità dello stile! Un fraseggio tutto spezzato, mancando affatto la linea; e una sonorità cosí forte da rendersi insopportabile: avremmo dovuto avere i tappi nelle orecchie.» (CS, 12.04.2011)
Anche ripetuto, per rafforzare.
ESEMPI «Venne poi Mirone, che non imitò affatto affatto la verità della natura...» (Vasari, Vite); «...ed io come bramerei che ci fosse, non altrimenti, considerando me stesso, mi persuado affatto affatto che non si trova.» (Leopardi, Lettere); «Disse dunque che dei suoi rapporti con Annetta, come li chiamava Francesca, egli non era affatto affatto soddisfatto.» (Svevo, Una vita); «Non intendo affatto affatto liberarmi della forza simbolica dei nostri “miti”.» (R, 06.11.2011, commento di un utente)
Ultima modifica di Marco1971 in data mer, 22 ago 2012 22:23, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Augurandomi (e augurandole) che il DiNo possa prima o poi vedere la luce, mi e le domando: ma non le pare che, negli esempi di Nievo e Pirandello (soprattutto di Nievo), quei non ... affatto si potrebbero intendere tranquillamente come "non ... del tutto"?Marco1971 ha scritto:Propongo in anteprima la trattazione del mio DiNo.
AF∙FAT∙TO, avv. /af'fatto/
1. Si usa comunemente con l’avverbio di negazione non per accentuare maggiormente ciò che viene negato; è un uso affine a ‘per niente/per nulla’.
ESEMPI «Domenica mi s’erano affollati intorno tutti i contadini, che, quantunque non comprendessero affatto, stavano ascoltandomi a bocca aperta.» (Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis); «Da ciò conoscerete che la ragione sebbene offuscata d’assai, non era però affatto spenta in quella creatura.» (Nievo, Novelliere campagnolo); «Al Torchiara però non rincresceva affatto la presenza del Blandino.» (Pirandello, L’esclusa); «Tu non sei mutata affatto, e quasi non ti riconosco.» (D’Annunzio, Il ferro); «Caro vecchio amico, non è affatto vero che caricate i disabili.» (CS, 21.01.2012)
Aggiungo altri due esempi in cui, sempre a mio parere s'intende, non ... affatto è difficilmente interpretabile come equivalente di "per nulla":
- «La terra non è affatto sciolta dal ghiaccio che al mese di giugno, ed anche allora l'è solamente alla superficie, e nevica continuamente sino al solstizio d'estate.» (Melchiorre Gioia, Filosofia della statistica)
- «La ragione è si grossa, Che la vedria chi non è cieco affatto» (Berni, Orlando innamorato, cit. in Tommaseo, voce "Affatto")
Per me il secondo esempio significa «la ragione è talmente evidente che la vedrebbe chiunque, a meno che non sia completamente (e non: "per nulla") cieco».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Vero è che in certi casi l’ambiguità tra per nulla e non del tutto può sussistere, ma il non + verbo + affatto è da intendersi, normalmente, nel primo senso. Diverso il caso di non + affatto + aggettivo, come nel seguente esempio manzoniano:
Già nel venire, egli aveva veduto per le vie un cotal movimento, da non potersi ben definire se fossero rimasugli di sollevazione non affatto compressa, o cominciamenti d’una nuova... (I Promessi Sposi)
Il DIR (Dizionario Italiano Ragionato) pone in luce tale ambiguità:
...come rafforz. di una negazione, Per niente, Per nulla: Non hai affatto ragione, Non sono affatto tranquillo, con possibilità spesso di equivoci («non sono per nulla» cosí come «non sono del tutto tranquillo»).
E allora? Vogliamo comunicare efficacemente? Si riservi l’affatto negato al significato di per niente/nulla, e, per la negazione parziale, si ricorra appunto a non del tutto (= non interamente). Eviteremo cosí inutili fraintendimenti.
Già nel venire, egli aveva veduto per le vie un cotal movimento, da non potersi ben definire se fossero rimasugli di sollevazione non affatto compressa, o cominciamenti d’una nuova... (I Promessi Sposi)
Il DIR (Dizionario Italiano Ragionato) pone in luce tale ambiguità:
...come rafforz. di una negazione, Per niente, Per nulla: Non hai affatto ragione, Non sono affatto tranquillo, con possibilità spesso di equivoci («non sono per nulla» cosí come «non sono del tutto tranquillo»).
E allora? Vogliamo comunicare efficacemente? Si riservi l’affatto negato al significato di per niente/nulla, e, per la negazione parziale, si ricorra appunto a non del tutto (= non interamente). Eviteremo cosí inutili fraintendimenti.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non credevo dir cosí bene: l’esempio manzoniano citato sopra è della ventisettana; guardate la correzione nella versione definitiva:
Già nel venire, aveva visto per le strade un certo movimento, da non potersi ben definire se fossero rimasugli d’una sollevazione non del tutto sedata, o princìpi d’una nuova...

Già nel venire, aveva visto per le strade un certo movimento, da non potersi ben definire se fossero rimasugli d’una sollevazione non del tutto sedata, o princìpi d’una nuova...

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30
La ringrazio dell’osservazione, che mi permette di spiegare, non solo a lei, quale sia, in un’opera di questo genere, la funzione degli esempi (tutti d’autore o giornalistici). Sulla scia del lavoro compiuto da Grevisse nel monumentale Le bon usage – a cui Serianni esplicitamente s’ispirò per compilare la sua mai abbastanza lodata grammatica – ho optato per un’esemplificazione che risponde a tre criteri:
1. La longevità dell’uso: partendo dal piú antico per arrivare al piú moderno;
2. L’autorevolezza degli autori scelti (il criterio di qualità, la lingua piú sorvegliata);
3. La funzionalità: ogni esempio deve mostrare come la parola o il costrutto si inseriscono in un contesto.
L’abbondanza è voluta anche per mettere in luce le varianti di posizione nella frase, le collocazioni, le reggenze possibili, e, in ultimo, per garantire al lettore assiduo e desideroso di migliorare il proprio italiano la possibilità di educare il proprio orecchio al buon gusto: non v’è nulla di piú sano al mondo, credo, dell’impregnarsi delle buone scritture per formarsi una guida sicura allo scrivere elegante e preciso.
1. La longevità dell’uso: partendo dal piú antico per arrivare al piú moderno;
2. L’autorevolezza degli autori scelti (il criterio di qualità, la lingua piú sorvegliata);
3. La funzionalità: ogni esempio deve mostrare come la parola o il costrutto si inseriscono in un contesto.
L’abbondanza è voluta anche per mettere in luce le varianti di posizione nella frase, le collocazioni, le reggenze possibili, e, in ultimo, per garantire al lettore assiduo e desideroso di migliorare il proprio italiano la possibilità di educare il proprio orecchio al buon gusto: non v’è nulla di piú sano al mondo, credo, dell’impregnarsi delle buone scritture per formarsi una guida sicura allo scrivere elegante e preciso.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Souchou-sama
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- Iscritto in data: ven, 22 giu 2012 23:01
- Località: Persico Dosimo
Carissimo Marco, non Le pare che codest’esempio sia fuori posto? Qui […costí?], direi proprio che affatto ha il famigerato significato di ‹per niente›.Marco1971, [i]DiNo[/i] ha scritto:«Saperla lontana, distratta e affatto attenta alle esigenze del mio reparto e di me, dei miei validissimi colleghi del mio ospedale e in fondo del servizio che svolgiamo questo mi delude sempre piú.» (CS, 15.10.2010)

Ha perfettamente ragione! Non avevo letto bene, m’ero fermato all’assenza di negazione. La ringrazio di cuore. Provvedo a cambiare l’esempio. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ho sostituito l’esempio con quest’altro:Souchou-sama ha scritto:Carissimo Marco, non Le pare che codest’esempio sia fuori posto? Qui […costí?], direi proprio che affatto ha il famigerato significato di ‹per niente›.
«Né parlare si poteva di intonazione. E poi, la volgarità dello stile! Un fraseggio tutto spezzato, mancando affatto la linea; e una sonorità cosí forte da rendersi insopportabile: avremmo dovuto avere i tappi nelle orecchie.» (CS, 12.04.2011)
Il costí non lo userei in questo contesto: infatti lo scritto a cui ci riferiamo è vicino a lei (sullo schermo) né piú né meno di quanto sia a me.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Souchou-sama
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